Venerdì, 13 Febbraio 2015 00:00

La Tosca di Luigi Magni

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VOGLIOOO IL PAPATOOO!

Questa rubrica di archeologia cinematografica ha lo scopo di riportare alla luce, come in un vero e proprio scavo, o quantomeno all’attenzione dei lettori, opere cinematografiche, anche di serie non eccelsa, che a suo tempo hanno descritto in maniera efficace storie, costumi e abitudini, … e talvolta, sia pure non consapevolmente, hanno contribuito a formare un minimo di coscienza civile nel pubblico.

In questo caso si potrebbe parlare di modernariato più che di archeocinema, l’opera è del 1973, e per essere opera è opera davvero trattandosi di LA TOSCA di Luigi Magni.

Il regista romano si ispira direttamente a Victorien Sardou ancor più che a Giacomo Puccini, dando maggiore spazio all’ambientazione politica e sociale dell’epoca, la vicenda si svolge il 14 giugno 1800 la giornata di Marengo, rispetto al tormentato rapporto sentimentale fra la cantante Floria Tosca e il pittore Mario Cavaradossi centrale nel melodramma di Puccini che in ogni caso era una riduzione del dramma teatrale di Sardou.

Il film per un verso è coerente con le altre opere del regista, da Nell’anno del Signore a Scipione detto anche l’Africano, da In nome del Papa Re a La Carbonara, per l’altro se ne distacca per una presenza massiccia di parti cantate rispetto ai dialoghi. L'ambientazione papalina, cara al regista, è perfetta e come al solito venata da un forte e intenzionale anticlericalismo.

La vicenda è nota: Tosca follemente gelosa dell’amante, che nasconde un giacobino fuggito da Castel Sant’Angelo, conduce inconsapevolvente l’astuto Barone Scarpia sulle tracce del Cavaradossi e ne provoca l’arresto, convinta dalle false promesse di salvarlo del perfido Scarpia gli si concede per poi pentirsi e pugnalarlo a morte ed infine si uccide gettandosi dagli spalti della fortezza.
Il più classico dei melodrammi: isso, issa e o’ mal’ommo; reso immortale dalle musiche di Puccini e nel film dalle magistrali interpretazioni dei diversi caratteri da parte di pezzi da ’90 del cinema italiano: Monica Vitti (Floria Tosca), Gigi Proietti (Mario Cavaradossi), Umberto Orsini (Cesare Angelotti), Aldo Fabrizi (il Cardinale governatore di Roma), Vittorio Gassman (un luciferino ancorché bigotto Barone Scarpia) e in parti minori Ninetto Davoli (l’ussaro che porta la notizia della vittoria francese a Marengo), Fiorenzo Fiorentini e Gianni Bonagura (i due sbirri pontifici Spoletta e Sciarrone).
Fra le diverse scene che illustrano gli avvenimenti narrati nel film è difficile sceglierne una. La più indicativa è però quella di Gassman/Scarpia che in un nascondiglio segreto tiene un copricapo papale e indossandolo non visto esclama: “Perché io no! VOGLIOOO IL PAPATOOO!”.

Fra i brani musicali il più allusivo alla contemporaneità in quegli anni ’70 è il celebre Nun je da retta Roma, ma anche gli altri, tutti di Armando Trovaioli, sono essenziali al racconto cinematografico e ne costituiscono parte importante.
Fra questi Il Canto dei Derelitti, chiosato con disgustato dispezzo dal solito Gassman/Scarpia: “Lassù non ci si cura di cori di voci plebee, in cielo amano i solisti!”.
Comunque nei film di Magni il sottofondo musicale ha sempre avuto un’importanza vitale, basti pensare che il leit motiv del film Nell’anno del Signore: “La bella che guarda il mare”, composta per l’occasione (1969) sempre da Trovaioli è stata ritenuta a lungo, e da molti è ritenuta tuttora, un autentico e originale canto della società segreta dei Carbonari.

Titolo Originale: LA TOSCA, 1973 (ITALIA), colore; Regia: Luigi Magni; Interpreti: Monica Vitti, Gigi Proietti, Umberto Orsini, Aldo Fabrizi, Vittorio Gassman, Ninetto Davoli, Fiorenzo Fiorentini, Gianni Bonagura; Durata:105’; Reperibilità: DVD 5.

Ultima modifica il Martedì, 10 Febbraio 2015 22:39
Francesco Draghi

Francesco Draghi, nel Partito Comunista Italiano prima e dalla sua fondazione nel PRC, ha ricoperto in entrambi incarichi di direzione politica, è stato amministratore pubblico.

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