Lunedì, 15 Febbraio 2016 00:00

La spada degli Orléans salverà la Borsa?

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La spada degli Orléans salverà la Borsa?

A Firenze il termine gobbo ha un triplice significato: a) indica una persona affetta da deformazione della colonna vertebrale; b) è il titolo con cui si usa appellare squadra e/o sostenitori di un noto club calcistico di proprietà della famiglia Agnelli; c) si designa così il fante o jack dei mazzi di carte fiorentine e toscane nuove e vecchie.

È di un gobbo particolare (inteso nel primo significato del termine) che intendo parlare. Si tratta di uno dei quattro gobbi (come quelli delle carte) più celebri della letteratura e dell’opera, passati al momento opportuno al cinema. Il primo è Quasimodo (“Diritto d’asilo! Diritto d’asilo! Diritto d’asilo!”); il secondo è Rigoletto (“Si! Vendetta! Tremenda vendetta!”); il terzo è Igor (“Lupo ululì! Castello ululà!”), il quarto… Il quarto è l’identità fittizia assunta da Henri Lagardère per potersi introdurre nella cerchia del suo potente nemico per meglio combatterlo e sconfiggerlo.E la battuta? Ah si! La battuta che caratterizza questo quarto gobbo è “Comprate/vendete azioni della compagnia del Mississippi, signori! Comprate/vendete!”.
Andiamo però con ordine.

Il gobbo in questione è il frutto della fantasia del prolifico scrittore francese di romanzi d’appendice Paul Féval pére e da il titolo al suo romanzo Le Bossu (il Gobbo appunto). Di questo romanzo sono state ricavate in Francia, dal 1913 al 2003, ben sette adattamenti cinematografici (l’ultimo per la Tv), di queste versioni cinematografiche, quella del 1959 e quella del 1997 hanno avuto regolare programmazione anche nel nostro Paese e tuttora passano talvolta su qualche canale televisivo.
Un connotato interessante di questo quarto gobbo è la sua doppia finzione, è finzione in quanto personaggio letterario prima, cinematografico poi, ed è finzione nella finzione in quanto travestimento del protagonista, al secolo il cavaliere di Lagardère.

La storia si avvia nel 1699, ma in gran parte si svolge nel periodo della reggenza del duca Filippo d'Orléans, durata dal 1715 al 1723. Henri Lagardère abile spadaccino, che ha ottenuto il cavalierato in maniera alquanto rocambolesca (è un trovatello), entra al servizio del duca di Nevers, il quale rimane vittima della consueta congiura ordita da un parente. Lagardère riesce però a salvare la figlia neonata del Duca e per sfuggire ai suoi persecutori, che vogliono uccidere la bambina, si aggrega ad una compagnia di guitti.
Rientrato a Parigi dopo tre lustri, cerca l’assassino del Nevers per vendicarne la morte e per ricongiungere Aurore (la figlia di Nevers) alla propria madre, che vive reclusa nell’antico palazzo dei Nevers, ora proprietà del cugino del Duca, il marchese Gonzaga, che è poi il capo del complotto, oltre che autore materiale dell’assassinio.

La classica storia di cappa e spada: duelli, salti acrobatici, congiure, parenti serpenti, donzelle in periglio, inganni, tradimenti, ecc. ecc. ecc.; senonché il Lagarére usa metodi non convenzionali per fare giustizia, e in questo sta la modernità, direi l’attualità, della vicenda. Il Gonzaga si è arricchito in maniera oltre ogni misura, facendo il broker ad altissimo livello, con ardite speculazioni sulle azioni della compagnia del Mississippi e godendo dei favori del potere.

La compagnia del Mississippi è realmente esistita, essa aveva il monopolio del commercio e dello sfruttamento delle risorse del territorio della Louisiana francese, all’epoca comprendente un territorio ben più vasto dell’attuale stato della Louisiana, che si estendeva fino a comprendere il 23% dell’attuale territorio degli Stati Uniti.
La compagnia diede avvio ad un sistema finanziario a carattere fortemente speculativo sulla base di un metodo chiamato appunto sistema del Mississippi o sistema di Law, dal nome del finanziere scozzese John Law, sistema che dopo aver provocato una vera e propria “corsa al titolo” si risolse in un tracollo epocale. In questo quadro generale, che corrisponde a reali avvenimenti storici, Lagardère non trova di meglio che sfruttare la natura superstiziosa e la rapacità speculativa del Gonzaga, che è solito tenere al suo servizio un gobbo come portafortuna.

Lagardère trova l’occasione di sostituirsi al gobbo in carica, rivelando oltretutto una notevole capacità di operatore finanziario e di insider trading, pilotando e orientando il mercato dei titoli della compagnia a sua discrezione. Il suo scopo è quello di rovinare finanziariamente il traditore prima di infilzarlo con la spada, e ci riesce pienamente, memorabile è lo scioglimento della vicenda, quando gli amici di Lagardère portano al cospetto di lui e del duca di Orléans carrettate (letteralmente) di titoli azionari, che nel frattempo Lagardère ha ricomprato giocando sul ribasso da lui stesso provocato e intestandone la proprietà ad Aurore. Non voglio però proseguire oltre, vi lascio alla visione (se volete) di tre film: i primi due sono quelli indicati precedentemente, assicurandovi che in entrambi le scende descrittive della follia speculativa sono più interessanti dei duelli; il terzo invece più didascalico e documentaristico, è però più centrato sui fatti storici del periodo, pur essendo anch’esso opera di finzione.
1) La spada degli Orléans (titolo originale francese: Le Bossu), Francia 1959, colore. Regia di André Hunebelle. Interpreti: Jean Marais, Bourvil
2) Il cavaliere di Lagardère (titolo originale francese: Le Bossu), Francia 1997, colore. Regia di Philippe de Broca. Interpreti: Daniel Auteil, Fabrice Luchini, Marie Gillain
3) Che la festa cominci … (titolo originale francese: Que la fête commence), Francia 1975, colore. Regia di Bertrand Tavernier. Interpreti: Philippe Noiret, Jean Rochefort, Jean-Pierre Marielle, Marina Vlady.

Ultima modifica il Domenica, 14 Febbraio 2016 16:01
Francesco Draghi

Francesco Draghi, nel Partito Comunista Italiano prima e dalla sua fondazione nel PRC, ha ricoperto in entrambi incarichi di direzione politica, è stato amministratore pubblico.

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