Giovedì, 26 Settembre 2013 00:00

Riddick: quando uno è meglio di tre

Scritto da
Vota questo articolo
(3 Voti)

Pitch Black assume sempre più valore, come un liquore che migliora col passare del tempo. Casualità e coincidenze condensate in un cult irripetibile, dove Vin Diesel dà vita a un personaggio che rimane nel cuore dello spettatore, esaurendo quello che c’era da dire su Riddick. Niente da aggiungere, per quanto David Twohy abbia provato a tornare indietro, col terzo capitolo della saga, abbandonando gli affollati spazi della civiltà, recuperando la dimensione animale del furiano in un pianeta desolato.

Riddick (2013) è un passatempo più che piacevole, soprattutto per gli appassionati del personaggio. Ci sono diverse scene che regalano sorrisi e compiacimento. Dopo il discutibile The Chronicle of Riddick (uno spreco di scenografie e ambientazioni), c’è una perdita di coraggio rispetto alla trama: rischiando meno è però più facile appagare lo spettatore rispetto alle aspettative. Non si può non concordare con il protagonista, che in una parentesi autobiografica ammette di aver sbagliato a “civilizzarsi”. Spartano e teso, semplice e isolato: questi erano i punti di forza di un personaggio che si ritrova circondato da sempre minore suspence (il vero punto di forza del primo episodio, che sapeva illuminare di ironia il testosterone emanato dallo schermo).

Di nuovo c’è il corpo vulnerabile dell’eroe, piegato dalla sofferenza, “sacrificato” al sesso e invecchiato anche senza i segni della vecchiaia. In questa fisicità della pellicola si inserisce il nudo parziale di Katee Sackhoff (nei cuori di tutti gli spettatori di Battlestar Galactica).

Piacevole e capace di lasciare un dubbio. Vin Diesel definisce un “miracolo” la possibilità di proseguire con Riddick, di cui l’attore è “innamorato” (e produttore). C’è veramente da rammaricarsi dell’ipotesi che il ciclo non si chiuda e continui con almeno altri due episodi (“non per soldi”)?

Nel frattempo…

«Lascia stare l’inizio. È della fine che devi occuparti adesso».

Ecco, non date retta a Riddick, partite dall’ultimo film, guardatevi il secondo e infine godetevi il primo. Immergetevi in un mondo dal forte impatto visivo (e dal piacevole impatto sonoro), lasciatevi avvolgere da dialoghi asciutti ai confini del ridicolo.

[Voto: 6/10, Riddick, USA, 2013, durata 119', regia di David Twohy]

Immagine tratta da www.filmtv.it

Dmitrij Palagi

Nato nel 1988 in Unione Sovietica, subito prima della caduta del Muro. Iscritto a Rifondazione dal 2006, subito prima della sconfitta de "la Sinistra l'Arcobaleno". Laureato in filosofia, un dottorato in corso di Studi Storici, una collaborazione attiva con la storica rivista dei macchinisti "ancora IN MARCIA".

«Vivere in un mondo senza evasione possibile dove non restava che battersi per una evasione impossibile» (Victor Serge)

 

www.orsopalagi.it
Devi effettuare il login per inviare commenti

Free Joomla! template by L.THEME

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti.