Riddick (2013) è un passatempo più che piacevole, soprattutto per gli appassionati del personaggio. Ci sono diverse scene che regalano sorrisi e compiacimento. Dopo il discutibile The Chronicle of Riddick (uno spreco di scenografie e ambientazioni), c’è una perdita di coraggio rispetto alla trama: rischiando meno è però più facile appagare lo spettatore rispetto alle aspettative. Non si può non concordare con il protagonista, che in una parentesi autobiografica ammette di aver sbagliato a “civilizzarsi”. Spartano e teso, semplice e isolato: questi erano i punti di forza di un personaggio che si ritrova circondato da sempre minore suspence (il vero punto di forza del primo episodio, che sapeva illuminare di ironia il testosterone emanato dallo schermo).
Di nuovo c’è il corpo vulnerabile dell’eroe, piegato dalla sofferenza, “sacrificato” al sesso e invecchiato anche senza i segni della vecchiaia. In questa fisicità della pellicola si inserisce il nudo parziale di Katee Sackhoff (nei cuori di tutti gli spettatori di Battlestar Galactica).
Piacevole e capace di lasciare un dubbio. Vin Diesel definisce un “miracolo” la possibilità di proseguire con Riddick, di cui l’attore è “innamorato” (e produttore). C’è veramente da rammaricarsi dell’ipotesi che il ciclo non si chiuda e continui con almeno altri due episodi (“non per soldi”)?
Nel frattempo…
«Lascia stare l’inizio. È della fine che devi occuparti adesso».
Ecco, non date retta a Riddick, partite dall’ultimo film, guardatevi il secondo e infine godetevi il primo. Immergetevi in un mondo dal forte impatto visivo (e dal piacevole impatto sonoro), lasciatevi avvolgere da dialoghi asciutti ai confini del ridicolo.
[Voto: 6/10, Riddick, USA, 2013, durata 119', regia di David Twohy]
Immagine tratta da www.filmtv.it