Martedì, 03 Febbraio 2015 00:00

La verità è rivoluzionaria; sempre.

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La grande affermazione di Syriza, nei giorni passati, il grande risalto mediatico che questa bomba a orologeria ha creato nelle menti ben pensanti che pullulano in Europa, fa riflettere; è ovvio. La certezza che la Troika, grande spauracchio dei popoli europei, possa essere combattuta aleggia nei pensieri dei posti di comando di Bruxelles.

Circola in queste ora il grande faccione del Ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis, con il suo stop al controllo finanziario dell’Europa che ormai è quasi più di tendenza di una tormentone musicale estivo. Analizzando a mente lucida quello che la storia ci ha lasciato in eredità, da gennaio in salsa greca, possiamo ben dire che siamo ad una svolta. Capire il senso della direzione resta ad oggi difficile, anche se l’idea che la strada imboccata possa essere quella giusta va perseguita con un utopico realismo (ossimoro voluto e cercato). La primavera europea dovrà sbocciare, un motto diceva socialismo o barbarie; ecco siamo arrivati al bivio più grande. Da una parte le barbarie di chi con ideali che sfiorano la decenza e vanno contro stesso l’idea del vivere comune, provano ad aizzare folle con slogan che quasi nemmeno durante la Repubblica di Weimar (lepenismo e le sue varie declinazioni anche le nostrane). Dall’altra parte ci sono dei cuori diversi, non per razza, per religione o appartenenza identitaria ma per pensiero, verso un ideologia collettiva che la vecchia Europa ha ormai perso a furia di seguire l’American dream e l’ultraliberismo contemporaneo.

Diversi, da quegli altri, uguali invece a tanti altri uniti da una sorta di revival internazionalista che di questi tempi, diciamolo può far star bene e forse sperare. Sperare che indipendentemente dai risultati elettorali, dai programmi e dalle bellissime frasi di speranza quello accaduto in Grecia sia un grande cambio di passo è legittimo.

Manifestazione di Podemos a MadridAtene chiama, l’Europa risponde: Podemos in Spagna (grande e partecipata è stata la manifestazione promossa dal movimento di Pablo Iglesias che ha letteralmente invaso Madrid e le sue strade), Sinn Fein in Irlanda, La Linke che in Germania sta cercando di farsi largo tra mille insidie, ora il Portogallo che prova a rispondere con JuntosPodemos, l’Italia che in balia di vecchi dissapori prova a immaginarsi una sinistra diversa, finalmente unita. La strada tracciata che idealmente unisce l’Acropoli di Atene e che passa da Madrid, può essere forse e finalmente quella giusta, viviamo in tempi di maldicenze inganno e diffidenza verso tutto ciò che resta diverso dal nostro senso comune.

Allargare il nostro pensiero in chiave europea può vuol dire tanto, può significare l’inizio di una nuova alba di verità. Il bisogno di autodeterminazione, di possibilità di scegliere collettivamente il proprio futuro si fa avanti, carpe diem. Il tempo è scaduto e il rischio di non cogliere alcune istanze che si alzano dai contesti provati dallo spauracchio dell’austerity è plausibile.

L’Europa non può più essere vista come un grande contenitore vuoto lontano da scenari tristi presenti in questo mondo.

Le guerre (in Ucraina è in atto una delle più sanguinose), sono più vicine di quanto noi le pensiamo e la disuguaglianza sociale si è fatta ormai un suo giaciglio “felice”. Farci credere che viviamo in un contesto dorato e lontano dagli echi truci e disumani è menzogna, ma resta la strategia di pochi per sottomettere i molti. La verità quindi resta una parola negata da politiche dedite all’inganno alla sopraffazione calate dall’alta e troppo spesso lasciate in libertà d’azione. La verità oggi negata ai popoli, sacrificata sull’altare del capitale, in contrapposizione ai veri bisogni reali. La verità (come recita un famoso murales che campeggia sulla facciata dell’ex manicomio di San Giovanni a Trieste) ora più che mai è veramente rivoluzionaria, e di quella ne abbiamo fortemente bisogno.

Ultima modifica il Lunedì, 02 Febbraio 2015 15:12
Andrea Incorvaia

Nato a Locri (RC), il 28 Febbraio 1988, attualmente vivo per studio a Pisa. Sono un allievo specializzando presso la scuola di specializzazione in beni archeologici dell’Università di Pisa, dopo essermi laureato in Archeologia nel 2012. I miei interessi spaziano dall’ambito culturale (beni storico-archeologici soprattutto), alla tutela e alla salvaguardia del paesaggio. Svolgo attività politica nella città che mi ospita e faccio parte di un sindacato studentesco universitario.

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