Dinanzi allo sfacelo e alla confusione della politica in Italia è utile e necessario approfondire l’analisi del quadro economico e non solo fatta dagli istituti di ricerca e statistica. È utile perché permette di staccarsi dalla polemica politica quotidiana (vana e putrescente, vissuta da una ristretta cerchi di tifosi) e necessario perché, numeri alla mano, si può cercare di capire dove stiamo andando.
Con l'accordo tra governo e Arcelor Mittal la pluriennale questione ILVA, resa famosa dal caso Taranto ma in realtà riguardante anche altri siti produttivi più piccoli nel Nord Italia, sembra finalmente avviarsi ad una chiusura.
Ma davvero le problematiche di natura sociale ed ambientale che avevano causato l'emergenza e l'intervento dello Stato sono state risolte una volta per tutte? Con questo ed altri interrogativi ci confrontiamo questa settimana, nella nostra rubrica a più mani.
Pillole dal Giappone #254 – Terremoto ad Hokkaido
I dati congiunturali sull'occupazione vengono ormai accolti dalla stampa tra vere e proprie grida di giubilo, come se vi fosse una riduzione strutturale della disoccupazione in corso.
Rapporto Istat 2018: la fotografia del Paese
Il rapporto Istat è da sempre un'ottima fotografia del Paese reale che sotto la crisi economica sta tirando sempre più la cinghia e arranca tutti i giorni. Andare più in profondità degli andamenti altalenanti delle preferenze politiche ci consente di capire in che direzione andranno le richieste della popolazione che si troverà di fronte a bisogni sempre più impellenti da soddisfare.
Abolizione del Trattato di Schengen, Guerra all’Isis, fine delle sanzioni nei confronti dell’Iran: sono solo alcune delle tematiche internazionali affrontabili solo a livello europeo che oramai ricorrono quasi quotidianamente sui giornali. La stessa “fortuna” non tocca purtroppo alla causa palestinese: nonostante le prese di posizione sempre più nette, non solo degli stati europei ma anche della stessa Commissione, ciò che avviene in quella striscia di terra conquista la cronaca solo se c’è la possibilità di puntare il dito contro la disperazione dei ragazzi dell’Intifada dei coltelli.
Partecipazione e processi partecipativi: il caso Toscana.
Nella bella cornice del parco di via Betti si è svolta, nella giornata di Domenica 21 Giugn,o un’iniziativa sul tema della partecipazione attiva e sui modelli per cui essa viene declinata. L’iniziativa è stata promossa dal Municipio dei Beni Comuni, spazio politico pisano da tempo ormai attivo su svariati temi (ambiente, integrazione, beni comuni, welfare dal basso), nato in seno al grande progetto di recupero dell’ex colorificio e proseguita fino all’ultimo modello di alternativa reale: l’ex distretto militare Curtatone e Montanara rinominato alla sua liberazione in Distretto 42. L’assemblea ha visto sul proprio tavolo una serie di “ingredienti” molto interessanti; esperienze narranti di situazioni diverse tra loro ma pur sempre imparentate fortemente. Progetti nati dal basso, su iniziativa prettamente popolare che creano o hanno creato veramente partecipazione.
Il 2014 è stato archiviato da molti di noi come un anno abbastanza difficile. Di sicuro lo è stato per il popolo palestinese: l’escalation militare di quest’estate che ha visto l’esercito israeliano tornare a bombardare massicciamente la Striscia di Gaza, l’aumento esponenziale del numero di prigionieri politici detenuti, a dispetto di ogni normativa a difesa dei diritti umani, nelle carceri dello stato d’Israele e la rottura dei negoziati di pace, giusto per accennare a qualcosa.
In direzione ostinata e ostinata.
Palazzo Boyl sgomberato torna “regno del degrado”.
L’atmosfera natalizia, quel brio di festa che circola solitamente nell’aria dicembrina, ha regalato nella mattinata odierna alla città di Pisa; ai suoi cittadini e alle sue cittadine l’ennesimo doloroso sgombero di un luogo simbolo di incuria degrado e mala gestione civica. Palazzo Boyl, liberato dal Municipio dei Beni Comuni, lo scorso 22 Novembre torna ad essere il “regno dei piccioni” o degli acari, fate voi.
Di Francesca Gabbriellini e Andrea Incorvaia
L’alba del 22 Novembre a Pisa, è stata un altro bellissimo momento di bagliore nel grigiore quotidiano di una città, costretta a vivere sotto una cappa cupa e rigida, per certi versi legata a schemi desueti.
Gli attivisti e le attiviste del Municipio dei Beni Comuni hanno liberato dall’incuria, dal degrado, dal vile e ingiusto abbandono uno dei più bei palazzi affacciati sul Lungarno Mediceo, definito dal Leopardi “ancor meglio di quello di Firenze”. Una liberazione, sì, in piena regola: le catene del tempo imposte dalle logiche speculative e di gentrificazione che si erano impossessate dei soffitti, delle pareti finemente affrescate, dei pavimenti ridotti a cumuli di polvere, di ogni cosa presente all’interno di un luogo narrante cinquecento anni di storia, sono state finalmente spezzate. Un’occupazione all’insegna della restituzione alla cittadinanza tutta di uno spazio che sarebbe altrimenti finito nel nel dimenticatoio, a fronte di una storia importante e di grande valore.
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