Mercoledì, 25 Giugno 2014 00:00

Pillole dal Giappone #39 - Grandi aziende, basse imposte

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Prosegue, lentamente ma inesorabilmente, il cammino compiuto da Abe per trasformare il Giappone in una potenza militare impegnata all'estero. A fine maggio si è avuto il tentativo di allentare le misure che impediscono alle Forze di autodifesa dispiegate all'estero (principalmente con compiti logistici e di supporto) di entrare in aree dove si combatte. Lo scorso 6 giugno il governo è nuovamente intervenuto sul tema presentando, nell'ambito della politica del cosiddetto “diritto all'autodifesa collettiva”, tre nuovi criteri riguardanti il dispiegamento di truppe all'estero.

I tre nuovi criteri per l'intervento di forze nipponiche in aree di combattimento prevedono: il non supporto a truppe straniere sul campo di battaglia; l'uscita da aree divenute terreno di battaglia; la possibilità, qualora sia necessario, che personale delle FAD sia impiegato sui campi di battaglia con mansioni di salvataggio di civili ed assistenza a soldati feriti. Le nuove misure, in aperto contrasto con le precedenti che escludevano totalmente l'impiego di militari in aree di combattimento, introducono sempre più la possibilità che truppe nipponiche si trovino ad ingaggiare combattimenti (ad esempio in risposta ad un attacco).

In campo nucleare una nuova forte presa di posizione contro la riattivazione degli impianti spenti e per un celere lavoro di smantellamento dell'impianto di Fukushima è stato preso dai sindaci dell'omonima Prefettura i quali, riuniti in assemblea lo scorso 4 giugno, hanno adottato una risoluzione in tal senso. Il giorno precedente un gruppo di consiglieri comunisti delle Prefetture della regione di Kyushu hanno chiesto, durante un incontro con i dirigenti della Kyushu Electric Power Company, che la società di astenga dal riattivare le centrali di Sendai e Genkai.
Nell'incontro i rappresentanti comunisti hanno rilevato gli elevati rischi connessi alla vicinanza delle centrali a vulcani attivi.

In ambito fiscale, lo scorso 9 giugno, il senatore comunista Satoshi Inoue ha denunciato la politica fiscale del governo nei confronti delle grandi aziende mostrando la tassazione reale – estremamente bassa – sui profitti realizzati da queste imprese. Questo regime fiscale “beneficia unicamente i grandi azionisti e facilita le imprese nell'accumulare profitti senza che ciò si traduca mai in un aumento dei salari dei lavoratori” ha sottolineato il parlamentare del PCG rilevando come queste misure colpiscono la domanda interna ed impediscono un ciclo di crescita per il Paese. La domanda interna che è stata inoltre pesantemente colpita dall'aumento della tassa sui consumi (portata all'otto per cento in aprile).

(con informazioni di Japan Press Weelkly 4 – 10 giu. 2014)

Ultima modifica il Martedì, 24 Giugno 2014 19:14
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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