Domenica, 22 Febbraio 2015 00:00

Pillole dal Giappone #72 - La rivendicazione, non sopita, sulle Curili

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Le vicende legate al rapimento (ed alla tragica fine) dei cittadini nipponici rapiti in Siria contengono informazioni coperte da segreto di Stato soggette alla nuova – e contestatissima – legge che regolamenta la materia, a dichiararlo il ministro degli Esteri Kishida.
Le stringenti norme sul segreto di Stato potrebbero costituire un impedimento nell'accertare la condotta tenuta dal governo rispetto a questi avvenimenti.
Una investigazione che porti all'accertamento della verità è stata chiesta, lo scorso 5 febbraio, dal Presidente del Partito Comunista Shii.

In ambito di “diritto all'autodifesa collettiva” è del tre febbraio l'annuncio che un ufficiale delle Forze di Autodifesa ricoprirà il ruolo di comandante della Combined Task Force 151 impegnata in attività anti-pirateria in Somalia.
Proseguono intanto le proteste e le manifestazioni di dissenso rispetto ai voli osprey: lo scorso 5 febbraio il senatore Nihi ha chiesto al governo di interrompere la progettata dislocazione di questi mezzi presso l'aereoporto civile di Saga.

In tema di rivendicazioni territoriali non sono soltanto le isole Senkaku/Diaoyutai a far discutere, anche la vicenda legata alle isole Curili viene periodicamente riproposta all'attenzione pubblica.
Lo scorso 7 febbraio si è tenuta la tradizionale manifestazione (è stata istituita nel 1981) per reclamare i “Territori del Nord”, nome dato dai giapponesi alle isole occupate dalle forze sovietiche nel 1945 e da allora annesse all'URSS.
Il 7 febbraio 1855 venne firmato il Trattato di Shimoda tra l'Impero Russo e quello nipponico, accordo che riconosceva la sovranità giapponese sulle Curili meridionali. Sulla vicenda, un incontro tra il premier Abe ed il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin dovrebbe tenersi nel secondo semestre di quest'anno. Storicamente favorevole alla rivendicazione anche il Partito Comunista.
In un proprio comunicato ufficiale, datato proprio 7 febbraio, il Ministero degli Esteri di Mosca ha ribadito la propria posizione: “siamo costretti a ricordare nuovamente che la sovranità della Federazione Russa sulle Isole Curili Meridionali si basa sugli esiti generalmente riconosciuti della Seconda Guerra Mondiale e nel quadro consolidato del diritto internazionale, inclusa la Carta delle Nazioni Unite. Pur non sminuendo il significato storico del Trattato di Shimoda, va sottolineato che la vicenda attuale non ha alcun riferimento con quel documento”, si legge nel comunicato del ministero guidato da Sergej Lavrov.
Il richiamo agli esiti del secondo conflitto mondiale è un chiaro riferimento al Trattato di San Francisco, documento che, seppur non firmato dai sovietici, determinò la fine di ogni diritto di sovranità sulle isole Curili da parte del Sol Levante.

(con informazioni di Japan Press Weekly 4 – 10 febb. 2015 e mid.ru)

Ultima modifica il Sabato, 21 Febbraio 2015 18:17
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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