In ambito politico, hanno suscitato scandalo, anche all'estero, le dichiarazioni della scrittrice ed ex consulente (ha fatto parte di un gruppo di lavoro governativo per le riforme nella scuola) del premier Abe Ayako Sono. In un editoriale, apparso lo scorso 11 febbraio su Sankei Shimbun, riguardante le ipotizzate nuove politiche migratorie per fronteggiare la carenza di manodopera in molti settori dell'economia nipponica, la scrittrice ha affermato che sia “desiderabile” un sistema di apartheid.
Una dura protesta al giornale che ha ospitato l'articolo è giunta dall'ambasciatrice del Sud Africa in Giappone Mohau Pheko: “l'apartheid è un crimine contro l'umanità. Esso non può trovare giustificazione nel ventunesimo secolo per discriminare altri esseri umani, dovunque nel mondo, sulla base del colore della loro pelle o di ogni altra caratteristica”.
Un'altra tegola per Abe è arrivata, il 23 febbraio, dal governo: il ministro dell'agricoltura Koya Nishikawa ha rassegnato le proprie dimissioni in seguito ad uno scandalo inerente un finanziamento percepito, nel 2012, dalla federazione liberal-democratica di Tochigi all'epoca guidata dal politico conservatore. L'azienda che aveva effettuato la donazione era stata beneficiaria, alcuni mesi prima, di un sussidio pubblico: pur essendo allora in carica il governo Noda (PDG) la legge sul finanziamento pubblico vieta alle aziende di effettuare donazioni a meno di un anno dal ricevimento di sovvenzioni pubbliche. L'ex ministro è coinvolto anche in altre vicende di finanziamenti sospetti da parte di aziende del settore dello zucchero.
Il premier Abe ha dichiarato di aver accettato con riluttanza le dimissioni di Nishikawa, ed ha lodato il contributo dato dal ministro ai colloqui per il trattato di libero commercio trans-Pacifico.
A prendere il posto di Nishikawa è stato Yoshimasa Hayashi, già ministro dell'Agricoltura con Abe, che proprio a Nishikawa fece posto nel rimpasto del settembre 2014.
Ad Okinawa non si arresta, intanto, l'opposizione della cittadinanza alla base, oramai in fase preliminare di realizzazione, di Henoko (Nago): in 5.000 hanno manifestato, lo scorso 22 febbraio, per chiedere lo stop ai lavori. Presenti alla manifestazione il Presidente del Partito Socialdemocratico Tadatomo Yoshida, il vicepresidente del PCG Akira Koike ed il sindaco di Nago Susumu Inamine. Il giorno seguente, l'assemblea cittadina di Naha (capoluogo della Prefettura di Okinawa) ha approvato una mozione per chiedere di interrompere i lavori e contemporaneamente lo smantellamento della base dei marines di Ginowan.
(con informazioni di Japan Press Weekly 18 – 24 febb. 2015, sajapan.org e japantimes.co.jp)