Domenica, 30 Ottobre 2016 00:00

Pillole dal Giappone #157 - Le capriole di Duterte

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Un piede in due scarpe, così si può riassumere la politica seguita dal Presidente filippino Duterte il quale - lo scorso mercoledì, durante una visita a Tokyo - ha convenuto con Abe che vada ristabilito lo “stato di diritto” nel Mar Cinese Meridionale.
Duterte conferma così di oscillare tra una voglia di normalità nei rapporti tra il proprio Paese e la Cina ed una prosecuzione delle tradizionali relazioni dell'Arcipelago con il Giappone.

“Il tema del Mar cinese Meridionale è una questione di interesse per l'intera area ed è strettamente connessa con la pace e la stabilità regionale” ha dichiarato il premier nipponico al termine dell'incontro riaffermando di aver convenuto con il proprio omologo che “va confermata l'importanza della risoluzione pacifica delle dispute marittime”.
Per parte sua Duterte ha chiarito che “le Filippine continueranno a lavorare a stretto contatto con il Giappone sulle questioni di interesse comune nella regione ed a sostenere i valori condivisi della democrazia, l'affermazione dello stato di diritto e per la soluzione pacifica delle controversie: tra esse quella inerente il Mar Cinese Meridionale”. Parlando poi ai giornalisti il Presidente Duterte ha però ribadito di voler essere “amico della Cina” e di non volere nelle Filippine “armi ed aeroporti che ospitino bombardieri” nordamericani, e che il proprio Paese può “sopravvivere anche senza l'America”.
Secondo fonti stampa il governo di Tokyo, nell'ambito della cooperazione bilaterale, dovrebbe concedere un prestito di cinque miliardi di yen per lo sviluppo agricolo dell'isola di Mindanao.
La visita di Duterte a Tokyo è stata valutata positivamente dalla Cina. Per il Portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, Lu Kang, "è positiva la cooperazione tra tutte le nazioni, specie per quele vicine" e che essendosi "raffredata" la tensione tra le due nazioni "Cina e Filippine hanno convenuto di ristabilire i legami e rafforzare la cooperazione".
Primo effetto di questo abbassamento della tensione tra i due Paesi (culminata con il ricorso unilaterale ad un tribunale arbitrario da parte delle Filippine) è stata l'aggiudicazione da parte di una compagnia statale cinese, la China Communications Construction Company (CCCC), di un appalto concernente importanti lavori connessi allo sviluppo del porto di Davao. La CCCC ha effettuato, lo scorso anno, alcuni dei contestatissimi lavori (come la costruzione di sette isole artificiali), parte della strategia volta ad affermare la sovranità cinese sulle isole Nansha e principale motivo di scontro tra le due nazioni asiatiche.

Giovedì, frattanto, 123 nazioni hanno votato a favore della risoluzione per la convocazione di un summit internazionale che stenda un trattato per il bando delle armi nucleari. La risoluzione è stata presentata da un gruppo di Paesi non possessori (tra essi Brasile, Irlanda, Messico ed Austria) ed ha visto il voto contrario di 38 nazioni: tra esse - oltre ovviamente Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna, Francia ed Israele - anche il Giappone.
È un forte passo indietro, quello compiuto dal Sol Levante - l'unico Paese ad aver sperimentato la distruttività delle armi atomiche - rispetto ad un percorso di dialogo con il Gruppo di Lavoro delle nazioni non dotate di armi nucleari istituito a Ginevra proprio con il compito di elaborare un trattato per il bando totale di tali armi.

In ambito di politique politicienne il permier Abe, come si vociferava ormai da mesi, ha ottenuto dal proprio partito, durante una riunione dei vertici tenutasi lo scorso mercoledì, l'estensione del proprio mandato di Presidente del PLD fino al 2021 (il suo mandato sarebbe scaduto nel 2018). “Avremo un governo più stabile e ciò è vitale per la crescita della presenza internazionale del Giappone” secondo Toshimitsu Motegi, capo dell'Ufficio politico del partito.
Abe ha anche portato a casa, il 23 ottobre, la vittoria nelle elezioni suppletive della Camera dei Rappresentati che hanno interessato due collegi elettorali (uno a Fukuoka e l'altro a Tokyo). Non è bastato all'opposizione l'appoggio congiunto di due candidati democratici (Fumiko Arai e Yosuke Suzuki) per spuntarla sul blocco conservatore.

Intanto, il governo ha deciso di costituire un tavolo consultivo per elaborare una proposta di legge (che con ogni probabilità non sarà discussa durante la sessione ordinaria della Dieta attualmente in corso) sulla spinosa vicenda dell'abdicazione di Akihito. Il tavolo sarà guidato da Takashi Imai, Presidente onorario di Keidanren (la confindustria nipponica).
L'attuale sessione della Dieta ha però iniziato la discussione del disegno di legge per la ratifica dell'Accordo di Parigi sul clima. Critiche per il ritardo con il quale la questione è stata sottoposta al parlamento sono arrivate dalla senatrice comunista Kurabayashi, la quale ha anche giudicato insufficiente l'obiettivo, proposto dai conservatori, di ridurre del 26% le emissioni di gas serra entro il 2030.

(con informazioni di Japan Press Weekly 19 – 25 ott. 2016; fmprc.gov.cn; asahi.com; japantimes.co.jp; the-japan-news.com)

Ultima modifica il Sabato, 29 Ottobre 2016 12:49
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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