Tra i suoi ultimi atti il nuovo tentativo di mettere i bastoni tra le ruote alla base USA di Henoko ritirando alcune autorizzazioni concesse dal proprio predecessore nel 2013 (un intervento simile era già stato bocciato negli anni scorsi dalla Corte Suprema). Il locale ufficio del Ministero della Difesa ha lasciato intendere che quei lavori, nello specifico dei lavori di sbancamento, inizieranno la prossima settimana.
Le prossime elezioni per il rinnovo della carica di Governatore si terranno in novembre e non è ancora chiaro chi sarà il candidato della coalizione di governo uscente. Tra gli altri si fanno i nomi del vicegovernatore Kiichiro Jahana, della sindaca di Naha Mikiko Shiroma, della senatrice Keiko Itokazu (eletta con la civica “Vortice di Okinawa”) ed ancora di Susumu Inamine, ex sindaco di Nago, cittadina nel cui territorio sorgerà la base e recentemente passata di nuovo nelle mani dei conservatori. Già scelto invece il candidato del PLD: il sindaco di Ginowan (comune nel quale sorge la base che sarà trasferita a Nago) Atsushi Sakima.
Sulla base si terrà un referendum, il cui valore sarà soltanto consultivo, probabilmente nella prossima primavera dopo che su questo obiettivo sono state raccolte oltre 100.000 firme (quasi il 9% degli aventi diritto al voto nella Prefettura): adesso occorre il via libera dell'Assemblea dove gli anti-base sono la maggioranza.
Espresse le condoglianze dal Segretario Generale del Gabinetto Yoshihide Suga e dallo stesso premier Abe: “voglio rendere omaggio al suo contributo allo sviluppo di Okinawa” ha affermato il capo del governo a margine della cerimonia di Nagasaki. Un comunicato di condoglianze è stato diffuso persino dal Ministero degli Esteri degli Stati Uniti nonché ovviamente dai partiti che fanno parte della coalizione “Conferenza tutta Okinawa”.
Circa 70.000 persone hanno preso parte, l'undici giugno, ad una manifestazione a Naha contro la nuova base militare di Henoko e ricordato il Governatore Onaga i cui funerali si sono svolti il giorno precedente nel tempio scintoista Daitenji nel capoluogo.
In politica estera è stata ufficialmente mostrata la disponibilità del Giappone ad un dialogo diretto con la Corea del Nord: è quanto emerge dal summit dei ministri degli Esteri dei Paesi ASEAN cui ha partecipato anche il nipponico Taro Kono. Il responsabile della politica estera dell'Arcipelago ha utilizzato l'incontro di Singapore per un breve colloquio con l'omologo nordcoreano Ri Yong Ho. Parlando con i giornalisti Kono ha ribadito che la base per poter riallacciare relazioni diplomatiche è la dichiarazione congiunta firmata dai due Paesi nel 2002.
Dopo Singapore Kono ha fatto tappa a Naypyitaw, capitale del Myanmar, per colloqui con Aung San Suu Kyi per discutere degli atti di violenza commessi dalle autorità del Paese contro la minoranza islamica. La scorsa settimana il Myanmar ha annunciato la costituzione di una commissione di indagine sui fatti che vede tra i propri membri anche diplomatici stranieri (compresi nipponici). Lo stesso tema – ma anche la quesitone delle misure di sicurezza per i cittadini giapponesi che si trovano in Bangladesh – è stato oggetto della visita di Kono a Dhaka, città nella quale nel 2016 vennero uccisi sette cittadini nipponici.
Si è frattanto ricordato il 6 agosto il 73° anniversario del bombardamento atomico di Hiroshima. Nel proprio discorso il sindaco della città, Kazumi Matsui, ha chiesto che il Giappone “giochi il proprio ruolo” verso quei Paesi che “proclamano apertamente il nazionalismo egocentrico e modernizzano i loro arsenali nucleari”. Il riferimento, nemmeno troppo velato, è al trattato per il bando delle armi atomiche passato in sede ONU senza il voto favorevole del Sol Levante. Nessuna menzione esplicita al trattato è stata fatta dal premier Abe, anch'egli intervenuto nella cerimonia, anche se il capo del governo ha parlato di “dovere del Giappone, in qualità di unica nazione colpita da armi atomiche in tempo di guerra, di lavorare senza posa all'obiettivo di un mondo senza armi nucleari”.
Presenti all'evento circa 50.000 persone, tra essi diversi hibakusha, ed i rappresentanti di 85 Paesi comprese le potenze atomiche di Russia, Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna. Non presente ufficialmente la Cina. Letto da Izumi Nakamitsu, Alto Rappresentante ONU per il Disarmo, il discorso del Segretario Generale dell'ONU. “L'adozione del trattato sulla proibizione delle armi atomiche avvenuta lo scorso anno dimostra che esiste un supporto internazionale per la fine permanente della minaccia posta dalle armi nucleari ma anche la frustrazione alla lentezza con cui si raggiunge questo obiettivo” si legge nel messaggio inviato da Guterres.
Il 9 agosto si è invece commemorato l'anniversario del bombardamento atomico su Nagasaki. Nel proprio discorso il sindaco Tomihisa Taue ha invitato il governo nipponico ad abbandonare l'ombrello nucleare degli USA e ad appoggiare il trattato ONU per la proibizione di tali armi. “Chiedo con fermezza che si vada verso politiche della sicurezza che non dipendano dalle armi nucleari prima che l'umanità, ancora una volta, commetta degli errori e voglia creare altre vittime da bombardamenti atomici” ha detto il sindaco che ha anche ricordato Hideo Tsuchiyama, ex presidente della locale università, e Sumiteru Taniguchi, già dirigente della Confederazione delle associazioni di hibakusha, morti lo scorso anno.
Presenti alla cerimonia circa 5.800 hibakusha (tra essi il segretario di Hidankyo Terumi Tanaka), nonché il Segretario Generale dell'ONU Antonio Guterres che ha ribadito come l'eliminazione delle armi atomiche “rimanga la più importante priorità sul disarmo delle Nazioni Unite”. Guterres si è poi brevemente trattenuto a Tokyo per colloqui con il premier Abe ed ha ribadito l'impegno della propria organizzazione affinché siano rispettate le sanzioni contro la Corea del Nord e si dia slancio al programma di disarmo ONU denominato “Assicurare il nostro futuro comune”.
Nel contempo gli effetti della Seconda Guerra Mondiale continuano a farsi sentire nel settore edilizio. La settimana scorsa, infatti, a Nishitokyo (Prefettura Metropolitana di Tokyo) durante i lavori di costruzione di un edificio nei pressi di una scuola è stato trovato un enorme quantitattivo di armi risalenti a quel periodo. In totale sono state rinvenute 1.400 armi da fuoco e 1.200 armi da taglio insieme a granate, proiettili e palle di cannone.
L'otto agosto sono invece rientrati in patria i resti alcuni soldati nipponici morti in territorio sovietico durante il secondo conflitto mondiale. Una legge che finanziava le ricerche ed il ritorno dei resti dei militari caduti all'estero era stata approvata nel 2015.
Una strana richiesta è frattanto giunta dall'Archivio Nazionale del Giappone: l'ente, l'archivio centrale del Paese, ha chiesto a 39 tra ministeri ed agenzie centrali di chiarire il contenuto ed i titoli di circa 200.000 documenti (prodotti nel 2016 e nel 2017) al fine di comprendere se essi vadano effettivamente conservati. Il sospetto è che siano stati inseriti di proposito titoli molto vaghi così da far perdere le tracce ai documenti, sia pure ufficialmente conservati, e renderli irreperibili comprendo così scandali.
Sempre nell'ambito di documenti negati, manomessi o nascosti la ministra dell'Interno Seiko Noda ha annunciato che si autopunirà restituendo un anno di stipendio per una confusa vicenda che riguarda una richiesta di accesso agli atti effettuata da un quotidiano e che si riferiva ad una riunione dell'Agenzia dei Servizi Finanziari cui partecipò il segretario della ministra. Su questa vicenda si è aperto uno scandalo, dai confini ancora piuttosto incerti, che riguarderebbe l'interessamento di Noda circa le sanzioni ad un'azienda sospettata di trafficare illegalmente in criptovalute e per questo sotto indagine amministrativa da parte dell'Agenzia.
Ad inizio maggio il quotidiano Asahi Shimbun chiese i report di una riunione dell'ente che si tenne, in maniera piuttosto inusuale, nell'ufficio che la ministra occupa in qualità di parlamentare. La notizia della richiesta di accesso agli atti da parte del giornale venne resa nota dalla stessa Noda prima, il 23 maggio, che la decisione ufficiale fosse presa (cosa che avvenne il 31). I funzionari dell'Agenzia si sono giustificati circa le informazioni date alla ministra (che essendo edotta dell'interessamento dei giornali ha avuto potenzialmente possibilità di macchinare sulla vicenda) affermando che essendo coinvolto un membro del governo era importante comunicarlo direttamente. L'Agenzia, in ultimo, non dipende affatto dal Ministero degli Interni bensì da quello delle Finanze che ha infatti già provveduto a punire i solerti funzionari.
Uno scandalo, che ha avuto anche grande risonanza internazionale, potrebbe coinvolgere l'Università Medica di Tokyo qualora le accuse di discriminazione sessuale venissero confermate. Secondo quanto riportato dalla stampa nipponica, cinque anni fa sarebbero stati modificati i test di ingresso per le facoltà a numero chiuso al fine di favorire gli uomini. A motivare l'intervento l'alto numero di donne che lasciavano incompleti i loro studi senza conseguire il titolo. Annunciata dall'ateneo la costituzione di una commissione d'inchiesta interna.
Alcuni avvocati intanto affermano di avere le prove delle manomissioni discriminatorie dei test ed accusano anche di corruzione da parte di alcuni genitori affinché i figli potessero passare i test l'ex rettore dell'ateneo Masahiko Usui e l'ex presidente Mamoru Suzuki. Accuse di favoritismo hanno per oggetto anche il figlio di Futoshi Sano, dirigente del Ministero dell'Istruzione. Di questione che “erode la fiducia verso le università" ha parlato il ministro Hayashi che invierà uno specifico questionario a tutte le università per verificare l'esistenza di casi simili (al Ministero danno per accertate le violazioni discriminatorie).
In uno scandalo diverso ma che riguarda lo stesso dicastero ha ammesso gran parte delle proprie responsabilità Kazuaki Kawabata, ex direttore generale per gli Affari Internazionali del Ministero dell'Istruzione accusato di aver preso una mazzetta ed arrestato il 26 luglio su mandato della Procura di Tokyo.
In politica interna una nuova manifestazione del movimento omosessuale è avvenuta a Tokyo, questa volta alla stazione di Shibuya, per chiedere le dimissioni della deputata Mio Sugita. La parlamentare liberal-democratica aveva affermato la scorsa settimana che gli omosessuali “non sono produttivi” in quanto non “producono” figli. In pochissime settimane sono state raccolte ben 25.000 firme in calce ad una petizione che chiede le dimissioni della deputata.
Nei piani alti del PLD, come era nell'aria da settimane Shigeru Ishiba ha annunciato la propria candidatura alla presidenza del partito. “Voglio una politica onesta” ha detto l'ex ministro per marcare una distanza dai numerosi scandali che stanno riguardando il premier e molti dirigenti dei ministeri. Le elezioni interne si terranno il prossimo 20 settembre. Tra le principali proposte di Ishiba vi è la creazione di un ministero per la prevenzione delle catastrofi ed una diversa, ma ancora non chiarita, politica verso le aree meno sviluppate.
A Nagano domenica scorsa conferma per Shuichi Abe nelle elezioni per il rinnovo della carica di Governatore. Abe, 57 anni e Governatore da due mandati della Prefettura, è stato appoggiato dal Partito Liberal-Democratico ma anche da partiti che nazionalmente si collocano all'opposizione. Sconfitta per Chuichi Kanai del Partito Comunista. L'affluenza, con il 43,28%, è stata la più bassa di sempre (nel 2014 fu del 43,56%). In termini assoluti Abe ha totalizzato 635.000 preferenze mentre Kanai 110.000.
In economia un record positivo si è registrato per quanto riguarda l'export alimentare. Nella prima metà del 2018 esso è stato superiore a 400 miliardi di yen (+10% rispetto allo scorso anno). A trainare la crescita, che potrebbe però rallentare quando saranno prese in considerazione dalle statistiche le perdite di raccolti dovute alle piogge torrenziali di luglio, la carne di bovino (+40%) e le mele (+50%). Record negativo invece per quanto concerne la spesa delle famiglie, in calo a giugno per il quinto mese consecutivo. A giugno 2018 i nuclei familiari con due o più membri hanno speso in media 267.641 yen e cioè l'1,2% in meno rispetto al 2017. Per gli stessi nuclei la media delle entrate da salario è stata di 808-716 yen e cioè un +4,4% rispetto all'anno precedente. Lontanissimo, allo 0,8%, l'obiettivo del 2% del tasso di inflazione auspicato dalla Banca Centrale.
Tra le aziende profitti in crescita per SoftBank che ha comunicato entrate per il trimestre aprile-giugno pari a 2,8 miliardi. Buone notizie anche per Toshiba che dopo aver completato la vendita del settore chip sembra rafforzarsi segnando per il primo quarto dell'anno utili per oltre nove miliardi di yen. Cattive notizie per le aziende automobilistiche Suzuki, Mazda e Yamaha che secondo quanto reso noto dal governo non hanno condotto delle ispezioni appropriate sui consumi di carburante delle proprie produzioni (almeno 6.400 veicoli a partire dal 2012). Dopo gli scandali di Nissan e Subaru il Ministero dei Trasporti aveva infatti chiesto a 23 produttori di effettuare ulteriori test interni per verificare gli effettivi consumi di carburante. Le tre società avrebbero condotto questi test in maniera inappropriata (ad esempio facendo viaggiare l'auto ad una velocità inferiore al previsto) ma negano di aver falsificato i dati riconoscendo comunque che debbono migliorare i sistemi di verifica e formare maggiormente il personale.
Nelle stesse ore uscivano gli ultimi dati sul volume degli ordini di auto nipponiche che hanno mostrato per giugno un calo dell'8,8% rispetto al mese precedente. In totale nel manifatturiero si è registrato un calo del 15,9% dovuto alla contrazione della richiesta di prodotti chimici e di componentistica elettrica.
Il 9 agosto, frattanto, è giunto a Washington il ministro Motegi per l'avvio del dialogo commerciale tra il proprio Paese e gli USA. Al termine del primo incontro è apparso chiaro dalle parole di Motegi che la strada per un accordo commerciale sarà ancora lunga.
Il surplus nella prima metà del 2018 è stato comunque positivo registrando una crescita del 2,1% rispetto all'anno precedente ma ciò è in parte dovuto al rientro di dividendi prodotti all'estero da aziende nipponiche.
Nel settore dei trasporti è invece arrivata un'ispezione ministeriale lo scorso giovedì in una delle sedi di Yamato Holding. La scorsa settimana il gruppo aveva ammesso di aver applicato in maniera erronea alcune tariffe pesando sui propri clienti, negli ultimi cinque anni, per 27,9 milioni di dollari più del dovuto. Gli errori afferiscono alla sussidiaria Yamato Home Convenience ed in particolare a 123 delle sue 128 sedi ed hanno colpito 2.640 clienti.
Nelle telecomunicazioni annunciata da Nippon Telegraph and Telephone la creazione di una nuova società che opererà soltanto nel settore IT ed all'estero. La società sarà il risultato della fusione di altre cinque e prenderà il nome di NTT inc.
Sul fronte meteorologico le piogge torrenziali che ancora colpiscono il Giappone hanno prodotto altri 2.000 sfollati nella Prefettura di Yamagata. Interrotta in quasi 5.000 case la fornitura di energia elettrica. Contemporaneamente a causa dell'ondata di caldo si è registrato un record di ricoveri negli ospedali: ben 71.266 negli ultimi tre mesi. Complessivamente sono state 138 le persone morte a causa delle elevatissime temperature raggiunte quest'estate nell'Arcipelago.
Nella Prefettura di Ibaraki, invece, colpita gravemente dalle piogge del 2015, un gruppo di cittadini (19 famiglie in totale) residenti a Joso ha intentato causa civile allo Stato chiedendo 335 milioni di yen di risarcimento. La cittadina tre anni fa finì allagata per un terzo della propria estensione: 5.000 furono le case distrutte e due i morti. Secondo i ricorrenti vi fu negligenza da parte dello Stato che non intervenne per mettere in sicurezza uno dei fiumi responsabili degli allagamenti.
Frattanto un nuovo sistema di allerta è in corso di sperimentazione negli uffici dell'Istituto Nazionale di Tecnologia delle Informazioni e Comunicazioni di Tokyo. Il sistema, fondato essenzialmente sui radar, dovrebbe consentire di prevedere piogge fuori dal comune e di mettere in guardia la popolazione permettendo di sfollare con un certo anticipo.
In ambito nucleare lo scorso mercoledì il Governatore della Prefettura di Shimane, Zembee Mizoguchi, ha espresso l'intenzione di non mettere i bastoni tra le ruote al processo di approvazione di un reattore nucleare della Chugoku Electric nel comune di Matsue. Si tratta del terzo reattore, attualmente in fase di completamento, mentre gli altri due reattori della centrale che erano già operativi prima delle nuove regole introdotte nel 2011 sono sotto la lente dell'Autorità Regolatrice per la loro eventuale riattivazione. Il 10 agosto la società elettrica ha chiesto al governo che siano effettuati i controlli sui sistemi di sicurezza mostrando così di essere già avanti nel processo di riattivazione.
Una buona notizia è giunta in settimana per tutte le aziende del settore. Il 6 agosto, infatti, il governo ha annunciato che non aumenterà la quota che le aziende operanti nel nucleare debbono obbligatoriamente accantonare per eventuali compensanzioni a vittime di incidenti (attualmente la cifra è di 120 miliardi di yen per centrale).
(con informazioni di un.org; japan.kantei.go.jp; mainichi.jp; japantimes.co.jp)
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