Domenica, 11 Novembre 2018 00:00

Pillole dal Giappone #263 – Avanza tra le proteste la costruzione della base di Henoko

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Pillole dal Giappone #263 – Avanza tra le proteste la costruzione della base di Henoko

Non soltanto Nippon Steel al centro delle polemiche connesse allo sfruttamento di manodopera durante l'occupazione coloniale. Stando a fonti stampa Mitsubishi Materials starebbe istituendo un fondo per corrispondere risarcimenti a migliaia di ex schiavi sfruttati durante il secondo conflitto.
La società – da tempo in contatto con i rappresentanti di ex forzati cinesi – starebbe pensando di corrispondere risarcimenti pari a 100.000 yuan per ogni vittima. 
Tra il 1943 ed il 1945 furono circa 39.000 gli schiavi cinesi costretti a servire l'occupante e di questi 6.830 morirono a causa delle bestiali condizioni di lavoro. 

Intanto, dopo le polemiche furenti delle scorse settimane, in segno di parziale distensione tre navi militari sudcoreane hanno comunque attraccato, nell'ambito delle normali attività di collaborazione tra le due Marine, nel porto di Nagasaki.
I tre mezzi, tra i quali vi è il cacciatorpediniere Dae Jo Yeong, hanno ricevuto lo scorso lunedì il benvenuto dalle forze portuali della base di Sasebo. 
“È importante promuovere la mutua comprensione e costruire fiducia per affrontare i problemi” ha affermato il viceammiraglio Kikuchi salutando il naviglio coreano. 
Proprio dalla Corea del Sud nelle ultime settimane era giunta la richiesta che la Marina nipponica non esponesse più la propria bandiera in quanto identica a quella del periodo del coloniale.

Nuove polemiche con la RdC potrebbero però alimentarsi per un nuovo ricorso, in fase di preparazione, che Tokyo potrebbe presentare al WTO contro gli aiuti di Stato alla cantieristica navale elargiti dal vicino a sostegno della propria industria nazionale.
“Ho comunicato ai coreani della necessità di trovare una soluzione amichevole ma il governo della Corea del Sud ha continuato a spiegare che i propri sussidi non costituiscono una distorsione del mercato” ha affermato il ministro delle Infrastrutture Keiichi Ishii.
L'eventuale ricorso segue di poco quello già presentato dai nipponici sui dazi doganali imposti da Seul all'acciaio nipponico.

Sulla sentenza di condanna a Nippon Steel di “cambiamento contro l'ordine internazionale” ha nuovamente parlato Taro Kono in una conferenza stampa convocata il 6 novembre nella quale il ministro degli Esteri edochiano ha riaffermato che l'accordo bilaterale del 1965 non consentirebbe più ai coreani di fare causa individualmente al governo o ad aziende nipponiche. 
Di “sconcerto per dichiarazioni eccessive da parte di membri del governo giapponese” ha parlato il primo ministro di Seul Lee Nak-yon per il quale certe affermazioni “non sono né appropriate né sagge”.

Sempre in politica estera è giunto lo scorso lunedì a Tokyo il capo del governo malese Mahathir Mohamad per ricevere un'alta decorazione nipponica.
Giappone e Malesia hanno in corso una fortissima cooperazione economica che comprenderà, è notizia risalente alla scorsa settimana, anche la garanzia nipponica su titoli di Stato malesi per un valore pari ad oltre 200 miliardi di yen.
I bond, di durata decennale, saranno garantiti dalla Banca del Giappone per la Cooperazione Internazionale e saranno immessi sul mercato da marzo 2019.

Per quanto concerne la questione iraniana lo scorso lunedì il ministro degli Esteri statunitense Mike Pompeo ha confermato per il Sol Levante l'eccezione, temporanea, che consentirà al Paese di avere rapporti economici con l'Iran (dal quale acquista buona parte del proprio petrolio) senza subire a sua volta sanzioni.
Il tema sarà sicuramente affrontato nel prossimo incontro tra Abe ed il vicepresidente Pence che dovrebbe svolgersi la prossima settimana.
Il colosso petrolifero JXTG, che aveva interrotto le importazioni di petrolio dall'Iran in ottobre, ha annunciato che potrebbe riprendere a breve il commercio di greggio con la Repubblica Islamica.

Sulla liberazione dopo tre anni di prigionia del giornalista Yasuda è emerso un coinvolgimento oltreché del già ringraziato Qatar anche della Turchia.
La vicenda è emersa nel corso della visita a Tokyo del ministro degli Esteri Cavusoglu il quale ha ammesso un ruolo turco affermando che “la nostra intelligence ha fatto un buono lavoro”.
Il giornalista ha, frattanto, affermato che ad averlo rapito è stata, probabilmente per denaro, un'organizzazione non fondamentalista.

Incentrata invece sulla cooperazione economica la visita del consigliere presidenziale nipponico Kentaro Sonoura in Vietnam. Qui il politico liberal-democratico ha incontrato il neopresidente Nguen Phu Trong e discusso circa le tempistiche di avanzamento del nuovo trattato commerciale CPTPP.

Approvato, intanto, lo scorso giovedì, dal governo il disegno di legge di adesione al trattato di libero commercio tra Giappone ed Unione Europea. Il testo sarà ora sottoposto al parlamento che dovrebbe approvarlo entro la chiusura della sessione straordinaria che avverrà il 10 dicembre.
Il trattato prevede, entro il 2035, l'eliminazione da parte nipponica del 94% dei dazi doganali sui prodotti europei e dall'altro lato del 99% dei dazi europei sui prodotti giapponesi. Particolarmente colpita nel caso del Giappone sarà ancora una volta l'agricoltura mentre beneficio dovrebbe ottenere il settore automobilistico.
Sempre per quanto concerne il commercio internazionale Donald Trump con la sua consueta diplomazia ha affermato in settimana che il Giappone “invia milioni di auto ma non prende le nostre” e che il Sol Levante “non si è mai comportato lealmente con noi”.

In ambito militare il Giappone starebbe pensando allo schieramento di droni sottomarini per meglio sorvegliare le isole più periferiche dell'Arcipelago. 
Il governo prevedrebbe di inserire la misura, che si colloca nell'ambito del contenimento della presenza cinese nell'area, nel prossimo piano a medio termine della Difesa che dovrebbe essere licenziato a metà dicembre e la cui validità partirebbe da aprile 2019. 

Sempre lunedì, intanto, il Governatore di Okinawa, il progressista Denny Tamaki, ha annunciato un viaggio di cinque giorni negli Stati Uniti volto a convincere gli americani a rinunciare alla costruzione della nuova base militare di Henoko.
“Credo che il primo passo verso la risoluzione di tutti i problemi sia che i politici americani vedano la base, la vita della gente, l'ambiente naturale ed i sentimenti di quanti abitano lì” ha affermato il Governatore in chiusura di settimana annunciando l'intenzione di invitare parlamentari statunitensi a verificare di persona l'impatto che la nuova base avrà sul territorio.
Tamaki ha finalmente incontrato lo scorso giovedì il Portavoce del governo Yoshihide Suga e pur ribadendo l'opposizione della Prefettura alla ricollocazione della base di Ginowan ad Henoko ha contestualmente teso la mano per trovare un terreno di dialogo tra la propria amministrazione ed il governo centrale. 
Sabato si è invece avuta la prima visita del ministro Iwaya nella Prefettura ma le rispettive posizioni sono rimaste immutate. Unica mossa del governo centrale che va incontro alle richieste dell'amministrazione locale è stata la riunione, avvenuta l'otto novembre, tra funzionari della Difesa di Giappone e Stati Uniti volta ad accertare le cause dell'incidente occorso con un mezzo osprey in gennaio.

La presenza militare statunitense non provoca unicamente danni ambientali ma rappresenta anche una non trascurabile sottrazione di risorse per il Sol Levante. Gli ultimi dati concernenti il fondo di compartecipazione diffusi dal Dipartimento della Difesa USA hanno mostrato come nel 2017 il valore totale di quanto utilizzato (suoli, edifici ecc.) dalle forze armate a stelle strisce nell'Arcipelago è stato pari a 98,2 miliardi di dollari: si tratta della cifra più alta per l'esercito statunitense all'estero.

In politica interna il ministro della Giustizia Takashi Yamashita intervenendo lo scorso 5 novembre in parlamento ha affermato che il nuovo sistema che dovrebbe facilitare l'immigrazione e che è attualmente in fase di discussione nella Dieta potrebbe essere sospeso in caso di crisi economica.
Rimane per l'opposizione il problema di quanti lavoratori con il nuovo status potrebbero già trovarsi nel Paese anche in caso di sospensione della norma.
“Se vi fossero stranieri con periodi di impiego ancora da svolgere ciò danneggerebbe l'assunzione di giapponesi” ha commentato la capogruppo in Camera dei Consiglieri del Partito Costituzionale Democratico Renho Murata.
Con così tanti dubbi sulla normativa “è prematuro cambiare la legge già adesso” per Eri Tokunaga del Partito Democratico per il Popolo.
Ricevuti in audizione dai parlamentari dell'opposizione 18 ex apprendisti stranieri i quali hanno parlato delle loro poco felici esperienze.
I lavoratori hanno raccontato infatti ai rappresentanti delle forze progressiste (liberali, comunisti, socialdemocratici, PCD e PDP) di orari di lavoro massacranti, salari pari a meno della metà di quelli incassati dai colleghi nipponici nonché, nel caso delle donne, di molestie
Con il nuovo sistema di concessione dei visti “non c'è dubbio che i problemi aumenteranno” ha commentato Ichiro Natsume dell'Associazione Giapponese degli Avvocati del Lavoro presente all'audizione.
“Per quanto concerne i vecchi tirocinanti il Ministero ha più volte chiarito che il salario doveva essere pari o superiore a quello dei giapponesi. Tuttavia, nei fatti, i salari in moltissimi posti sono ancora tra i più bassi del Paese con cifre che vanno dai 300 ai 400 yen l'ora e ciò sotto i salari minimi” ha commentato un sindacalista anch'egli presente all'incontro.
Tra gli argomenti affrontati, in un'altra audizione, con il ministro della Giustizia quella della sorte di 2.900 tirocinanti che sono spariti e che con ogni probabilità continuano a lavorare, completamente in nero, nel Paese.
La settimana precedente erano invece stati sentiti in audizione dai parlamentari del Partito Comunista i dirigenti della Federazione delle Associazioni Forensi. Uno dei problemi sollevati dagli avvocati concerne il divieto di ricongiungimento familiare, per un periodo di cinque anni, previsto nella bozza di riforma: “si tratta di una lunga separazione familiare se seguissimo gli standard europei ed i diritti umani universali” ha dichiarato l'avvocato Ichikawa.

Per affrontare i problemi che un numero, comunque modesto, di stranieri potrebbe portare nel Sol Levante sarebbe anche allo studio una riforma del sistema assicurativo sanitario che ne bloccherebbe l'accesso per quanti non abbiano già avuto precedenti periodi di residenza in Giappone.

Frattanto l'Agenzia delle Entrate ha iniziato una serie di scambi di informazioni (nell'ambito del cosiddetto Common Reporting Standard stabilito nel 2014 dall'OCSE) con le equivalenti agenzie dei Paesi con i quali coopera circa i conti posseduti in Giappone da cittadini stranieri e da aziende con sede all'estero al fine di evitare fenomeni di evasione fiscale.
I conti correnti di cui sono state rilasciate informazioni sono circa 550.000 ed appartengono ad enti e privati di 64 diverse nazioni.

Sessione di fuoco, nel contempo, per due neoministri del governo (Yoshitaka Sakurada, ministro per l'Organizzazione dei Giochi Olimpici, e Satsuki Katayama, a capo del dicastero per la Rivitalizzazione Economica) che il 5 novembre in sede di commissione Bilancio del Senato hanno ricevuto numerose interrogazioni dai parlamentari dell'opposizione circa gli scandali che li vedono protagonisti.
Sakurada, interpellato da Renho Murata, non è stato in grado di spiegare il perché sia stato scelto come ministro ed ha farfugliato cifre a caso circa i costi che il governo dovrà sostenere per la realizzazione dei Giochi (1.500 yen, 150 miliardi, 172,5 miliardi…).
Katayama ha invece risposto all'interrogazione di Hideya Sugio, sempre del PCD, circa la mazzetta che avrebbe preso da un'azienda per una sua azione di pressione all'interno dell'Agenzia delle Entrate quando ancora la ministra lavorava lì. La ministra ha nuovamente negato la notizia resa nota dal settimanale Shukan Bunshun (recentemente querelato dalla stessa). 
La neoministra è stata anche accusata dall'opposizione per aver fatto rilasciare un pass di accesso agli uffici della Dieta ad una persona che lavorava come sua segretaria personale.

Approvato, intanto, lo scorso mercoledì il bilancio suppletivo destinato alle aree colpite dal terremoto del 6 settembre e dalle piogge estive. In totale l'extra-budget ammonta a 935,6 miliardi di yen (di questi 503,4 miliardi per il Giappone occidentale colpito dai tifoni e 120 per le aree terremotate di Hokkaido).

Nell'istruzione l'Università Medica di Tokyo ha aperto alla possibilità di ammettere al prossimo anno accademico le studentesse discriminate nei test 2017 e 2018.
Nelle scorse settimane l'ateneo era finito al centro delle polemiche per una politica di discriminazione delle studentesse nei test di ingresso al fine di immatricolare quanti più uomini possibile. 

In economia, secondo quanto affermato dall'autorità ferroviaria taiwanese in un proprio comunicato l'azienda nipponica Nippon Sharyo avrebbe parzialmente ammesso alcune responsabilità nell'incidente ferroviario che il 21 ottobre ha causato 18 morti nell'isola di Formosa
A causare l'incidente sarebbe stato un errore umano e cioè lo spegnimento del meccanismo che impedisce ad un treno di viaggiare ad una velocità superiore ai 130 chilometri orari, meccanismo spento dal conducente del treno che non sarebbe più riuscito a riattivarlo.

Nel settore automobilistico annunciato da Subaru il richiamo di altre 100.000 vetture (rispetto alle oltre 400.000 vetture già comunicate la scorsa settimana) per alcuni problemi tecnici. Questo ulteriore richiamo peserà sulle case della società per circa 57 milioni di dollari. A causa delle due operazioni la società ha rivisto al ribasso le proprie prospettive di crescita (167 miliardi di yen per il prossimo anno fiscale, con un calo di 53 miliardi rispetto alla previsione di agosto) e tagliato la produzione nazionale di veicoli di 15.900 unità.
“Farò in modo che i problemi della nostra azienda riguardo queste vicende finiscano qui” ha affermato il presidente della società Nakamura. 
Profitti in crescita per Toyota che stando agli negli ultimi dati ha riportato una crescita del 28% delle vendite in Europa, Asia e America. I profitti per il periodo giugno-settembre si sono attestati a 585,1 miliardi di yen (per circa 2.183.000 veicoli venduti) segnando una crescita record rispetto ai 458,3 miliardi (2.175.000 i veicoli venduti nel medesimo periodo dell'anno prima) riportati nel medesimo periodo dello scorso anno.
Nissan Motor ha invece riportato un calo dei profitti dell'8% per il medesimo quarto dell'anno (in totale gli utili sono stati pari a 130,4 miliardi di yen contro i 141,6 del medesimo periodo del 2017).

Guadagni in salita per il gruppo delle telecomunicazioni SoftBank che lunedì ha comunicato utili per 7,4 miliardi di dollari nel periodo aprile-settembre. Buona parte degli utili sono giunti dal Vision Fund, un fondo di investimenti messo in piedi dal gruppo in Arabia Saudita e che ha partecipazioni in numerosi settori: dalle tecnologie per le aziende ai servizi di pagamento fino all'e-commerce.
Il fondo continuerà ad operare nonostante il regime saudita abbia ammesso di aver ucciso e fatto a pezzi un giornalista all'interno del proprio consolato di Istanbul: a renderlo noto il presidente del gruppo Masayoshi Son.

Sul fronte del 5G il colosso Nippon Telegraph and Telephone ha comunicato che investirà circa 26 miliardi di dollari nella nuova tecnologia. Lo scorso giovedì la società ha riportato nel periodo aprile-settembre perdite dello 0,8%. 

Tra i giganti dell'informazione farà invece sicuramente discutere un report presentato al governo dall'antitrust che li accusa di pratiche scorrette volte a favorire tecnologie da essi sviluppati in house ostacolando le potenzialità delle aziende nipponiche.

In casa Toshiba dopo la vendita del settore chip avvenuta lo scorso anno un altro ramo potrebbe lasciare la casa madre: si tratterebbe in questo caso della società operante nel settore gas naturale liquefatto negli USA (la Toshiba America LNG) che sarà ceduta alla cinese ENN Ecological Holding per appena 15 milioni di dollari. 
In liquidazione anche la controllata britannica NuGeneration operante nel nucleare che sarà per l'appunto smantellata non avendo la casa madre trovato acquirenti. La società prevede a breve di presentare un piano di ristrutturazione che dovrebbe portare a circa 1.400 pensionamenti anticipati nei prossimi cinque anni.

Tra gli investimenti esteri si segnala l'apertura in Tailandia di un grande centro commerciale da parte della controllata locale del gruppo Takashimaya. Il centro occupa 25.000 metri quadri ed ospiterà prodotti di 530 aziende delle quali 180 nipponiche. 

Per quanto concerne i dati macroeconomici crollo degli ordinativi (–18,3%) in settembre rispetto ad agosto per il settore meccanico: si tratta del dato peggiore dal 2005.
Dall'altro lato, nello stesso mese, la bilancia commerciale ha segnato un surplus pari a 1.820 miliardi di yen in gran parte dovuto al ritorno in patria di profitti esteri.
Ridotta sempre nello stesso mese la spesa delle famiglie: la media per i nuclei con due o più componenti è stata di 271.273 yen (–1,6% rispetto allo stesso mese del 2017).

Nel settore primario è stato invece approvato un disegno di legge che dovrebbe cambiare, qualora fosse così approvato dal parlamento, il sistema di regolamentazione della pesca in vigore da 70 anni.
Il progetto di riforma, infatti, al fine di aumentare il numero di aspiranti pescatori ed eliminare difese corporative vieterebbe alle Prefetture di dare la priorità ai pescatori locali nella concessione delle licenze. Sarebbero esentati dalla concorrenza soltanto quei pescatori che raggiungono i tetti di pescato. 
“Abbiamo la necessità di operatori altamente motivati cui va assicurato l'esercizio pieno delle proprie capacità” per il ministro Takamori Yoshikawa. Secondo dati dell'Agenzia per la Pesca il numero di operatori nel settore era di 160.000 nel 2016 segnando un netto calo rispetto ai 238.000 del 2003.
Tra le proposte di riforma vi è inoltre la possibilità per un operatore economico che voglia pescare lungo la costa di non associarsi ad una cooperativa locale di pesca come prevede invece la normativa attualmente in vigore. 

Nel nucleare è stata estesa l'operatività della centrale del Tokai di Japan Atomic Power. Il 7 novembre, infatti, l'Agenzia Regolatrice per il Nucleare ha dato il via libera alla domanda dell'azienda proprietaria che porterebbe la vita dell'impianto – la cui riattivazione è già stata approvata per il secondo reattore (gli altri due saranno invece smantellati) – fino al 2038. Adesso la società elettrica attende il via libera dei sei comuni dell'area con i quali ha siglato un patto, non previsto dalla normativa, che la vincola in tutte le decisioni concernenti la sicurezza. Il sindaco di Naka nelle scorse settimane ha però già manifestato la propria opposizione alla ripresa dell'operatività della centrale. 

In ambito ambientale il Ministero competente ha reso noto lo scorso mercoledì che avvierà nuove misure volto a ridurre l'inquinamento da microplastiche. Nell'ambito del nuovo piano, che sarà presentato entro l'anno, una serie di aziende (dal settore della pesca i dentifrici) dovranno impegnarsi a diminuire la quantità di plastiche presenti nelle proprie lavorazioni. 
È stata invece inaugurata venerdì la più grande centrale ad energia solare dell'Arcipelago.
L'impianto, sito ad Okayama, è stato realizzato dalla General Electric ed occupa 260 ettari di superficie. L'energia dei circa 900.000 pannelli (si stima a pieno regime pari a 230.000 kilowatt) sarà acquistata dalla Chugoku Electric Power e dovrebbe coprire il fabbisogno di circa 80.000 famiglie.


(con informazioni di Japan Press Weekly 31 ott. – 06 nov. 2018; chinhphu.vnmofa.go.jpcdp-japan.jpyonhapnews.co.krmainichi.jp;nhk.or.jp)

 

Immagine RyuFilms liberamente ripresa da flickr.com

Ultima modifica il Sabato, 10 Novembre 2018 20:02
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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