Di Marco Fantechi

Il ruolo di Israele

Israele sarà il principale antagonista dell'accordo, da decenni è potenza nucleare (tra 100 e 200 testate) nell'impianto di Dimona, deserto del Neged, produce armamento, come testimoniato dalle foto che il tecnico Mordecai Vanunu ha diffuso, e che gli sono valse la detenzione dal 1986.

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Di Marco Fantechi

"Stato terrorista", "Paese dell'asse del male", "Stato canaglia". Questi sono gli aggettivi che i media occidentali riservano a numerosi paesi nel mondo, da Cuba alla Nord Corea, dall'Iran al Venezuela, Siria, Libia, Serbia, Iraq, Afghanistan.
Gli USA sono stretti tra una politica estera imperiale, volta a tagliare il più possibile fuori i paesi che non si sottomettono alle regole del libero mercato a gestione multinazionale in cui loro svolgono un ruolo guida e una consapevolezza, tra gli ambienti più ragionevoli, politici e militari, che i principali problemi di attacchi, militari e/o terroristici, vengono da ambienti interni alle loro alleanze. Attacco 11 settembre 2001 al World Trade Center e al Pentagono - tutti gli attentatori erano musulmani sunniti, quasi tutti cittadini sauditi, il mandante Osama Bin Laden è sunnita e di origine yemenita-saudita.

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Di Marco Fantechi

19 luglio 2015: viene sottoscritto accordo internazionale su impianti produzione energia nucleare in Iran. Dopo 21 mesi di trattative tra Iran e membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell' O.N.U. : USA - G.B.- Francia - Russia - Cina e Germania (non permanente) con partecipazione di Unione Europea e Agenzia Internazionale Energia Atomica (AIEA) si è arrivati ad un accordo.

I punti principali sono:

- Rifiuto da parte dell'Iran di produzione armi nucleari
- Ispezioni AIEA in tutti gli impianti
- Riduzione scorte uranio a 300 Kg
- Riduzione centrifughe di 2/3
- Utilizzo centrifughe di prima generazione (ir-1)
- Arricchimento uranio solo fino a soglia 3,67 %

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Lo stridio del falco adirato davanti al ruggito trionfante del leone. Una metafora perfetta per descrivere la reazione rabbiosa del rieletto premier Benjamin Netanyahu di fronte ai festeggiamenti del presidente iraniano Hasan Rohani e degli altri membri del suo governo dopo il raggiungimento di un’intesa sulla politica nucleare dell’Iran a Losanna lo scorso 2 aprile.

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Si ringrazia Marco Fantechi, recentemente tornato dall'Iran per l'intervista e le informazioni che ci ha dato.

Il 14 giugno si sono tenute le elezioni presidenziali in Iran, da poche ore è arrivata la notizia che il nuovo presidente è Rohani. Una figura politica considerata il candidato dei “riformisti e progressisti”. Una elezione che sicuramente influenzerà il destino di quel paese.

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