Venerdì, 02 Ottobre 2015 00:00

Grecia: la sfida che, complicata, continua

La riconferma, tutt'altro che scontata, di Alexis Tsipras alle ultime elezioni fa tirare, alla sinistra europea, un sospiro di sollievo, ancorché non a pieni polmoni. Il risultato elettorale di Syriza, pur non discostandosi molto, in termini percentuali, da quello di gennaio, registra un preoccupante calo in termini assoluti: segno, mi sembra analisi fin troppo semplice, di una certa sfiducia dei cittadini ellenici, nel loro complesso, verso il processo democratico.

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Lunedì, 23 Marzo 2015 00:00

Senza padroni

Senza padroni

È di pochi giorni fa la notizia, arrivata dalla Grecia, dell’altissimo rischio di sgombero dell’esperienza della fabbrica occupata VI.OME di Salonicco. Un colpo al cuore per chi, come chi scrive, ha avuto la fortuna di conoscere quell’esperienza.

Era il Settembre del 2013, Pisa, o per meglio dire buona parte di essa, in quei “caldi” giorni stava difendendo un sogno, l’occupazione o per meglio dire la liberazione dell’ex colorificio toscano. L’edificio occupato un anno prima era in quel momento sotto provvedimento di sgombero e fu in quel mese di inizio autunno che ebbe luogo una tre giorni ricca di idee, proposte e istanze venute dal basso segnate da forte partecipazione collettiva, erano i giorni di “COMMON | PROPERTIES. Lavoro Diritti Territori”, iniziativa lanciata dal Municipio dei beni comuni. Tavoli di lavoro, assemblee plenarie e momenti culturali; quei giorni furono scanditi da un flusso incredibile di soggetti pronti a parlare e ad illustrare il loro ideale di società sui svariati temi.

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Lunedì, 16 Febbraio 2015 00:00

Capitalismo e crisi fra Ideologia e Utopia

Capitalismo e crisi fra Ideologia e Utopia
Cronache del tentativo di assolutizzare la libertà di mercato e dei suoi fallimenti recenti

 

Mai come oggi viviamo in un mondo dominato dall’ideologia. Il trionfo del neoliberismo e la caduta del muro di Berlino hanno reso la rappresentazione del mondo fondata sul libero mercato l’unica egemone rendendo sempre più difficile all’individuo, in mancanza di altre visioni del mondo verso cui indirizzarsi, sfuggire alle sue maglie. Essendo così inserito all’interno di una cultura unitaria e priva di dialettica, l’individuo è indotto a ritenere che tutte le grandi ideologie siano morte e che qualsiasi altra alternativa utopica sia condannata al fallimento, in quanto la libertà del mercato rappresenterebbe una condizione naturale e necessaria.
La metanarrazione del capitalismo contemporaneo insomma funziona proprio tramite un processo (ideologico!) in cui ideologia e utopia vengono sempre più delegittimare come categorie filosofiche e spinte ai margini della riflessione politica. Questo oblio permette al neoliberismo di attribuire la falsificazione ideologica solo ed esclusivamente a chi si oppone alle logiche dell’economia di mercato e di raffigurare l’utopia come un sogno perverso destinato al fallimento.

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Mentre l'esaltazione economicistica del "modello americano" tocca il suo apice coi fasulli dati di crescita del Pil nel terzo trimestre dell'anno, l'orrore del sistema repressivo delle classi dominanti viene totalmente celato agli occhi della società civile, lasciata a cullarsi nei reminescenti sogni consumistici.

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Lunedì, 20 Ottobre 2014 00:00

Riprendere Marx per evitare la rovina comune

I primi giorni dello scorso anno, commentando su queste pagine l'avvio dell'avventura elettorale con Ingroia (qui), provavo a proporre ai potenziali interlocutori che la questione, al di la delle tattiche elettorali, era altra e ci costringeva a tentare di tornare a discutere con Marx. Nonostante una serie di interventi, alcune iniziative di confronto e seminariali, mi sembra che da un po' di tempo si sia caduti, su questo, in una fase di stanca.

Vorrei proporre di riprendere un dibattito secondo me vitale. Ripropongo un approccio a Marx un po' (tanto) rozzo ma che spero sia capace di produrre reazioni. So che Marx è un autore complesso, che sulla sua opera c'è un dibattito mai concluso e iniziato prima che egli morisse: tuttavia non mi pare arbitrario sostenere che ci sia, nella sua riflessione e nella sua produzione, una effettiva coerenza e che invece chi ha tentato di rilevarne contraddizioni sostanziali non abbia avuto ragione.

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È rimbalzata sulle prime pagine dei maggiori quotidiani nazionali la notizia del sostanziale fallimento del “bonus giovani” previsto da Letta. Con gli 800 milioni di euro messi a disposizioni si sarebbero dovuti creare 100.000 posti di lavoro per ragazzi tra i 18 e i 29 anni: nei fatto, sono stati circa 20mila. La notizia arriva ed ha sullo sfondo i report sull'occupazione nel Paese che fotografano una situazione sempre più drammatica a causa di una mancata inversione di tendenza nell'aumento della disoccupazione e il lento corrodersi del sistema degli ammortizzatori sociali.

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Il mio bar preferito da quando abito in zona, per gli interni in legno dipinto, le poltroncine rosse e il cappuccino buonissimo. Quando cambi zona una delle prime cose che devi trovare è un bar a cui affezionarti, ti fa sentire a casa. Dal bar 'Schiaccia chicco' passa ogni giorno la gente della mia strada, vicini di casa che non conosco ma che condividono con me le routine e le preoccupazioni quotidiane. Temi che non sono lontani a nessuno, anche se ognuno reagisce a modo suo.

“Preoccupati per il futuro? Noi siamo abituati a vivere preoccupati, lo siamo tutti i giorni, non abbiamo tempo di preoccuparci per il futuro. Pensiamo a un giorno per volta” È Stefano, il proprietario del bar insieme alla compagna Lucilla. Non ha l'aria di uno che si lagna mentre lo dice, sembra davvero averci fatto il callo. “Quando abbiamo aperto, nel 2009, ci davano dei pazzi. Un bambino piccolo, una famiglia da mantenere e la crisi che incombeva come una spada di Damocle”

Ma hanno aperto, perché era quello che sapevano fare ed erano, come dice Stefano, “nell'età giusta”. L'età in cui pretendi un futuro, anche se dici di non pensarci.

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Lunedì, 27 Gennaio 2014 00:00

Europa: gli Economisti Sgomenti a Firenze

La sede era una delle più prestigiose a Firenze: la Badia Fiesolana che ospita l'Istituto dell'Università Europea è un edificio magnifico circondato dalle verdi colline fiorentine. In netto contrasto con l'ufficialità e la suggestione trasmessa dalla locazione, la partecipazione e la familiarità dei molti ragazzi accorsi all'evento "Can Europe Change? Les Economistes Atterrés at EUI" organizzato dal Collettivo Prezzemolo in collaborazione con Sbilanciamoci!. La presenza di tanti ragazzi e la loro partecipazione sono di per sé una chiara indicazione di quello che dovrebbe essere l'approccio alle tematiche europee: non quello odorante di populismo che caratterizza la strumentalizzazione dei media bensì quello impregnato della consapevolezza che il tema discusso influenza direttamente la nostra vita quotidiana e le possibilità che abbiamo di cambiare lo stato delle cose.

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Oltre 400 rappresentanti a Milano il 20 dicembre di oltre 170 RSU dell'industria e del pubblico impiego, quasi tutte unitarie, più i rappresentanti dei pensionati e di organizzazioni di esodati, donne senza reddito alcuno, lavoratori precari, disoccupati; un clima di combattività e di decisione a non fermarsi; un programma preciso e radicale di lotta alla controriforma Fornero delle pensioni e di rifacimento di un sistema pensionistico equo e civile; una critica dura e argomentata alla politica dell'attuale governo Letta-Alfano, per la sua rigorosa continuità rispetto al precedente governo Monti ovvero a una politica che ha scaricato sui lavoratori e sui pensionati i costi della crisi e il cui obiettivo di fondo è la redistribuzione della ricchezza sociale a favore di chi già è ricco, di una borghesia largamente parassitaria e vorace, della grande finanza speculativa; una critica dura e argomentata alle politiche recessive e antisociali dell'Unione Europea: niente male. Niente male quanto a dichiarazione aperta di un'intenzione sia politica che sindacale di lotta dura e senza paura da parte degli organismi di rappresentanza dei lavoratori sui luoghi di lavoro.

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Una conferenza teatrale per non esperti”. Con queste parole Alberto Pagliarino tranquillizza il suo pubblico: per seguire e capire Pop Economix non bisogna essere esperti di economia e finanza. Anzi, l'obiettivo è proprio quello di rendere accessibile questo mondo fatto di specialisti anche a chi, come lui, è una pecora nera che ha frequentato il DAMS circondato da una famiglia di ragionieri e bancari.

Giovedì sera la Sala Di Vittorio della Camera del Lavoro di Firenze era piena di gente. Che sia stata la curiosità di vedere uno spettacolo teatrale organizzato in CGIL, la fama che circonda il progetto oppure l'attrattiva delle lasagne offerte? Nessuno può dirlo. Ma di sicuro dopo 55 minuti volati, tutti siamo usciti sapendone qualcosa in più e con una pulce nell'orecchio.

Pubblicato in Umanistica e sociale

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