Mercoledì, 19 Dicembre 2012 00:00

Apologo dei tre cittadini politici

C’erano tre cittadini. Il primo: Sergio Marchionne godeva dei suoi diritti di cittadino, il secondo: Felice Dalmasso godeva ugualmente di diritti, la terza: Annunziata Gargiulo godeva a sua volta di diritti.

Pubblicato in Società
Domenica, 16 Dicembre 2012 20:51

A Firenze cambiare si può ma è complesso

Si ringrazia www.laprospettiva.eu per aver condiviso la pubblicazione dell'articolo con noi

Firenze è una delle realtà problematiche per il “quarto polo”. All’assemblea di sabato si sono incontrate e scontrate le differenze tra i compagni di Rifondazione Comunista e i promotori della nascente ALBA. Entrambe le organizzazioni contano un radicamento storico nel capoluogo toscano, non a caso il teatro in cui si è svolto l’incontro contava più di 200 presenze.

Ha aperto Lorenzo Guadagnucci, giornalista noto principalmente per l’impegno nel “Comitato Verità e Giustizia per Genova” e uno dei promotori dell’appello “Cambiare si può”. Nella relazione di apertura si è scelto di partire dagli elementi che uniscono le diverse anime riunite: la necessità di opporsi ad una fase di aggressione dei diritti (politici, sindacali e sociali), attraverso l’organizzazione di una lista che sia punto di riferimento per tutti quelli che nel corso degli ultimi anni si sono opposti alle scelte dei governi Berlusconi e Monti, dimostrando l’esistenza di un’alternativa di sinistra nel Paese, anche se non rappresentata in Parlamento. Si propone di lavorare per una lista di militanza e cittadinanza attiva, che candidi militanti e lavoratori rispettando un equilibrio di età e di genere.

La questione della parità tra i sessi viene fatta rigidamente rispettare. Gli interventi sono alternati nella scaletta preparata: un uomo, una donna. Questo fa saltare l’ordine di iscrizione e dubbi sulle modalità di scelta vengono esplicitate da parte della platea, creando dieci minuti di caos nella sala. C’è chi se ne va, chi resta rassegnato e chi alla fine ottiene di parlare nella prima parte dell’assemblea, dedicata ai dieci punti del manifesto programmatico (mentre nella seconda parte si discute della questione più spinosa riguardante le liste elettorali).

Pubblicato in Toscana
Martedì, 11 Dicembre 2012 00:00

Di Pietro in cerca del centrosinistra

Per l'Italia dei Valori l'operazione “centrosinistra” doveva partire da qui, dalle stanze dell'Auditorium al Duomo di Firenze. Non è un segreto, d'altronde, che proprio il vicecapogruppo alla Camera e segretario regionale dell'Idv Fabio Evangelisti (già vicino alle posizioni del transfugo Donadi) lavori per ricucire lo strappo del partito con i “progressisti” di Vendola e Bersani. La Toscana, governata da un centrosinistra modello Unione (dal PD a Rifondazione), pareva dunque il terreno ideale per recuperare i rapporti interrotti; purtroppo, però, il presidente della Regione Enrico Rossi, che avrebbe dovuto discutere con Antonio Di Pietro del “futuro del centrosinistra”, è risultato assente giustificato, costretto a casa dall'influenza.

Malattia provvidenziale, hanno sussurrato in platea i più maligni. E la sensazione, ascoltando la conversazione fra il leader di Idv e la giornalista de “l'Unità” Claudia Fusani, è che l'ex pm e Bersani non abbiano ancora ristabilito alcun tipo di interlocuzione. Di Pietro lo dice chiaramente: “il Partito Democratico (con SEL) pensa di poter approfittare della mancata modifica della legge elettorale per vincere in solitaria con il porcellum”. E sbaglia. Anche perché, come ha ricordato in questi giorni il professor Roberto D'Alimonte, non è detto che con un centro debole e un Berlusconi in ripresa il centrosinistra ristretto a PD e SEL riesca ad aggiudicarsi una solida maggioranza in Senato. Non vorrebbe, Di Pietro, che le porte chiuse del PD portassero ad una “riedizione della “gioiosa macchina da guerra” di occhettiana memoria”. In questo scenario, piuttosto cupo, non manca però lo spazio per l'orgoglio, di fronte ad un partito che barcolla sotto i colpi degli scandali degli ultimi tempi (dalle case di Report al laziale Maruccio), ma non intende ritirarsi dal campo di battaglia.

Pubblicato in Sinistre
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