Mercoledì, 01 Maggio 2013 00:00

Il governo del pateracchio

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In imperii mutatione civibus domini nomen solum mutat. (Nei cambi di governo per il popolo cambia solo il nome del padrone). Gaio Giulio Fedro, 20/15 a.C. circa – 51 d.C. ca., favolista latino di origine macedone.
Questo è l’unico governo possibile per il Paese ed è nato in una cornice istituzionale. Giorgio Napolitano, 1925, favolista italiano di origine partenopea.

Per far partire gli Achei da Aulide fu necessario il sacrificio di Ifigenia, per far partire il governo Letta c’è voluto quello di Bersani, dato che dalle parti dei palazzi del potere le/i vergini (politicamente parlando) scarseggiano, come ebbe ad affermare un aedo della Magna Grecia.

Ora abbiamo finalmente un governo, un po’ arrangiato è vero, ma tuttavia debitamente accessoriato di presidente, ministri, viceministri, sottosegretari e di doppio imprimatur: presidenziale e parlamentare.

Se nel trascorso 17 marzo, quinta domenica di Quaresima, si fosse tenuta a Porta Romana, come un tempo si teneva, la Fiera dei Pateracchi, avremmo senz’altro pensato che in quel luogo e in quell’occasione fosse stato concluso l’accordo di governo.

ll termine pateracchio, per chi non lo sapesse, definisce l’accordo matrimoniale fra famiglie mezzadrili, concluso attraverso la mediazione di un sensale o mediatore, detto “cozzone”, ovvero colui che “accozza”.

Il nuovo governo ha tutta l’apparenza e la sostanza del pateracchio, ossia del matrimonio combinato, ed ha goduto dell’intermediazione di un altissimo “cozzone”. Prego a questo punto di non scambiare vocali per evitare problemi.

Nei matrimoni mezzadrili però almeno una parvenza di consenso era richiesta agli sposi, per concludere il pateracchio governativo invece si è accuratamente evitato di coinvolgere le parti in causa, cioè i cittadini elettori.
La felicità e l’entusiasmo di Berlusconi stanno lì a dimostrare, meglio di qualsiasi fine analisi, il segno politico dell’operazione e chi esce realmente vincitore dalla contesa post elettorale.

Un vero capolavoro! Bersani vince le primarie, (quasi) vince le elezioni ed ora si ritrova per terra; Berlusconi era in un angolo, ha (quasi) perso le elezioni ed ora esce vincitore dalla partita del governo. Governo che in ogni caso vivrà fino al giorno in cui lui e solo lui deciderà di staccare la spina, ovvero fino al giorno in cui sarà sicuro di vincere le elezioni.

Un vero capolavoro! I bambini del gruppo dirigente Pd hanno ribaltato la legge di natura, si sono mangiati i “comunisti”, se così si possono definire gli ex Ds, ora li stanno lentamente digerendo, in attesa di depositarli dove voi ben sapete.

Un bel risultato davvero per un partito che si definiva a “vocazione maggioritaria”, fare il governo con gli avversari politici. Se c’è una vocazione che permea il Pd questa è la stessa dei sacerdoti di Cibele (la Magna Mater dei romani), quella dell’autocastrazione.

Orsù amici e compagni del Pd fate coscienziosamente il vostro dovere. Offrite Palle alla Patria!

Immagine da: www.tg24.sky.it

Ultima modifica il Mercoledì, 01 Maggio 2013 00:18
Francesco Draghi

Francesco Draghi, nel Partito Comunista Italiano prima e dalla sua fondazione nel PRC, ha ricoperto in entrambi incarichi di direzione politica, è stato amministratore pubblico.

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