(pilotate, sottinteso, da la Repubblica) non sono semplicemente insulti, ma un manuale di politica. Che tutto ciò sia il risultato quasi necessitato (in assenza di sinistra e di lotta di classe) di un corso politico interno a base di governi ultraliberisti che associano destra e centro-sinistra, che sono al servizio dei diktat dell'ultraliberista Commissione Europea e che sono produttori, conseguentemente, di recessione, dell'intera tipologia della macelleria sociale, oggi anche di deflazione, quindi di una difficoltà estrema anche a realizzare ipotetiche politiche economiche alternative, inoltre produttori di crisi verticale del rapporto tra popolazione e politica e di populismi di ogni tipo, è troppo scontato per essere commentato. Torniamo al corral e ai suoi dintorni.
Come nei migliori western non mancano neppure le prostitute, oggi travestite da giornalisti, amanti del duro che lotta contro la banda degli allevatori. Anzi ormai si va assai più in là: d'ora in avanti, a botte di primarie, saranno le prostitute a dire al popolo chi selezionare come sceriffo. Solo chi sa usare winchester, colt e sganassoni può essere d'altra parte capace, come ci spiegano le prostitute, di riforme storiche, di creare occupazione giovanile (chiedo scusa, job act, come si dice nel west, dove le cose funzionano), ripresa economica, riforme che finalmente tolgano di mezzo proprietà pubblica e servizi pubblici ergo burocrazia, facciano lavorare a cottimo il parlamento invece di perdere tempo in chiacchiere politiche inutili, ecc.
Peccato solo che accanto a John Wayne sia riapparsa la figura, che pareva ormai inguaribilmente colpita dalla tisi, dell'ex sceriffo Wyatt Earp, travestito da Silvio Berlusconi (era infatti ricercato da malevoli ranger per reati naturalmente mai fatti), che addirittura pretende che le riforme storiche di Matteo Renzi siano state inventate da lui!
Peccato, però, che ciò sia vero! Peccato, infatti, che di differenze sostanziali la legge elettorale proposta da Renzi sia il ricalco del porcellum berlusconiano. I piccoli collegi senza preferenze renziani consentono addirittura meglio dei grandi collegi senza preferenze berlusconiani la scelta dei parlamentari da parte delle segreterie di partito. Acciocché, quindi, alle prossime elezioni politiche Renzi, oggi minoritario nei gruppi parlamentari PD, possa divenirvi ampiamente maggioritario. Le soglie elevate di sbarramento rimangono, anzi potrebbero aumentare, in modo da togliere di mezzo la concorrenza ai due “poli” e consentire alle loro baruffe interne e al loro carattere di contenitori senza capo né coda di continuare a fare e disfare governi e scissioni senza che gli alleati minori provino a calmarli. Eccetera.
C'è in questo momento un po' di imbarazzo nella redazione de la Repubblica: ma, fidatevi, troverà il modo di restituire i diritti d'autore a Renzi. Il mestiere (accennato qui sopra) in questo giornale lo conoscono benissimo. Intanto, dirà, è decisivo il cambiamento di nome, da porcellum a italicum. Poi, chi ha mai detto che il problema fosse il diritto dei cittadini a scegliersi i loro rappresentanti? Non ci sono le primarie? E chi ha mai detto che il problema non fossero le preferenze, con i rischi che hanno prospettato (sul versante dei due “poli”) di voto di scambio o di acquisto di voti?
E alla fine, chi se ne frega, come si sarebbe detto ai bei tempi? Il problema vero è di tornarci più alla svelta possibile, naturalmente in bell'abito “democratico”. Anche il west, non solo la Sicilia del Gattopardo, deve modernizzarsi, no?
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