Democrazia diretta, democrazia liberale, dittatura e dialettica politica

«Ma perché non si potrebbe conseguire quest’obiettivo [l’estinzione dello Stato in generale] senza la dittatura di una classe? Perché non si potrebbe passare direttamente alla democrazia “pura”? – domandano gli ipocriti amici della borghesia o gli ingenui piccoli borghesi filistei ingannati da essa. Perché in ogni società capitalistica, rispondiamo noi, [...] i piccoli proprietari restano inevitabilmente dei sognatori esitanti, impotenti e sciocchi, che fantasticano di una democrazia “pura”, cioè di una democrazia che sta al di fuori o al di sopra delle classi. Perché soltanto la dittatura della classe oppressa permette di uscire da una società nella quale una classe ne opprime un’altra.» - Lenin, "Democrazia" e dittatura, Pravda, 3 gennaio 1919

«Numero candidature ufficiali a tredici giorni dalla scelta del candidato premier del mov. 5 stelle: zero. È la democrazia diretta, bellezza.‬» - Claudio Cerasa, Facebook, 11 settembre 2017

La prima citazione costituì il brevissimo intervento con il quale commentai la querelle che durante la campagna referendaria di un anno fa oppose Zagrebelsky e Scalfari. Al primo, che aveva difeso il conflitto democratico contro il rischio oligarchico che la riforma Renzi-Boschi avrebbe apportato, il secondo rispose che la democrazia rappresentativa è di fatto un’oligarchia democratica e che le sole alternative sono la dittatura oppure la democrazia diretta.

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Domenica, 08 Gennaio 2017 00:00

Nausea postreferendaria

Durante i classici festeggiamenti stagionali l'Autore si è trovato – per sua somma sfortuna – a ragionare di questo autunno-inverno italiano. Seguendo un po' di pensieri in libertà, ovviamente viene in mente il referendum dello scorso 4 dicembre. Lasciando in pace il risultato, che può piacere o meno (e all'Autore è piaciuto) ma ormai è un dato storico che lascia il tempo che trova, viene naturale rapportare quel risultato alla situazione attuale.

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Lunedì, 19 Dicembre 2016 00:00

Ennesima crisi ministeriale italiana

Ennesima crisi ministeriale (a dieci mani)

La presentazione del Governo Gentiloni alle Camere è stata accolta dagli strascichi muscolari del 4 dicembre: le forze di opposizione hanno accusato la maggioranza di non aver “imparato la lezione” del 59% di No, mentre i partiti di governo hanno rivendicato, all’opposto, le dimissioni di Renzi in ossequio al voto referendario e nonostante un sostegno stabile in Parlamento.

Qualche esponente più avventuroso della maggioranza ha esteso il “riconoscimento della sconfitta” oltre l’avvicendamento a Palazzo Chigi, asserendo che il disagio sociale manifestato nel No deve impegnare l’esecutivo a percorrere con ancora più convinzione la via delle riforme.

Secondo il capogruppo di Sel, invece, le forze di governo sono ormai prigioniere della “pillola sbagliata di Matrix”, quella che continua a incatenare la percezione ad un universo inesistente e simulato.

Sicuramente (almeno) uno dei due fronti ha ingerito la pillola sbagliata. Su questo si confrontano questa settimana "le dieci mani".

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Lunedì, 12 Dicembre 2016 00:00

Pianeta sinistra: il fulmine Pisapia

Pianeta sinistra: il fulmine Pisapia (a dieci mani)

La statura di Giuliano Pisapia, ex sindaco arancione che strappò Milano alle destre con una coalizione di centro-sinistra (o sinitra-centro come ebbe a dire egli stesso) ha fatto sì che della sua intervista e della sua proposta di ricostruzione di una coalizione tra il PD e le forze alla sua sinistra ne discutessero tutti: chi per respingerla, chi per accoglierla, chi, infine, per ragionarci sopra.

Partendo i cinque autori di questa rubrica da punti di vista sul mondo (e sul mondo della sinistra) diversi, abbiamo provato questa settimana a dirvi la (le) nostra (nostre) su quello che comunque la si pensi è uno dei grandi temi di questo periodo.

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Tre anni fa l’elettorato irlandese bocciò, con il 52%, la riforma costituzionale che avrebbe abolito il Senato. Il risultato fu determinato dalla larga contrarietà degli elettori della capitale Dublino, ove più si concentravano gli interessi e le influenze generati dal Senato.

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Lunedì, 05 Dicembre 2016 00:00

Un referendum costituzionale non fa primavera

Un referendum costituzionale non fa primavera (a dieci mani)

L'articolo sarà aggiornato e alcuni testi potrebbero essere integrati durante le prime ore di lunedì 5 dicembre.

Non ci sono più le mezze stagioni. Le elezioni non servono a nulla, perché tanto le cose non cambiano. Il livello del confronto qualifica il degrado civile del Paese. Non si vota mai per qualcosa, ma contro. Si poteva fare meglio.

I luoghi comuni abbondano nella quotidianità e non sono mancati in una lunghissima campagna referendaria, giunta al termine. La paura di una involuzione autoritaria in caso di vittoria del sì, il timore dell'instabilità politica, con il trionfo delle destre reazionarie e xenofobe "se vince il no". I toni apocalittici ormai fanno parte del linguaggio comune e il sensazionalismo è tra i pochi motori del sistema di informazione, in grado muovere l'elettorato. Questa settimana commentiamo "a caldo" il risultato del referendum costituzionale, con un impianto scritto ancora prima che fosse noto l'esito delle urne.

Uno degli elementi più chiari che è emerso in questo periodo è la totale subalternità delle diverse proposte politiche rispetto alle vicende contingenti. Le svolte dovrebbero imporre alle progettualità di aggiornarsi, non certo stravolgerne completamente l'impianto.

Molti commentatori (e protagonisti) si aspettano che una data risolva problemi profondi e diffusi. Su questo le nostre "dieci mani".

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Martedì, 29 Novembre 2016 00:00

#27nov. Scende in strada il NO sociale

#27nov. Scende in strada il NO sociale

Il corteo che ha attraversato le strade di Roma, nella giornata di domenica 27 Novembre ha rappresentato pienamente lo stato dell'arte sul dibattito referendario. Una manifestazione temuta dai più e finita con una bella cornice di popolo in quella piazza del nome omonimo.

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Giovedì, 20 Ottobre 2016 00:00

Un NO non preconcetto

Un NO non preconcetto

Complice una certa pigrizia nel fissare la data della consultazione, il referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre è ormai da mesi al centro del dibattito.
Come in ogni buona campagna elettorale che si rispetti, propaganda e volontà di informare si intrecciano nelle iniziative dei due schieramenti, in proporzione abbastanza conforme. Lasciando ad altri collaboratori di questa testata o al molto materiale disponibile l'onere di evidenziare quanto di concreto e vero nel complesso delle motivazioni del “sì” e del “no” vorrei qui umilmente dare voce alle ragioni di un “no” non aprioristico e pensato in un'ottica progressiva.

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Mercoledì, 12 Ottobre 2016 00:00

Bavagli post-democratici

Bavagli post-democratici
Da Orbán a Renzi, la democrazia in pericolo


Il vento che imperversa sull’Europa da tre/quattro anni non è assolutamente paragonabile ad una bonaccia tardo-primaverile, annunciante l’arrivo dell’estate. Le perturbazioni sono minacciose e tuonano di derive autoritarie e democrazie a rischio. Il passaggio dallo stato di diritto allo stato autoritario sembra (quasi) del tutto completato; e tra imposizioni della Troika (vedi Grecia), stati d’emergenza volti a reprimere (il caso della Francia del post 14 Novembre) e nuovi muri, sembra quasi di essere ripiombati alla prima metà del secolo scorso.

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Sabato, 01 Ottobre 2016 00:00

Riformare la politica, non l'opposizione

Se il buongiorno si vede dal mattino, lo spettacolo offerto da Matteo Renzi durante il suo primo giorno ufficiale di campagna elettorale referendaria è alquanto desolante. Si tratta infatti di una vera e propria conferma della tesi, ormai parecchio diffusa, che vede l’attuale premier come un vero e proprio “Renzusconi”, cioè l’ultima offerta politica del “serpentone metamorfico” (mi si passi il termine previano) nella fase di completa decadenza della democrazia. Chi voglia vedere uno spettacolo appena un po’ più desolante può sollazzarsi con la delirante campagna elettorale americana, dove i due rappresentanti della belva imperialista con la bava alla bocca si contendono il consenso di un pubblico completamente mitridatizzato, che segue lo show nonostante fuori vi siano piazze in rivolta e omicidi delle forze dell’ordine quotidiani.

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