Il profilo per gli articoli scritti a più voci, dai collaboratori del sito o da semplici amici e compagni che ci accompagnano lungo la nostra esperienza.
Intervista ad Antonio Guerrero, uno dei cinque cubani incarcerati negli Stati Uniti e rilasciati nel dicembre 2014 dopo molti anni.
A cura di Alessandro Zabban e Diletta Gasparo
1- Immaginiamo che da quando sei stato scarcerato, tu abbia girato molti posti per raccontare la tua storia. Quale è stata l’accoglienza che hai ricevuto? Quanta solidarietà viene dimostrata, ancora oggi, a Cuba?
Non ho in realtà viaggiato molto: nel mese di maggio siamo stati una settimana in Venezuela e ora siamo arrivati in Italia per questo viaggio. Pensiamo che ci saranno altre opportunità per ringraziare direttamente i molti amici nel mondo che ci hanno dato la loro sincera solidarietà. Ci manca ancora da fare un bel giro a Cuba: personalmente ho girato solo tre province cubane dopo la scarcerazione. Ho fatto un viaggio di una settimana a Santiago di Cuba, a Cienfuegos per due giorni e a Matanzas per un giorno… Tutto il tempo rimanente lo ho trascorso a L’Avana. Cercheremo di portare il nostro messaggio a più persone possibili, del nostro popolo e dei popoli amici. Per questo vi ringraziamo molto per la visibilità e l’aiuto che ci state dando con questa intervista, aiutandoci a raggiungere gli amici di Cuba che ci hanno sostenuti nella battaglia per la nostra libertà.
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Intervista di Daniele Lorini e Bianca Carotenuto
Il 21 marzo è stata inaugurata, a Firenze, la libreria Marabuk in via Maragliano, pensata e gestita interamente dagli ex-librai della Edison dopo aver fondato una cooperativa: Materiali Resistenti. Ci è sembrato importante intervistarli e riportare ai nostri lettori quella che con questa apertura, questo nuovo inizio, è stata la conclusione definitiva di una vicenda dolorosa e che ha segnato parecchi fiorentini che erano affezionati alla libreria Edison di piazza della Repubblica, ma che ha segnato soprattutto loro, i librai, che in quel luogo ci avevano messo il cuore e l'impegno.
La primissima impressione entrando in libreria è quella di un ambiente molto aperto e luminoso: il bancone all'ingresso è fatto con libri posti l'uno sull'altro, mentre il resto dell'arredamento, scaffali, sedie, espositori, sono fatti con materiale riciclato. Ci accoglie con il sorriso Marida e subito ci fa accomodare al piano di sopra
Di Chiara Del Corona e Daniele Sterrantino
Per laggere la prima parte del resoconto clicca qui
Quel fiore –
gli hanno strappato i petali, ma è vivo
quel cuore –
nella sventura, è rimasto saldo
quella stella –
è caduta, con una scia di luce nella foresta
come chi sa morire con un sorriso
quando spalanca le ali
il vento dell’altopiano.
Li porto con me,
sono l’immagine
del non arrendersi.
Heyar, da “Canti d’amore e di libertà del popolo kurdo
Di Chiara Del Corona e Daniele Sterrantino
“(…) Questo è un nuovo inizio, non una fine. E’ l’inizio di una nuova lotta in favore delle minoranze etniche. Abbiamo tutti delle grandi responsabilità verso la democratizzazione di tutte le popolazioni e culture in queste terre. Invito tutte le altre popolazioni in questo territorio a condurre un’esistenza basata sulla libertà e l’uguaglianza”
Abdullah Öcalan
Un’iniziativa davvero interessante e importante quella organizzata il 13 marzo dal Circolo Due Strade Tripetetolo di Lastra a Signa e che ci ha portato un po’ di più dentro il complesso mondo del Kurdistan il quale per troppo tempo è stato messo in secondo piano da stampa e media. Soltanto negli ultimi mesi, grazie alla resistenza dei curdi contro l’esercito dell’Isis si sono accesi i riflettori – ma per poi spengersi repentinamente e riaffondare nel buio – su questo “stato”che non è mai stato riconosciuto a livello internazionale e giuridico. A condurci attraverso la storia, le dinamiche, gli eventi attuali che si snodano attorno al popolo curdo e alla sua resistenza in difesa della libertà e contro la minaccia dello Stato islamico, sono stati Giulia Chiarini, attivista fiorentina che più volte è stata in Kurdistan ed Erdal Karabey, presidente dell’associazione culturale Kurdistan. I due relatori ci hanno raccontato fatti ed esperienze, stimolati dalle domande mirate e dalla competente coordinazione di Daniele Sterrantino, uno dei maggiori promotori e ideatori dell’iniziativa.
Di Chiara Del Corona e Lorenzo Palandri
“Chissà cosa succede poi, dopo aver parlato. Dopo l’ultima pagina, quando il romanzo finisce.”
Gianrico Carofiglio, “Il bordo vertiginoso delle cose”
Un incontro davvero piacevole quello organizzato il 5 marzo dalla Libreria dei Lettori presso il saloncino della Pergola con lo scrittore ed ex magistrato Gianrico Carofiglio, da subito aderente alla campagna “Libreria bene comune”, lanciata dalla libreria dei Lettori e sensibile alla situazione e al destino delle librerie indipendenti.
A rendere ancor più coinvolgente il tutto è stato il fatto che più che una presentazione o una conferenza si è trattato di un interscambio con botta e risposta tra l’autore e il pubblico che gli rivolgeva domande e curiosità, creando l’atmosfera propria di un’amena chiacchierata intellettuale ma anche leggera in un salotto effettivamente sofisticato ma trasformatosi in tal modo in ambiente familiare, quasi intimo.
Giovanni Orlandini
Un fantasma si aggira per il mercato del lavoro italiano. Si tratta del lavoro a progetto (c.d. co.co.pro.), del quale il Governo ha annunciato la scomparsa presentando i decreti attuativi del Jobs Act. A partire dal primo gennaio 2016 non sarà infatti più possibile assumere con questa forma contrattuale, il che – si sostiene- comporterà la fine della precarietà per circa mezzo milione di lavoratori “autonomi”. Certo, al posto del contratto a progetto, ai lavoratori spetterà l’assunzione con il nuovo contratto a tutele crescenti, privo delle tutele in caso di licenziamento illegittimo. Ma si tratta comunque di un sostanziale miglioramento delle loro condizioni di occupazione.
Uno spunto di riflessione
Condivisione, partecipazione e innovazione, sono temi che ricorrono insistentemente in una nuova narrazione dell’economia, del lavoro, della partecipazione politica molto diffusa tra giovani lavoratori ad alta formazione, non di rado freelance o giovani imprenditori.
La notizia dell'attentato alla redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo ci è arrivata tra capo e collo, lasciandoci sconcertati. Dopo lo sdegno per la morte di tredici persone, la riflessione non è facile, affatto. Che la globalizzazione ci imponga sfide culturali in termini mai affrontati prima è un dato di fatto. L'Occidente patria dell'Illuminismo che rivendica la libertà di opinione vede avanzare, come in Svezia, forze politiche che danno fuoco alle moschee e di certo lo scandalo non innesca l'indignazione della società. È per questo motivo che abbiamo deciso di provare a cimentarci in una specie di "brain storming" per vedere cosa potesse venire fuori, riguardo alla vicenda, dal nostro cervello collettivo, di cui andiamo molto fieri proprio per l'eterogeneità al suo interno. Resta comunque il fatto che sia inaccettabile uccidere per delle vignette e proprio per questo, su suggerimento di Francesca Gabbriellini, apriremo questa sessione con una bella filastrocca di Gianni Rodari, "Il cielo è di tutti".
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