Una notizia, quella della “fumata” in chetichella, che ilBecco.it aveva dato in anteprima regionale dalla sua pagina Facebook e che, come si può immaginare, nel diffondersi ha subito messo in serio allarme la cittadinanza. In poco meno di due ore dai primi avvistamenti (e dalle prime foto, scattate in emergenza da tutti i cellulari delle vicinanze) le segnalazioni giunte in Comune avevano fatto partire la Polizia Municipale, che prontamente è giunta sul posto per chiedere lumi e stendere il verbale. Avvertiti, come sempre in questi casi, anche Arpat e Asl locali. E' del primo pomeriggio la dichiarazione ufficiale dell'azienda:
“La società, nel pieno rispetto della sospensiva del Tar della Toscana, che impedisce la messa in esercizio, ha completato una delle fasi di montaggio dell'impianto che è, invece, consentito così com'è consentita l'accensione a metano purché il forno non sia alimentato con rifiuti o biomasse. L'accensione a metano è stata necessaria per portare a temperatura il materiale refrattario che riveste il forno: operazione piuttosto lunga, che deve avvenire gradatamente e che comporta la fuoriuscita di vapore acqueo. Domani, infatti, inizierà la fase di diminuzione della temperatura fino ad arrivare allo spegnimento. La società precisa inoltre che il refrattario doveva essere portato a cottura anche per evitare che, dopo mesi, la struttura si deteriorasse. Le autorità intervenute stamani altro non hanno potuto che constatare il pieno rispetto delle regole come sottoscritto nel verbale che ne è stato redatto.”
Parole che nel fronte del “no” saranno come minimo sezionate a dovere. Molti, infatti, i dubbi relativi all'interpretazione dell'ultima ordinanza del Consiglio da parte dei vertici dell'azienda. Un ennesimo e preannunciato scontro che, come sempre, si giocherà tutto su questioni di lana caprina: il reale significato della parola “attivazione”, con tutti gli annessi e connessi. A presto nuovi aggiornamenti.