Tutti ricorsi che sarebbero, secondo le prime notizie giunte in redazione, accolti, con una clausola di divisione delle spese.
Un regalo di natale decisamente gradito per questa battaglia che da oltre due anni tiene banco fra le pagine dei giornali e nei pensieri di comitati e partiti. Stando alle prime notizie, a questo punto, l'azienda sarà costretta a fermare i suoi piani, almeno sino ad un eventuale ricorso al Consiglio di Stato che, anche se prevedibilmente ci sarà, non si apre con i migliori auspici per i proprietari dell'impianto.
Una decisione presa alla fine di una riflessione durata meno di un mese, in barba ai più cauti pronosticati dai vari avvocati delle parti, e che ha voluto prende in esame tutti e i ricorsi riconoscendo un particolare rilievo a quelli che, come nel caso del Comitato e di Rifondazione, vedevano nominalmente impegnati numerosi cittadini e residenti nei pressi dell'impianto, i quali «indubbiamente, potrebbero subire una serie di effetti negativi, sotto il profilo della tutela della salute e della qualità della vita, dalla possibile attivazione dell’impianto; avuto riferimento alle possibili ricadute dell’impianto in questione sull’ambiente».
A fare notevole differenza sarebbe stato il fatto che i progetti dell'impianto avevano subito in corso d'opera alcuni mutamenti. L'azienda, infatti, aveva approntato modifiche ai piani iniziali dichiarando, all'epoca, di voler venire incontro alle perplessità di istituzioni e cittadini. Modifiche che in particolare avevano reso l'impianto determinato nel tempo (8000 ore di azionamento), senza però che l'iter autorizzativo subisse contraccolpi o ripartisse da zero. Il «secondo prototipo», come lo definiscono i giudici, era finito sotto la lente d'ingrandimento del fronte del “no”, in quanto reputato troppo divergente dal progetto precedente.
Punto nodale è stato, però, la natura dell'impianto, definita «altamente innovativa». Il fatto che l'impianto fosse a carattere sperimentale, infatti, era stato negato dall'azienda, specie nelle ultime fasi del processo («virata» peraltro sottolineata polemicamente, insieme alle difese portate in merito dalla Regione, definite su questo punto «paradossali»). Evidenziando come la sperimentalità dell'impianto fosse citata nei progetti e nelle carte prodotte durante l'iter, il Tar ha quindi optato per una sottolineatura del carattere innovativo dell'impianto, definito portatore di «una tecnologia non ancora applicata impiantisticamente» sulla quale mancano «valutazioni inerenti le condizioni anomale di processo e scenari incidentali con i possibili effetti ambientali». Tale natura, però, si sarebbe dovuta accompagnare ad un iter autorizzativo diverso, passante attraverso le maglie della Regione e non della Provincia, nonché a regole differenti in merito alla produzione di energia (e di lucro) ed alla quantità di materiali da trattare.
Esultano, com'era prevedibile, tutti gli attori di questa vicenda, a partire dal Comune:
"Stamane abbiamo appreso dai nostri legali, gli avvocati Luisa Gracili e Piera Tonelli dello Studio Gracili Associato di Firenze, che il Giudice amministrativo toscano ha accolto il ricorso presentato dal Comune di Castelfranco di Sotto, insieme ai Comuni di Santa Croce, Montopoli, Santa Maria a Monte e San Miniato contro la realizzazione dell’impianto di pirogassificatore proposto dalla Waste Recycling. Dopo una battaglia che ci ha visti impegnati sin dall’inizio in prima linea per più di due anni, prima attraverso un percorso di partecipazione e coinvolgimento dell’opinione pubblica e poi mediante la presentazione del ricorso, questa vicenda ha una conclusione positiva che sorride all’impegno e alle ragioni sollevate dalle amministrazioni comunali.
Stamane abbiamo appreso dai nostri legali, gli avvocati Luisa Gracili e Piera Tonelli dello Studio Gracili Associato di Firenze, che il Giudice amministrativo toscano ha accolto il ricorso presentato dal Comune di Castelfranco di Sotto, insieme ai Comuni di Santa Croce, Montopoli, Santa Maria a Monte e San Miniato contro la realizzazione dell’impianto di pirogassificatore proposto dalla Waste Recycling. Dopo una battaglia che ci ha visti impegnati sin dall’inizio in prima linea per più di due anni, prima attraverso un percorso di partecipazione e coinvolgimento dell’opinione pubblica e poi mediante la presentazione del ricorso, questa vicenda ha una conclusione positiva che sorride all’impegno e alle ragioni sollevate dalle amministrazioni comunali. Particolare soddisfazione è per noi il fatto che il Giudice abbia riconosciuto la validità delle nostre argomentazioni e la fondatezza giuridica delle stesse.
Possiamo quindi dire, davvero, come da più parti auspicato durante questa dolorosa e difficile vicenda, che “il diritto ha prevalso”. Il pronunciamento del giudice costituisce così un’ulteriore riprova che tutto il percorso portato avanti da queste amministrazioni non ha mai avuto niente a che vedere con atteggiamenti pregiudiziali né tanto meno irresponsabili, di cui da troppe parti siamo stati accusati ingiustamente: la storia amministrativa di questo territorio dimostra che esiste una cultura di governo aperta e favorevole allo sviluppo, ma altrettanto attenta ed esigente sotto il profilo del rispetto delle regole, soprattutto quando si parla di questioni che hanno un potenziale impatto sul territorio, sull’ambiente e sulla salute dei cittadini.
Fa piacere che il Giudice, indirettamente, confermando la validità delle nostre proposizioni, abbia riconosciuto l'atteggiamento non pregiudiziale bensì serio e responsabile di queste amministrazioni, che ci saremmo aspettati non fosse messo in discussione neppure da altri.
Oggi a distanza di quasi un anno da quando fu emanato l’atto di autorizzazione alla costruzione del pirogassificatore, arriva la notizia più gradita e attesa, che ci riempie di soddisfazione e premia un lavoro costante e faticoso portato avanti in questi anni, insieme alle altre istituzioni e non solo, pur nella diversità di approcci alla vicenda.
Come il mugnaio prussiano di cui ci racconta Brecht, oggi possiamo affermare anche noi che “esiste un giudice a Berlino”.
Ringraziamo tutti coloro che ci hanno sostenuto in questa battaglia, a partire da chi ha svolto il lavoro di rappresentanza legale: lo studio Gracili Associato di Firenze e in particolare gli avv. Luisa Gracili, Piera Tonelli e Natalia Princi, le amministrazioni comunali che si sono affiancate alla nostra, la giunta e il consiglio provinciali.
Ringraziamo tutti i cittadini, sia coloro che hanno da subito creduto nella correttezza e assoluta trasparenza del nostro operato, sia quelli che non lo hanno fatto e ci hanno per questo osteggiato fortemente e a lungo. Oggi, questa vittoria segna un momento di pacificazione e chiude qualsiasi polemica inutile e strumentale.
Queste invece le parole del Comitato Antinquinamento:
Con la sentenza odierna del Tribunale Amministrativo della Toscana è stata fatta giustizia!
Il Tar ha annullato l’autorizzazione di installare il Pirogassificatore della ditta Waste Reciclyng, nel comune di Castelfranco di Sotto accogliendo i ricorsi per l’annullamento della determina firmata dalla dirigente Laura Pioli della provincia di Pisa del 23 Dicembre 2011 con la quale approvava il progetto. Il Tar ha annullato anche la successiva delibera della giunta regionale del 29 Dicembre, ha rigettato tutti i pareri positivi all’inceneritore dell’Arpat, della Usl 11, dell’autorità di bacino del fiume Arno ed infine quello del comune di Castelfranco di Sotto del 15 Giugno 2010 per dare ragione a noi che sin dall’inizio abbiamo contrastato l’impianto,
Insomma ha detto Stop all’incenerimento di rifiuti a Castelfranco!
Il Comitato permanente per la tutela e la salvaguardia dell’ambiente e del territorio di Castelfranco è particolarmente soddisfatto di questa grande vittoria, ottenuta dopo sacrifici personali e finanziari anche perché è stata riconosciuta la propria legittimità al ricorso. Gli enti che abbiamo citato infatti, rappresentati dai propri legali hanno cercato di far passare il nostro ricorso non legittimo con la scusa che siamo solo una realtà di cittadini, ma il Tar, vista la nostra esistenza radicata da molti anni sul territorio, ha riconosciuto totalmente la nostra rappresentatività. Questo per noi è un altro grande successo ed una grande vittoria che ci spinge a continuare quanto abbiamo fatto finora.
Ma ora, vogliamo fare delle riflessioni:
Mentre non possiamo biasimare la ditta Waste che avrebbe voluto istallare il pirogassificatore e nemmeno la ditta NSE che lo ha progettato, perché entrambe hanno agito per i propri interessi e per un proprio comprensibile tornaconto, vorremmo fare e con dispiacere, un appunto su chi ci rappresenta ma non ci tutela e cioè sulla Provincia di Pisa, sulla Regione Toscana, sull’Arpat, sulla Asl 11, sull’Autorità di Bacino dell’Arno, tutti enti preposti e pagati da noi cittadini e che invece di proteggerci dagli inganni, dai soprusi e dai sotterfugi , ancora una volta si sono schierato a favore dei potenti. Hanno fornito pareri positivi al pirogassificatore, ora rigettati dal Tar e non hanno esitato a schierarsi in giudizio contro noi cittadini che ancora una volta siamo dovuti scendere personalmente in campo per difenderci proprio da loro, pagati da noi.
Un vero paradosso!
Queste cose devono finire, i cittadini sono stufi di questa politica e di questo modo di gestire le cose. Chi ci ripaga ora dai nostri soldi spesi inutilmente da questi enti in ricorsi ed avvocati e per di più in favore di privati? Questo è uno spreco di denaro pubblico e chiara connivenza fra politica e affari! Vogliamo dire invece un grande grazie di cuore ai nostri avvocati che hanno permesso a quei giudici, con la loro giusta sentenza di chiarire le cose e di consentire a molta gente di buona volontà di trascorrere un felice e Santo Natale!
Fanno festa, inoltre, a Rifondazione Comunista, autore di un ricorso che in svariati punti viene ripreso nelle motivazioni della sentenza, a cominciare dalla motivazione più dirimente espressa dai giudici: la natura sperimentale del progetto.
"Tutto iniziò 12 mesi fa, nel dicembre 2011, quando il Partito della Rifondazione Comunista, lette tutte le carte della vertenza sul pirogassificatore Waste Recycling, decise che c'erano tutti gli elementi per un ricorso autonomo. Tale iniziativa, che si stava sviluppando in parallelo a quelle del Comune e del Comitato, era giustificata dal fatto che dalle nostre analisi c'erano motivazioni ulteriori per non autorizzare l'impianto di Castelfranco. Prima fra tutte: la sua natura sperimentale, la quale avrebbe necessitato un iter autorizzativo completamente diverso, coinvolgente il Ministero dell'Ambiente e la Regione, più che la Provincia di Pisa. Sempre legate alla natura sperimentale, che l'azienda negava, vi erano altre questioni: il fatto, ad esempio, che l'impianto non potesse generare lucro da produzione di energia.
Accogliamo quindi con grandissima soddisfazione questo regalo natalizio anticipato, ancor più perché la motivazione cardine del nostro ricorso al Tar, già al centro di una nostra richiesta di annullamento in Provincia per questioni di autotutela che se accolta subito ci avrebbe risparmiato tanti “piccioli”, è stata considerata dai giudici come una delle motivazioni più gravi.
Rifondazione Comunista ha dunque fatto la sua parte, fondamentale, in una battaglia che ha visto tutta la comunità unita contro quest'impianto. Una lotta dura, fatta di impegno civile, di manifestazioni, di autotassazioni e timori in vista delle spese. In un paese come l'Italia in cui la politica sempre meno riesce a dare il meglio di se, i castelfranchesi hanno saputo andare controcorrente e hanno dimostrato che la politica, anche quella fatta attraverso i partiti, quando è fatta da persone disinteressate e con una larga partecipazione, è una cosa non solo utile ma positiva: una dimensione da recuperare e da riscoprire.
Come ci siamo sempre stati, ci saremo sempre e siamo pronti ad ogni prospettiva legale, anche in vista di un ulteriore ricorso in Consiglio di Stato".
Dall'azienda, per adesso, non commentano in modo dettagliato la sentenza, prendendo tempi e vagliandola tramite gli avvocati. Unica conferma, per adesso, l'ulteriore appello al Consiglio di Stato. Sede in cui Waste Recycling cercherà di ribaltare l'esito del Tar.