Con l'ordinanza firmata da Dario Nardella, il vice del sindaco rottamatore, si vieta la vendita sul tutto il territorio comunale di bevande alcoliche dopo le 21.15 (se non all'interno di locali). Chi non rispetterà i limiti sarà costretto a pagare una multa che andrà dai 500 ai 3mila euro; la sanzione pecuniaria, inoltre, si trasformerà nella chiusura dell'attività per un periodo di venti giorni in caso di violazione ripetuta. La logica soggiacente al provvedimento sfocia dal più becero proibizionismo: come affermato in una nota di Palazzo Vecchio, l'obiettivo è quello “di mettere un ulteriore freno all’abuso di sostanze alcoliche che in questi ultimi mesi ha provocato diversi episodi di grave intossicazione, oltre a portare i ben noti fenomeni di degrado urbano, favoriti dalla proliferazione di minimarket nel centro della città”.
Quindi parliamo di degrado. E' davvero questa la strada da intraprendere per combattere il “degrado”? Come ha affermato lo stesso vicesindaco, l'ordinanza è stata adottata soprattutto per frenare la vendita di bevande alcoliche da parte dei minimarket del centro. “Dai nostri controlli emerge chiaramente che dalle 22 alle 4 del mattino, ovvero gli orari più a rischio, ad incidere di più sull’abuso di alcol sono proprio i minimarket. (…) In un minimarket del centro nei giorni scorsi in 40 minuti gli agenti hanno riscontrato la vendita di 61 bottiglie di birra e 3 bottiglie di vino”.
Non è necessario essere delle cime per capire che a subire le conseguenze dell'ordinanza non saranno i consumatori in generale, ma piuttosto quelli che non hanno la possibilità di pagare 8 euro per una bevuta in uno dei tanti locali che circondano Piazza Santa Croce.
Firenze è una città universitaria ma, nonostante la forte presenza di giovani, sta morendo. Girando per le strade del centro in mezzo alla settimana, già alle 10 di sera non c'è nessuno fuori. Gli autobus non passano (già prima la sera passavano poco, non parliamone adesso che l'azienda è stata svenduta), i cinema storici o sono chiusi o hanno prezzi esorbitanti (la concorrenza dei multisala in periferia è una piaga dura da combattere) e di cose da fare ce ne sono sempre meno. Quando si accusa Matteo Renzi di aver fatto della città di Dante un giochino a misura di turista, le critiche sono più che fondate. Si può poi discutere sul fatto che le responsabilità non siano esclusivamente sue, dato che è un processo oramai innescato da anni, ma non si può negare che i fiorentini abbiamo sempre meno spazi da vivere nella loro città. E quest'ordinanza va proprio in questa direzione: il turismo non subirà nessuna battuta d'arresto dato che a dover rimettere i propri soldi in tasca saranno gli studenti che il sabato sera si ritrovano per bere una birra in Piazza Sant'Ambrogio. Si stanno togliendo, piano piano, tutte le alternative ad una serata passata in casa davanti alla televisione o al pc.
Il mio non vuole essere un intervento a spada tratta contro coloro che ci privano dell'ebbrezza di perdere la conoscenza a causa di uno sfiorato coma etilico ogni sabato sera. Penso alle conseguenze che il provvedimento avrà sulle abitudini della gran parte delle persone ed è in questo senso che dico che gli effetti saranno pessimi. Sono anni che, soprattutto a sinistra, si discute di come i luoghi di socialità stiano diminuendo, di come le piazze siano solo spazi deserti e di come oramai non si discuta più. Non voglio certo affermare che lo stare a bere in piazza sia la soluzione, ci mancherebbe, ma di certo se invece di vietare la vendita di alcolici si provasse a pensare a come riempire le serate dei fiorentini, a come soddisfare i loro interessi e a come affinare il loro senso critico, probabilmente ci sarebbe meno “degrado da combattere”.
P.S: Considerazione a margine ma non certo secondaria: è forse un caso che l'ordinanza si scagli contro i minimarket che sono proliferati nel centro della città? Non sarà sfuggito a molti che queste attività sono in gran parte gestite da stranieri che hanno beneficiato della liberalizzazione delle licenze per la somministrazione di bevande alcoliche. Che sia un caso che per combattere il malcostume ed il degrado si siano imposte restrizioni proprio a loro? Tutti i fiorentini ricorderanno il colpo di mano con cui Renzi chiuse i sette locali in zona Santa Croce. E ricorderanno anche la veemenza delle polemiche scaturite e la velocità con cui il primo cittadino si è rimangiato tutto. Qualcosa mi fa pensare che la previsione della mancanza di proteste da parte di lavoratori stranieri sia stata alla base della scelta.