Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.
Settimana iniziata con un forte terremoto che ha colpito la Prefettura di Osaka. Il 18 giugno alle ore 7,58 un terremoto di intensità 6 nella scala sismica giapponese ha infatti colpito la popolosa Prefettura e, con intensità minore, anche quella di Kyoto. Il bilancio è stato di 5 morti e 408 feriti. Sospesa in 110.000 case la fornitura di gas mentre in circa 170.000 abitazioni per alcune ore è stata sospesa l'erogazione di energia elettrica. Il rischio di eventuali frane, possibili alla luce delle forti piogge segnalate dall'Agenzia Meteorologica, ha portato all'evacuazione di oltre 1.700 persone.
Il 23 giugno, frattanto, tecnici della Prefettura di Osaka hanno ritenuto che in 15 scuole elementari e medie alcuni muri in cemento non presentavano le caratteristiche di solidità richieste dalla normativa. Le scuole ispezionate sono state in totale 59 ed in una di esse una bambina di 9 anni è deceduta nel corso della scossa di lunedì a causa proprio del crollo di un muro.
Prevedibili divergenze sul commercio internazionale tra gli Stati Uniti da un lato e gli altri sei grandi al G7 canadese. Il summit si è concluso domenica con la partecipazione dei capi di governo (primo G7 per il Presidente italiano Conte nonché per l'ex “Grande Fratello” Rocco Casalino) e si è caratterizzato per un discreto clima di tensione in particolare tra gli USA ed il Canada. In tal senso dure ed inusuali le parole – “disonesto e debole” – contenute in un tweet del Presidente USA rivolto ai canadesi.
Il Giappone si mostra cauto sul prossimo vertice tra Stati Uniti e Corea del Nord. A suscitare preoccupazione è l'abbandono, almeno per il momento, da parte USA della locuzione “massima pressione” al fine di ottenere la denuclearizzazione della Penisola coreana. “Non voglio più usare questa affermazione” ha infatti sostenuto Donald Trump lo scorso 1 giugno incontrando l'inviato della RPDC Kim Yong Chol.
Il tema è stato, ovviamente, al centro anche dei lavori dell'Asia Security Summit di Singapore.
Tornato in patria da San Pietroburgo il Primo Ministro Abe ha negato nuovamente in parlamento il proprio coinvolgimento nello scandalo Moritomo Gakuen. “Voglio dire chiaramente che né io né mia moglie siamo stati coinvolti nella vendita o nel processo di approvazione” ha affermato Abe lo scorso 28 maggio difendendo anche la consorte Akie che al momento dell'affaire era presidentessa onoraria dell'associazione che ha acquistato ad un prezzo bassissimo il terreno demaniale situato nella Prefettura di Osaka. “La signora Abe compare 14 volte nei documenti ottenuti dal Ministero delle Finanze. Come può dire che non è mai stata coinvolta?” ha contestato Teruhiko Mashiko del Partito Democratico per il Popolo.
Chiude con Lucia di Lammermoor (in replica fino al 5 giugno) la stagione lirica del Teatro Carlo Felice di Genova. Opera di Gaetano Donizetti su libretto di Cammarrano (che per il maestro bergamasco scriverà qualche anno più tardi il Roberto Devereux) che si ispirò nel soggetto al romanzo The Bride of Lammermoor del fondatore del romanzo storico Walter Scott.
Novità di questa produzione lo spostamento di ambientazione operato dal regista Lorenzo Mariani con un passaggio dalla Scozia dell’Età Moderna al periodo tra le due guerre mondiali (una innovazione tutto sommato marginale ma che sicuramente farà arricciare il naso ai più puristi).
Opera dalla genesi complessa per via di alcune controversie finanziarie (la “fame” del teatro è antica quanto il teatro stesso), la storia messa in scena è un conflitto al cubo: tra due uomini che si contendono la volontà di una donna ma anche tra due Casati che si scontrano in quella Glorious Revolution che vide contrapposti i sostenitori degli Stuart agli orangisti. Un classico, dunque, dell’amore reso impossibile dalle opposte fazioni cui appartengono gli amanti ma restituito da Donizetti in forma nuova. Una cupa tonalità gotica (siamo nell’ambito del recupero e della trasposizione mistica del passato operato dai romantici) avvolge i personaggi e la loro storia.
La metà del personale delle università nipponiche è costituito da lavoratori a tempo parziale e precari. Il dato emerge da una ricerca realizzata dal quotidiano Asahi Shimbun su 751 atenei nel 2017 (659 le università che hanno risposto al questionario). Stando ai numeri i lavoratori a tempo pieno ammontano a 169.458 mentre i part time sono 169.164 (cioè quasi lo stesso numero). Anche tra quanti lavorano a tempo pieno appena il 26,2% (44.401 lavoratori) hanno un contratto a tempo indeterminato.
Il Giappone punta ad ottenere entro il 2030 un quinto della propria energia elettrica prodotta da nucleare. Il dato emerge dalla bozza del piano energetico nazionale messo a punto da un tavolo consultivo del Ministero dell'Economia, Commercio e Industria. Il nuovo piano sostituisce quello realizzato nel 2014 e prevede la rimessa in esercizio di 30 reattori per raggiungere una percentuale tra il 20 ed il 22% di energia elettrica da nucleare. Allo stato attuale sono soltanto otto i reattori rimessi in funzione, ciò è dovuto alle rigide normative di sicurezza approvate dopo la catastrofe di Fukushima.
Grande novità politica nel fronte dell'opposizione. Lo scorso lunedì, dopo quasi un anno di discussione e di continui tira e molla, Kibo no To, il partito che fa riferimento alla Governatrice di Tokyo Yuriko Koike, e quanto rimane del Partito Democratico (che alle ultime elezioni si era presentato proprio sotto le insegne di Kibo no To) si sono fusi in un unico soggetto.
Il nuovo partito si chiama Partito Democratico per il Popolo e potrà contare in parlamento sull'adesione di 62 tra deputati e senatori. Partito Democratico e Kibo no To prima della fusione potevano contare in totale su 107 eletti ma molti tra i democratici hanno scelto di non aderire al nuovo soggetto e potrebbero approdare verso il Partito Costituzionale Democratico che con 63 eletti è la principale forza dell'opposizione.
Il Partito Democratico del Popolo sarà guidato da Yuichiro Tamaki (proveniente da Kibo no To) e da Kohei Otsuka (proveniente invece dal Partito Democratico). “Non sento alcun senso di euforia” ha detto commentando la nascita del nuovo partito l'ex premier democratico Yoshihiko Noda che ha scelto di non aderire al PDP.
Anche un altro peso massimo del vecchio PDG come Katsuya Okada ha scelto di non iscriversi alla nuova formazione. “Questa è la prima volta che ho lasciato un partito politico da quando ho abbandonato il Partito Liberal-Democratico nel 1993. Abbiamo lavorato negli ultimi 20 anni per una politica nella quale si verificasse un trasferimento di potere ed io ho giocato un ruolo chiave in questi sforzi: è deplorevole che questo partito stia cadendo a pezzi” ha commentato amaramente Okada che è stato vicepremier ed anche Presidente del PDG.
“Alla convention del nuovo partito in pochi hanno menzionato le questioni diplomatiche e della sicurezza nonché le politiche costituzionali. È assolutamente legittimo che i singoli parlamentari abbiano differenti vedute sui dettagli ma non è chiaro se le posizioni del nuovo soggetto saranno sulla scia di quelle del PDG” ha affermato Goshi Hosono, ex ministro dell'Ambiente ed anch'egli postosi fuori dal PDP.
Nel partito della Koike invece su 54 parlamentari in 18 hanno deciso di non partecipare alla nuova avventura, tra essi Jin Matsubara, ex Presidente della Commissione Nazionale di Pubblica Sicurezza.
Il giorno seguente l'opposizione, congiuntamente, ha deciso di cessare il boicottaggio delle sedute della Dieta dopo che il Presidente della Camera dei Rappresentanti, il liberal-democratico Tadamori Oshima, ha intermediato con i partiti della maggioranza affinché si faccia chiarezza sugli scandali che hanno coinvolto il governo.
Primo accordo tra maggioranza ed opposizione è stato quello di poter sentire Tadao Yanase, componente della segreteria di Abe all'epoca dello scandalo del Kake Educational, come testimone giurato in parlamento.
Yanase, sentito il 10 maggio, ha ammesso di aver incontrato rappresentanti di Kake Educational due anni prima (ed in tre diversi incontri) che il governo autorizzasse la nuova facoltà di Veterinaria. La vicenda era emersa grazie ad un report stilato da un dirigente della Prefettura di Ehime presente all'incontro. Yanase, che in precedenza si era sempre trincerato dietro dei “non ricordo”, ha però affermato di non aver ricevuto nessuna specifica istruzione dal premier.
Secondo personaggio ad essere sentito, ma questa volta la richiesta è venuta dalla maggioranza, Tatsuo Hatta, funzionario responsabile del gruppo di lavoro sulle Zone Strategiche Speciali.
Nocciolo della questione è infatti la designazione del comune di Imabari, città dove è stata poi aperta la facoltà di Veterinaria dell'istituzione scolastica vicina al premier, come parte di una Zona Strategica. Hatta ha negato ogni influenza nella designazione della città da parte di Abe o di Yanase: “non ho mai ricevuto alcuna richiesta dal primo ministro o dal suo segretario” ha detto il funzionario.
Alcuni giorni dopo Tokihiro Nakamura, Governatore della Prefettura di Ehime, ha mostrato alla stampa le prove che dimostrano il viaggio di propri funzionari a Tokyo per incontrare Yanase.
In politica estera a rasserenare il clima non soltanto i contatti sempre più distesi tra Stati Uniti ed RPDC ma progressi per evitare scontri concreti (di certo più concreti della propaganda) si registrano anche tra Cina e Giappone.
Il 9 maggio è stato infatti siglato l'accordo che consentirà ad i due Paesi di mettere in piedi un meccanismo di comunicazione volto ad evitare collisioni di aerei o navi nel Mar Cinese Orientale (compresa l'area delle isole Senkaku/Diaoyutai). Le due nazioni discutono del meccanismo di comunicazione dal 2007 e finalmente tra 30 giorni esso sarà operativo.
L'accordo si colloca nell'ambito dei lavori del summit trilaterale Repubblica di Corea-Giappone-Cina. Anche quest'anno il summit ha fallito nel costruire un accordo commerciale trilaterale del quale si discute almeno dal 2008. Un piccolo segnale verso una più stretta cooperazione economica è stato però il lancio del Fondo Trilaterale di Cooperazione per finanziare progetti comuni ai tre Paesi. Li ha colto l'occasione per sondare la disponibilità nipponica a partecipare alla nuova via della seta: “la nostra cooperazione evolverà. L'iniziativa One Belt, One Road si coordinerà con la strategia di crescita del Giappone” ha detto il capo del governo cinese sottolineando inoltre come il proprio Paese ed il Giappone abbiano “la responsabilità di opporsi al protezionismo e proteggere il mercato libero”.
I tre Paesi hanno convenuto, seppellendo almeno per il momento le polemiche degli scorsi anni tra Cina e Giappone, una linea comune sulla vicenda nordcoreana (il giorno prima il Presidente cinese Xi aveva incontrato l'omologo nordcoreano Kim).
Il viaggio a Tokyo è stata anche l'occasione per Li Keqiang di incontrare l'Imperatore Akihito. Il massimo rappresentante nipponico non incontrava un premier cinese - in quella occasione era Wen Jiabao - dal 2010. “Spero che le nostre relazioni migliorino” ha detto l'Imperatore al termine di un colloquio durato circa 20 minuti e svoltosi il 10 maggio presso il Palazzo Imperiale.
Sempre lo scorso 9 maggio, frattanto, il ministro Taro Kono ha condannato con poche ma decise parole la decisione del Presidente USA di uscita dall'accordo sul nucleare iraniano. “Il Giappone continua ad appoggiare l'accordo” si legge nel comunicato ufficiale degli Esteri nel quale si afferma anche “la stretta comunicazione con le altre nazioni” che hanno sottoscritto il trattato durante la scorsa presidenza statunitense.
Lo stesso Donald Trump ha poi avuto in settimana un colloquio telefonico con Abe nel quale i due leader hanno scambiato le loro opinioni circa la visita di Mike Pompeo a Pyongyang. Da parte del massimo rappresentante USA, inoltre, si è manifestata la disponibilità al coordinamento con il Sol Levante circa le richieste che saranno avanzate da Trump nel colloquio al vertice con Kim Jong Un che si terrà a breve a Singapore.
In ambito nucleare è giunto lo scorso sette maggio l'ok dall'Agenzia Regolatrice per il piano di costruzione di un centro per la gestione delle emergenze proposto dalla Kyushu Electric per la centrale di Satsumasendai. Il centro per la gestione delle emergenze è parte delle nuove disposizioni di legge (in questo caso specifico approvate nel 2013) che sono seguite alla catastrofe di Fukushima. La società dovrà completare il centro, che dovrà essere a prova di attacco terroristico, entro il 2020 pena lo spegnimento del primo reattore dell'impianto.
Ad Ikata, invece, è stato scoperto un rilascio di acqua contaminata in mare lo scorso 9 novembre. A renderlo noto la società che gestisce l'impianto, la Shikoku Electric, ed il governo della Prefettura di Ehime. L'evento è occorso alle 2,10 del mattino in un edificio a servizio del terzo reattore ed è stato generato dall'eccessiva pressione dell'acqua del circuito di raffreddamento.
Spostandosi a Miyagi l'asseblea comunale di Ishinomaki ha approvato la richiesta del sindaco per appellarsi in Corte Suprema alla sentenza che aveva condannato la Prefettura e la cittadina a versare un risarcimento alle famiglie di alcuni studenti morti a causa dello tsunami del 2011. Per il sindaco Kameyama non vi fu alcuna negligenza da parte del comune e dunque nessuna responsabilità nelle morti.
Sul fronte dei diritti civili è ampiamente riuscita, domenica scorsa, la manifestazione denominata “orgoglio arcobaleno” rivendicante diritti per gli omosessuali. I presenti sono stati circa 7.000 (un numero record per questo tipo di manifestazioni in Giappone) e tra essi Kanako Otsuji, parlamentare del Partito Costituzionale Democratico ed omosessuale dichiarato.
Grande manifestazione anche ad Okinawa lo scorso 11 maggio per commemorare la restituzione alla sovranità giapponese del piccolo arcipelago meridionale. La manifestazione è stata l'occasione per ribadire, davanti i cancelli dell'area militare di Nago, il no della popolazione locale alla nuova base USA oramai in fase di costruzione.
In economia Takeda Pharmaceutical ha annunciato lo scorso martedì di aver raggiunto un accordo per l'acquisto dell'irlandese Shire Plc. per 62 milioni di dollari. Si tratta di una delle più grandi mosse per il settore farmaceutico del Sol Levante.
Se Takeda compra SoftBank ha invece venduto: giovedì scorso infatti Masayoshi Son, amministratore delegato del megagruppo finanziario, ha annunciato la vendita delle azioni detenute in Flipkart (società indiana di e-commerce) all'americana Walmart.
In casa Toyota si prevede invece un calo del 15% negli utili netti del gruppo per il presente anno fiscale rispetto a quanto preventivato. La crescita sarà comunque cospicua segnando, secondo le nuove stime, un utile netto di 2.120.00 miliardi di yen (ne erano stati preventivati 2.490.000). La società prevede di vendere quest'anno un record di 10.500.000 auto nel 2018 crescendo rispetto alle 10.440.000 del 2017.
Per quanto riguarda i conti dello Stato i dati forniti lo scorso giovedì dal Ministero delle Finanze mostrano un nuovo record del debito pubblico (equivalente a 9.900 miliardi di dollari) alla fine del mese di marzo.
Calo nei consumi delle famiglie secondo gli ultimi dati ufficiali, riferiti al mese di marzo, hanno mostrato un nuovo calo questa volta dello 0,7% rispetto ad un anno prima. In media i nuclei con due o più componenti hanno speso 301.230 yen (-0,9% rispetto al mese di febbraio). Parlando ad un incontro organizzato dall'agenzia di stampa Kyodo il Governatore della Banca Centrale ha confermato che non esiste ad oggi una data entro la quale si immagina il raggungimento del 2% di inflazione.
(con informazioni di whitehouse.gov; mofa.go.jp; asahi.com; mainichi.jp)
Immagine ripresa liberamente da mainichi.jp
Non soltanto Corea del Nord nella politica estera del Sol Levante: la settimana appena trascorsa ha infatti visto un lungo tour di Abe nel Medio Oriente. Prima tappa, il 30 aprile, gli Emirati Arabi Uniti dove Abe ha avuto colloqui con l'omologo Mohamed bin Zayed. Lo stesso giorno l'ADNOC, la compagnia statale che gestisce le concessioni dei pozzi petroliferi ha sottoscritto con JODCO, società creata dalla nipponica INPEX, l'accordo per lo sfruttamento del giacimento di Lower Zakum. La società nipponica, rappresentata dal presidente Toshiaki Kitamura, in febbraio aveva ottenuto l'estensione per altri 25 anni delle concessioni di Satah e Umm Al Dalkh. In quest'ultimo giacimento la sua quota di partecipazione è passata dal 12 al 40%.
Ritorna anche questa stagione al Carlo Felice di Genova la regina di tutte le rappresentazioni liriche: La Traviata (repliche fino al 6 maggio). Frutto del genio di Giuseppe Verdi risale al 1853 (al Teatro La Fenice di Venezia) la sua prima rappresentazione. Il libretto, classico nel linguaggio ma rivoluzionario nella storia, è senza dubbio il lavoro più riuscito di Francesco Maria Piave che si ispirò per il soggetto alla Signora delle Camelie di Alexandre Dumas figlio. Negli eventi è però impossibile non scorgere un riferimento alla vita privata dello stesso Verdi, impegnato all’epoca in una relazione riservata e scandalosa con la soprano Giuseppina Strepponi che culminerà con le nozze e che accompagnerà il maestro di Busseto fino alla morte di lei nel 1897.
La rappresentazione si apre con il preludio eseguito, come lo scorso anno, a sipario aperto e con Germont padre e Violetta semplici mimi dell’ultima, drammatica, scena. Introdotto da questa innovazione di regia il pubblico è presto proiettato su un salotto parigino: quello di Violetta (Lana Kos, Soprano). Violetta è una cocotte (oggi diremmo una “escort”) che si dimostrerà però capace di dare quella lezione di moralità che ancora oggi celebriamo. Violetta, la “puttana” Violetta, in grado di sacrificarsi con una purezza d’animo sconosciuta alla folla che le sta intorno.
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