Giovedì, 05 Ottobre 2017 00:00

25 anni di un disco automatico, per la gente

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25 anni di un disco automatico, per la gente

Nel mese di ottobre sono usciti tantissimi bei dischi che hanno rivoluzionato il rock. Ne ho scelti tre che vi terranno compagnia per tutto il mese. Lo sapete che per me le canzoni sono come delle istantanee soggettive, frutto di interpretazioni, di sogni e sensazioni.

I R.E.M., il cui nome deriva dalla fase più intensa del sogno, da sempre fanno parte della mia vita. Le loro canzoni mi hanno sempre provocato emozioni, stati d'animo e la voglia di andare a scoprire il significato delle cose.

Anche perché capire gli enigmatici testi di Michael Stipe non è affatto semplice. Proverò a decifrarli per voi.

Oggi intendo celebrare l'uscita di Automatic for the people (5 ottobre 1992), terzo album dell'era Warner. Il prossimo 10 novembre la band di Athens ripubblicherà il disco in una ricca versione (3cd + dvd o blu ray) per festeggiare i 25 anni dell'uscita (trailer qui). Negli extra inediti ci saranno le demo dei brani, la versione live registrata al 40 Watt Club il 19/11/92 ed il disco in versione remix.

L'album ha venduto circa 18 milioni di copie in tutto il mondo ed è considerato uno dei migliori pubblicati nei primi anni '90. Insieme a Out of time, è il disco più noto dei R.E.M., trainato da due singoli di grande successo (Man on the moon ed Everybody Hurts).

# Automatic for the people / # R.E.M. / # * * * * *

Michael Stipe – voce

Peter Buck – chitarra, mandolino

Mike Mills – basso, pianoforte, tastiera, fisarmonica, voce

Bill Berry – batteria

Tracklist:

1. Drive 2. Try Not to Breathe 3. The Sidewinder Sleeps Tonite 4. Everybody Hurts 5. New Orleans Instrumental No. 1 6. Sweetness Follows 7. Monty Got a Raw Deal 8. Ignoreland 9. Star Me Kitten 10. Man on the Moon 11. Nightswimming 12. Find the River

1988. I R.E.M. accettano le lusinghe della Warner e diventano una delle rock band più amate nel mondo. Il primo disco di questa nuova era è Green che è sia il colore del dollaro sia quello dell'ambiente. Primi anni '90. Il grunge iniziava a far capolino. C'erano i Nirvana ed i primi Pearl Jam (primo disco Ten, 1991) che stavano facendo lavori autorevoli, ma il rock era saldamente in mano a due gruppi speculari: gli U2 ed i R.E.M.. Entrambe misero in discussione il loro status e la musica che avevano fatto fino ad allora per intraprendere strade più scivolose, ma di innegabile merito artistico.

I primi erano usciti nel 1991 con Acthung Baby e stavano preparando Zooropa, che uscirà nel 1993.

I secondi invece, dopo il grande successo del 1991 con Out of time trainato dal successo planetario di Losing my religion, uscirono subito con un nuovo lavoro intimo e riflessivo: Automatic for the people. Il titolo deriva da una frase di un ristoratore della Georgia (sud degli Stati Uniti) che lo usava quando serviva i suoi clienti, per dire che è un qualcosa di automatico ed universale, per la gente. Il tema principale dell'album è la morte, tanto che Kurt Cobain dei Nirvana (da poco usciti sul mercato con Nevermind) pare che lo stesse ascoltando prima di suicidarsi.

Tranquilli, non è così negativo come sembra. Lo conosco molto bene e non mi ha ancora fatto lo stesso effetto.

Stipe, Buck, Mills, e Berry riescono a creare una musica che, contemporaneamente, dà emozione e pretende attenzione. Non è un disco funebre, ma un album variopinto, ricco di tante belle canzoni.

Su tutte spiccano le immense Everybody hurts e Man on the moon, che ispirò l'omonimo film di Milos Forman con protagonista Jim Carrey. Tanto che lo stesso regista volle la canzone dei R.E.M. come colonna sonora. La band rispose scrivendo di getto un inedito, che per me è ormai un cult: sto parlando di The Great Beyond del 1999. Il cinema ha tratto tanti spunti da questo disco: oltre al già citato film di Forman, anche Vanilla Sky ha usato due canzoni dei R.E.M. nella colonna sonora (All the right friends e, da questo cd, Sweetness follows).

Come al solito vi scriverò del perché questo disco sia così importante, traccia per traccia.


Drive

Il disco si apre con una ballata anti George Bush senior. L'America statunitense, secondo Stipe, aveva bisogno di una guida migliore. Un pezzo acustico dominato dagli arpeggi del chitarrista Peter Buck. Michael Stipe dice alle nuove generazioni di non farsi mettere i piedi in testa dalle sciocchezze della politica.

Try not to breathe

Tra le canzoni più belle ed intense del disco. La confessione di un anziano che fa fatica a respirare. Ha vissuto una vita piena (this decision is mine, I lived a full life) e vuole che la persona a cui si rivolge si ricordi di lui.

The sidewinder sleeps tonite

La canzone più leggera e orecchiabile del disco che rimanda a The Lion Sleeps Tonight dei The Tokens. Prosegue la scia pop rock di Stand e Shiny happy people. Sembra un pezzo banale, ma Stipe spiazza tutti parlando anche della vita di un senzatetto che riceve chiamate in una cabina. Il sidewinder è la posizione da serpente arrotolato che assume l'uomo quando dorme.

Everybody hearts

When you think you had too much of this life. Il singolo per eccellenza di questo disco. Stipe dà a questa canzone quel qualcosa in più che la rende un inno universale. È un invito (hold on) ai giovani di non accettare le lusinghe del suicidio, riprendendo la lezione di Rock n roll suicide di David Bowie. Il video, girato da Jake Scott (figlio del regista Ridley), propone i pensieri di tante persone sedute in macchina durante un ingorgo. Quando vedono che la cosa durerà per diverso tempo, scendono tutti dall'auto come se ci fosse la possibilità di liberarsi dal dolore. Tutti i viaggiatori sono accomunati da stati d'animo di segno negativo: tale espediente narrativo è presente nel film Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders. In fondo tutti soffrono, ma bisogna provare a uscirne. Masterpiece. Cliccate qui.

New Orleans Instrumental n°1

Pezzo strumentale di transizione tra le due canzoni fondamentali del disco.

Sweetness follows

Live your life filled with joy and wonder. Ritorna il tema della morte, come in Try not to breathe. I rapporti tesi all'interno di una famiglia, la difficoltà di vivere una vita piena e la morte dei genitori. Colonna sonora, non a caso, del film Vanilla Sky con Cameron Diaz, Penelope Cruz e Tom Cruise. Pezzo stupendo. Uno dei più importanti dell'intera discografia dei R.E.M. (qui).

Monty got a raw deal

Monty è l'attore Montgomery Clift. Stipe è un appassionato di cinema e di arti visive, tanto da aver finanziato di tasca propria un film come Essere John Malkovich. La canzone è una sorta di dialogo con l'attore. "I film sono dei film, ma il nonsense ha qualcosa di piacevole e gli eroi non sono facili da trovare". Questo è uno dei passaggi più significativi.

Ignoreland

Dopo Drive, è la canzone più politica del disco. Dopo Turn you inside out, Stipe prende il megafono e sfoga la sua rabbia dando dei bastardi ai repubblicani. Stipe sembra dire che i ricchi non si impoveriscono se il benessere si estende anche alle classi meno abbienti. Someone's got to take the blame. Qualcuno dovrà prendersi le responsabilità. In Italia li stiamo ancora aspettando.

Star me kitten

Questa canzone anticipa i temi del disco successivo dei R.E.M. ovvero Monster. Il pezzo è ricco di riferimenti di natura sessuale, tanto che all'inizio doveva chiamarsi Fuck me kitten. L'attrice Meg Ryan suggerì a Stipe di cambiare il nome del pezzo. La canzone parla di un cambio di serratura e del rifiuto di dare una copia della chiave all'altra persona. In poche parole l'impossibilità di condurre una relazione autentica e stabile. L'unico elemento di attrazione pare rimanere il sesso.

Man on the moon

If you believed they put a man on the moon, man on the moon. È difficile parlare di una delle mie canzoni preferite in assoluto. Qui c'è riassunta la vita del genio comico di Andy Kaufman. Anche il regista ceco Milos Forman (Qualcuno volò sul nido del cuculo) rimase folgorato da questa canzone e decise di scriverci il film omonimo. Jim Carrey interpretava mimeticamente Kaufman, tanto che tutti pensavano che la morte di Andy fosse solo uno scherzo. Il talento eclettico ed anticonformista di questo comico non piaceva a tutti, ma un'artista poliedrico come Michael Stipe rivelò tutta la sua ammirazione. Se non avete visto il film, ve lo straconsiglio. L'uomo sulla luna è una chiara metafora del famoso avvenimento storico del 1969. Tale fatto sarebbe stato in realtà una montatura del governo statunitense usata come propaganda anti-URSS nella guerra fredda. Stipe mette in parallelo questo fatto con Kaufman: la sua morte per molti era solo l'ennesima trovata del geniale comico che si faceva beffe del pubblico. Pezzo straordinario con un videoclip altrettanto splendido (qui).

Nightswimming

Il brano parla di bagni notturni, fatti di nascosto durante il periodo dell'adolescenza. Ancora una volta Stipe sfoggia un testo con immagini cinematografiche che fanno riaffiorare il tema della giovinezza in senso nostalgico di una persona adulta che ancora non ha vinto le sue paure. The fear of getting caught of recklessness and water. La paura di essere presi dalla sventatezza e dall'acqua.

Find the river

Il brano più enigmatico del disco riprende il tema della canzone precedente, lo mescola con le atmosfere del disco precedente (Out of time) e con l'influenza del "fiume" (The river, ovviamente) di Bruce Springsteen. Ancora una volta al centro della narrazione c'è un uomo alle prese con se stesso. "In che direzione sta andando la mia vita?" - si chiede. Un pezzo dolce e malinconico che accompagna lo spettatore in una sorta di viaggio onirico che si può paragonare a quello di un fiume prima di arrivare nel mare.


Potete ascoltare il disco qui.


Fonti principali:

Le canzoni dei R.E.M. di Gianni Sibill, Editori Riuniti, 2004

Goodbye R.E.M. di Ernesto Assante e Gino Castaldo, ALEA eBooks, 2011

Ultima modifica il Giovedì, 05 Ottobre 2017 07:53
Tommaso Alvisi

Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant'altro.

Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.

Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.

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