Martedì, 18 Aprile 2017 00:00

I signori della cenere: una distopia per spiegare il presente

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I signori della cenere: una distopia per spiegare il presente

Per capire la crisi economica iniziata “ufficialmente” nel 2008 può esserci utile la figura dello wanax, figura apicale della civiltà micenea? Il collettivo Tersite Rossi ne è convinto, proponendo un romanzo capace di affondare la descrizione della società contemporanea attraverso un articolato complesso narrativo, dal ritmo avvincente e capace di non disperdere il lettore tra i numerosi livelli proposti. La società umana trapela nello scorrere dei secoli in una sorta di ciclica affermazione di dominio e violenza, progressivamente sempre più forte nel rimuovere ogni forma di dissenso. Gli autori, al loro terzo romanzo, optano per un presente distopico come contesto, scegliendo ampie coordinate geografiche (New York e Firenze, tra le altre capitali del globo) e un vasto orizzonte culturale da cui attingere (antropologia, sociologia, scienze economiche, accompagnate da citazioni di Guerre Stellari). L’apparente ineluttabilità delle condizioni in cui viviamo emerge nelle pagine con una veste oscura, trasmettendo un’inquietudine in grado di far dubitare anche i più convinti sostenitori della storia come percorso di progressiva evoluzione.

Numerosi gli elementi in grado di rendere I Signori della Cenere un romanzo di successo: una caratterizzazione dei personaggi lontana dagli stereotipi, un clima di mistero diffuso, un’accurata (forse talvolta troppo esplicita) spiegazione dei vari snodi della trama, il riuscito impegno nel non rendere ostico alcun passaggio, una scrittura fluida, una ragnatela capace di trattenere il lettore per quasi 400 pagine.

A Wall Street e negli altri centri finanziari è andato in scena uno dei capitoli finali del “più grande crimine degli ultimi cinquanta anni”? A rispondere ci penseranno le vite di una giovane promessa nel mondo dell’élite economica statunitense e di una infelice dottoranda toscana di antropologia. Due esistenze apparentemente distanti ma accomunate dalla tragedia con cui la crisi del sistema economico distrugge le vite del “comune cittadino”. Tra occultamenti di ateneo e hackeraggi, si scoprirà l'esistenza di ordini internazionali impegnati a portare avanti disegni globali di lungo periodo, con uno scontro le cui radici affondano nella Creta minoica e le cui conseguenze segneranno anche le terre di Monte Morello.

In una società dove pare prevalere il timore per lo straniero e chi vive peggio, un romanzo impegnato a denunciare l’assurdità della guerra tra poveri è un importante strumento. Nel merito della narrativa d'inchiesta e dell’impegno dei Tersite Rossi qualche domanda si affaccia, rispetto alla scelta di semplificare il funzionamento della finanza con tratti vicini ad alcune teorie del complotto che circolano sulla rete. La nota dell’autore, in fondo al volume, è un prezioso riferimento per andare oltre il romanzo e contestare l’uso di un termine come Globocrati. Nonostante il libro non conceda niente alla facile speranza, sarebbe quasi auspicabile una responsabilità circoscritta ad alcuni individui per i problemi economici in cui ci troviamo a vivere. Si può apprezzare la lettura di queste pagine anche senza concordare con le teorie di Paolo Barnard. Aprire un dibattito sul capitalismo e la validità della Modern Monetary Theory chiudendo un libro “di genere” è certamente più utile di quello che lascia larga parte dei thriller di successo. Nel merito sta agli autori scegliere quali messaggi veicolare, al lettore il piacere della lettura e poi la capacità di valutare quanto condividerli.

Ultima modifica il Domenica, 28 Gennaio 2018 15:30
Dmitrij Palagi

Nato nel 1988 in Unione Sovietica, subito prima della caduta del Muro. Iscritto a Rifondazione dal 2006, subito prima della sconfitta de "la Sinistra l'Arcobaleno". Laureato in filosofia, un dottorato in corso di Studi Storici, una collaborazione attiva con la storica rivista dei macchinisti "ancora IN MARCIA".

«Vivere in un mondo senza evasione possibile dove non restava che battersi per una evasione impossibile» (Victor Serge)

 

www.orsopalagi.it
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