Numerosi gli elementi in grado di rendere I Signori della Cenere un romanzo di successo: una caratterizzazione dei personaggi lontana dagli stereotipi, un clima di mistero diffuso, un’accurata (forse talvolta troppo esplicita) spiegazione dei vari snodi della trama, il riuscito impegno nel non rendere ostico alcun passaggio, una scrittura fluida, una ragnatela capace di trattenere il lettore per quasi 400 pagine.
A Wall Street e negli altri centri finanziari è andato in scena uno dei capitoli finali del “più grande crimine degli ultimi cinquanta anni”? A rispondere ci penseranno le vite di una giovane promessa nel mondo dell’élite economica statunitense e di una infelice dottoranda toscana di antropologia. Due esistenze apparentemente distanti ma accomunate dalla tragedia con cui la crisi del sistema economico distrugge le vite del “comune cittadino”. Tra occultamenti di ateneo e hackeraggi, si scoprirà l'esistenza di ordini internazionali impegnati a portare avanti disegni globali di lungo periodo, con uno scontro le cui radici affondano nella Creta minoica e le cui conseguenze segneranno anche le terre di Monte Morello.
In una società dove pare prevalere il timore per lo straniero e chi vive peggio, un romanzo impegnato a denunciare l’assurdità della guerra tra poveri è un importante strumento. Nel merito della narrativa d'inchiesta e dell’impegno dei Tersite Rossi qualche domanda si affaccia, rispetto alla scelta di semplificare il funzionamento della finanza con tratti vicini ad alcune teorie del complotto che circolano sulla rete. La nota dell’autore, in fondo al volume, è un prezioso riferimento per andare oltre il romanzo e contestare l’uso di un termine come Globocrati. Nonostante il libro non conceda niente alla facile speranza, sarebbe quasi auspicabile una responsabilità circoscritta ad alcuni individui per i problemi economici in cui ci troviamo a vivere. Si può apprezzare la lettura di queste pagine anche senza concordare con le teorie di Paolo Barnard. Aprire un dibattito sul capitalismo e la validità della Modern Monetary Theory chiudendo un libro “di genere” è certamente più utile di quello che lascia larga parte dei thriller di successo. Nel merito sta agli autori scegliere quali messaggi veicolare, al lettore il piacere della lettura e poi la capacità di valutare quanto condividerli.