Eletto come deputato nell'ottobre del 1945, sarà un compagno di strada dei comunisti. Ricoprirà l'incarico di segretario generale dell'Unione progressista (UP), un insieme di realtà antifasciste che lo vedrà eletto anche al Parlamento europeo nel 1979 (ci ritornerà nel 1984).
Sarà anche presidente dell'Associazione nazionale degli "anciens" combattenti della Resistenza (Anacr).
I valori di libertà e giustizia sociale furono al centro di una militanza che è riuscita ad andare ben oltre la metà del secolo scorso, portandolo, tra le altre cose, ad opporsi al trattato di Maastricht e a non abbandonare una militanza attenta alle nuove generazioni.
«Oggi, i valori della Resistenza sono minacciati. (…) Dobbiamo unirci, lottare con fermezza e senza concessioni contro il risorgere del nazismo e del razzismo. Per dirla altrimenti, dopo la nostra militanza, che ha 70 anni, deve seguire un nuovo impegno al servizio dei valori della Resistenza. Una società è in pericolo quando il tessuto sociale si lacera, quando la frattura si allarga tra "i pochi" che hanno troppo e il "resto" che ha poco (…). Senza giustizia, senza uguaglianza, senza solidarietà, la democrazia diventa una parola vuota di senso».
Tra i commenti che hanno ricordato l'impegno di Chamberlon, c'è stato anche quello del Presidente Hollande: "durante la notte dell'Occupazione, fu tra quelli che ebbero il coraggio di fare qualcosa".
Le notizie qui riportate sono riprese principalmente da l'Humanité del 2/4 gennaio 2014. Il sito del quotidiano francese con l'intervista a Chamberlon può essere letta cliccando qui. La notizia riportata da Liberation invece qui
Immagine liberamente ripresa da culturebox.francetvinfo.fr