Mercoledì, 12 Ottobre 2016 00:00

Bavagli post-democratici

Bavagli post-democratici
Da Orbán a Renzi, la democrazia in pericolo


Il vento che imperversa sull’Europa da tre/quattro anni non è assolutamente paragonabile ad una bonaccia tardo-primaverile, annunciante l’arrivo dell’estate. Le perturbazioni sono minacciose e tuonano di derive autoritarie e democrazie a rischio. Il passaggio dallo stato di diritto allo stato autoritario sembra (quasi) del tutto completato; e tra imposizioni della Troika (vedi Grecia), stati d’emergenza volti a reprimere (il caso della Francia del post 14 Novembre) e nuovi muri, sembra quasi di essere ripiombati alla prima metà del secolo scorso.

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La situazione politica in Perù dopo la sconfitta di Keiko Fujimori

 

In un clima politico favorevole alle forze politiche di matrice neoliberista e legate a Washington, anche il Perù sembra adagiarsi senza troppa difficoltà al nuovo vento di destra che spira su gran parte dell'America Meridionale.

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È tempo di discorsi altisonanti all'Assemblea Generale dell'Onu garante suprema dei diritti umani in tutto il globo terracqueo. Durante la sfilata di capi di Stato da Obama a Putin a Renzi troviamo anche il suo omologo, ossia il Presidente degli Stati Uniti messicani Enrique Peña Nieto intento a lanciare attacchi nientemeno che a Donald Trump e a chi utilizza il populismo speculando politicamente sulla pelle dei migranti. Tutto molto bello e commovente, peccato qualcosa non torni. La visione del mondo di Trump è chiaramente criminale, altrettanto lo è la sua retorica politica e non solo sui migranti, sia chiaro, ma vediamo chi si lancia in una critica al magnate americano e in nome di che cosa.

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Venerdì, 05 Giugno 2015 00:00

Un antidoto contro l'astensione

L'astensionismo, la distanza dell'elettorato dalla politica (comunque intesa) sono stati i grandi vincitori di queste elezioni regionali.
In questi giorni vi è stato un elenco infinito di dichiarazioni più o meno tutte simili: “occorre riflettere”, “è un dato di cui tener conto”, “è una ferita da sanare” etc. etc.
La grande riflessione che però, pressoché tutti, i rappresentanti della politica “che conta” invocano a queste striminzite ansa si ferma.
Qualche elemento riflessivo in più emerge dal Capo dello Stato che parla di “eccesso di conflitti”, analisi scontata per chi, per consuetudine, non può prendere posizioni nette, ma del tutto errata.

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Venerdì, 30 Maggio 2014 00:19

Europa, Italia e populismo

Ho sollevato in un precedente articolo il tema di che cosa si debba intendere per “populismo”; o, meglio, poiché “populismo” è una parola che ha subito in questi anni tutte le torsioni di significato possibili e immaginabili, quali siano i significati che rendono oggi utile questa parola, e la portino a nozione con un contenuto non troppo elastico. Poniamo che con il termine “populista” sia stato utile in passato definire una formazione politica orientata ad accorciare la distanza tra sé e il popolo o un suo segmento, ovvero orientata a “saltare” la mediazione tra sé e questo popolo o segmento di popolo fornita da “corpi intermedi”, di natura sociale (come per esempio i sindacati) o istituzionale (come per esempio assemblee parlamentari o governi locali); inoltre orientata a togliere potere, o addirittura ad annullare, tali corpi intermedi o una loro parte; infine a sostituire nell'immaginario sociale, ai ruoli delle istituzioni centrali

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Consigliamo di abbinare a questo articolo un altro pezzo pubblicato ormai qualche tempo fa, di Jacopo Vannucchi, cliccando qui

Occorre cominciare a mettere meglio a fuoco la figura di Renzi, il suo governo, le sue intenzioni generali, i suoi obiettivi “tattici”, il loro realismo, i loro ostacoli fondamentali, le condizioni della loro fattibilità, anche emancipando i nostri cervelli dal fumo propagandistico di mass-media televisivi indegnamente asserviti oltre che incompetenti su ogni cosa, così come dal fracassismo e dal bullismo del personaggio e dalle nostre stesse schematizzazioni d'antan. Ciò che ogni dato ci indica è che è in avvio il tentativo, per mano del governo Renzi, di una grossa svolta e di un grosso riaggiustamento della realtà italiana.

Si può partire, mi pare, con un elogio a Stefano Rodotà. Egli ha colto due dati basilari della realtà renziana: il carattere populista soft della posizione generale e la sua portata antidemocratica parimenti soft. “Soft” in termini tutti relativi, si intende: cioè paragonati alla brutalità, alle sconcezze, ai grumi di fascismo e di cialtroneria più o meno significativi operanti nelle varianti populiste precedenti di Forza Italia, Lega Nord, MoVimento5Stelle.

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Domenica, 05 Gennaio 2014 00:00

Renzi e il populismo dei moderati italiani

Matteo Renzi moderato?

Per lungo tempo Matteo Renzi è stato percepito come un rappresentante di punta, all’interno del Partito Democratico, dell’identità «moderata». A questa caratterizzazione hanno contribuito soprattutto due suoi orientamenti: la sensibilità verso la Chiesa cattolica e l’apertura alle esigenze degli imprenditori. Il primo punto è con il tempo andato scemando, mentre il secondo sembra essersi mantenuto.

Eppure, nonostante questa sua identità di «moderato» (rigorosamente tra virgolette, vedremo perché), è stato percepito come il candidato più di rottura, e non sono stati solo osservatori di destra ad assegnare a questa rottura un valore positivo. A torto o a ragione, persone di sinistra hanno visto in Renzi la figura più in grado di fornire una scossa energica all’azione del governo Letta, giudicata incolore, insoddisfacente, appiattita da un lato sulla tecnocrazia europea e dall’altro su alleati indesiderati ma necessari.

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Venerdì, 01 Novembre 2013 00:00

Grillismo comune e grillismo politico #2 di 2

La prima parte cliccando qui

Il secondo punto è più complesso. Con sterilizzazione, tratto fondamentale della civiltà, intendiamo la messa a tacere degli istinti atavici e primordiali: l’aggressività stupro-omicida che consentiva in condizioni di estrema precarietà la sopravvivenza dell’individuo (omicidio dei nemici) e della specie (stupro). Con la formazione dello Stato questi istinti sono acquietati dal fatto che la sopravvivenza è assicurata da un ente superiore, collettivo, che agisce su tutti in nome di tutti.

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Giovedì, 31 Ottobre 2013 00:00

Grillismo comune e grillismo politico #1 di 2

Distinguiamo fra grillismo politico e grillismo comune. Il grillismo comune fa riferimento ad un corpus di banalità, senso comune, miti popolari, sovente costruiti su stereotipi che assumono la coincidenza tra le categorie dello spiritoso (ciò che fa ridere) e del simpatico (ciò che è emotivamente vicino). Questi stereotipi sono un’estensione tematica del mito del bravo italiano, a cui fa da contraltare la leggenda nera del cattivo straniero: francese (“Napoleone ci ha rubato le opere d’arte”), tedesco (“Mussolini sbagliò ad allearsi con Hitler”), rumeno (“rubano e ci portano via il lavoro”), africano (“non possiamo mantenerli, spacciano, ci portano via il lavoro”), rom (“rubano, rapiscono i bambini, non pagano il biglietto dell’autobus”), ecc. Il grillismo comune è un oceano piatto, è la mediana di tutti i viziosi luoghi comuni ai quali anche una sola volta abbiamo concesso un’adesione emotiva.

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Domenica, 17 Marzo 2013 00:00

Informazione: un problema democratico

Tra le condizioni di una democrazia partecipata dal popolo, quindi supportata da un popolo consapevole, cioè non degradata in oligarchia, Habermas pone, addirittura, che alle riunioni del popolo e dei suoi rappresentanti non partecipino giornalisti. Le deformazioni delle posizioni, le falsificazioni, le invenzioni, le ridicolizzazioni, le apologie, le censure sono altrimenti inevitabili.

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