Mercoledì, 09 Luglio 2014 00:00

Per qualche dollaro in più: di nuovo al cinema

Scritto da
Vota questo articolo
(2 Voti)

Dopo il successo inaspettato di "Per un pugno di dollari", nel 1964 Sergio Leone aveva molti dubbi: era in crisi creativa, voleva cambiare genere perché era sicuro di non ripetere l'exploit del precedente capitolo. E poi ci fu la rottura con la Jolly Film (con cui aveva un contratto). Per sua fortuna prima il produttore Alberto Grimaldi e poi la United Artists entrarono nel progetto e l'affare decollò grazie anche al nome che il regista italiano si era fatto. Per il cast, Leone confermò Clint Eastwood (che si schierò a favore di Leone contro la Jolly) e Gian Maria Volontè, ma voleva Henry Fonda che rifiutò. Stessa sorte toccò a

Charles Bronson e alla fine Sergio Leone scelse Lee Marvin, ma l'attore firmò per un altro film poco prima di iniziare nonostante fosse interessato. Alla fine la parte del colonnello Douglas Mortimer andò a Lee Van Cleef che all'epoca aveva smesso di recitare per fare il pittore. Per lui fu una salvezza questo film perchè aveva bisogno di soldi. Fu scelto per i suoi particolari lineamenti e soprattutto per via degli occhi piccoli e a fessura, che lo rendevano perfetto prevalentemente per il ruolo del cattivo. Anzi c'è chi dice che il primissimo piano che Leone inventò per questi film (per intendersi l'inquadratura degli occhi dei pistoleri) fu suggerito da questa particolare caratteristica che il regista ricercava in svariati attori. Questo parametro tornò utile anche per il terzo episodio della trilogia. Oltre a Clint Eastwood e Gian Maria Volonté, tornarono in ruoli secondari Mario Brega (noto anche per i film con Carlo Verdone), Joseph Egger, Benito Stefanelli, Aldo Sambrell, Antonio Molino Rojo e Lorenzo Robledo. Alcuni di questi saranno presenti anche nell'ultimo film della trilogia insieme a Eastwood e Van Cleef, oltre alla new entry Eli Wallach. Dopo tutte queste peripezie, nel dicembre 1965 uscì in sala "Per qualche dollaro in più", secondo capitolo della trilogia che ha fatto la storia e la fortuna del genere spaghetti western.

Anche stavolta il restauro della Cineteca di Bologna è un sogno ad occhi aperti. Le immagini sono state ripulite, cosa non facile a causa della "grana grossa" del materiale di partenza (cosa visibile prevalentemente all'inizio del film). Il suono nella prima parte sembra basso ma poi più avanti diventa purissimo e migliorato dal magistrale lavoro di Ennio Morricone. Ma veniamo al racconto del film.

Siamo nel Nuovo Messico nel 1868 (anche se in realtà è stato girato nel deserto di Tabernas in Spagna). La prima scena è ambientata in una carrozza di un treno. Un uomo misterioso sta leggendo la Bibbia. È l'ex colonnello Douglas Mortimer (Lee Van Cleef),ora cacciatore di taglie in cerca di bottino, che sta arrivando in città. "Un grand'uomo e un gran soldato, il più formidabile tiratore della Carolina, un gran soldato che si è ridotto a fare il Bounty Killer" per colpa dei treni. Un tempo infatti c'era solo la prateria, ma l'avvento di questi e la fretta delle persone nell'effettuare gli spostamenti ha cambiato le abitudini della gente.

Se vivesse in Italia oggi e facesse il pendolare, avrebbe cambiato idea.

Intanto contemporaneamente in un luogo diverso, si sta muovendo anche "Il Monco" (Clint Eastwood), altro bounty-killer soprannominato così per via dell'uso prevalente della mano sinistra. In realtà era un trucco: la destra, così, era libera per sparare più velocemente. Le loro strade si incrociano quando trovano una taglia da 10.000 dollari di un certo "Indio", uno psicopatico e carismatico capo di una banda di desperados messicani. Indio (Gian maria Volonté) è in galera, i suoi uomini lo hanno liberato e lo Stato ha messo questa taglia per riaverlo perché nessuno osa mettersi contro. "Dove la vita non aveva valore la morte talvolta aveva il suo prezzo. Ecco perché nacquero i bounty killers" - questa è la frase con cui inizia l'azione e la morale di vita di questi cacciatori di taglie (da cui Quentin Tarantino ha attinto parecchio per il personaggio di Christoph Waltz in "Django Unchained"). Mentre per Monco è solo una questione di denaro, il Colonnello vuole l'Indio per un'altra ragione che scopriremo solamente all'epilogo di tutta la vicenda. I due si incontrano a El Paso,ma non è "amore a prima vista". Infatti il giovane pensa che il colonnello non sia attento ai dettagli, mentre Mortimer ritiene Monco un giovane un po' incosciente e incurante della vita. Solo alla fine scopriremo il perchè.

Stringono un patto: agiranno in società al 50% con il giovane che agirà all'interno tra i membri della banda mentre il Colonnello agirà all'esterno. "Loro sono 14. Troppi... anche per me" - sostiene il Monco che accetta.

Indio, come Max di "C'era una volta in America", ha un progetto veramente pericoloso ma intrigante: vuole svaligiare la banca di El Paso, la più impenetrabile e sicura dello Stato, che possiede una cassaforte con ben mezzo milione di dollari in contanti. Grazie a uno stratagemma Indio riesce nel suo intento e a fuggire con il bottino. I due bounty killer però riescono a rimanere sulle tracce del bandito, ma vengono scoperti e pestati a sangue dai messicani. Le due "spie", tuttavia,non vengono uccise per depistare i ranger e vengono liberate. Contemporaneamente però Groggy (Luigi Pistilli) ha intuito i piani del suo capo: distrarre i suoi uomini per la spartizione segreta del bottino tra Indio e il fido El Niño (Mario Brega). Groggy reclama la sua parte. I soldi però non sono più nella cassa per un colpo di astuzia del Colonnello e l'Indio è costretto a uscire dal suo nascondiglio.

Proprio mentre Groggy e il suo capo stanno per affrontarsi per decidere il loro destino, ecco apparire il Monco e Mortimer per la resa dei conti finale con Indio. I due "soci" fanno piazza (quasi) pulita con i "desperados",poi viene aperto il carillon.

E poi "quando la musica finisce, raccogli la pistola e cerca di sparare"...

Immagine tratta da: www.iltalebano.com

Tommaso Alvisi

Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant'altro.

Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.

Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.

Devi effettuare il login per inviare commenti

Free Joomla! template by L.THEME

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti.