Chi avrebbe mai pensato fra le nuove generazioni di poter vedere i western anni '60 sul grande schermo con la tecnologia odierna? Probabilmente pochi di noi.
Dal 19 giugno, infatti, è tornato nelle sale italiane, ben cinquant'anni dopo l'uscita, "Per un pugno di dollari" (1964). Nel mese di luglio usciranno invece "Per qualche dollaro in più" (1965) e "Il buono,il brutto e il cattivo" (1966), in cui si renderà omaggio alla recente scomparsa di Eli Wallach.
Tre autentiche perle che rivoluzionarono il cinema di genere con protagonista un antieroe armato di sigaro e cinturone con il volto laconico Clint Eastwood, oggi affermato regista ottantaquattrenne. Questo nuovo genere, chiamato "spaghetti western", ispirò maestri come Stanley Kubrick e Quentin Tarantino. Inoltre Leone riscrisse le regole delle inquadrature con i suoi rivoluzionari primi piani che, nei film successivi, si restrinsero fino a mostrare esclusivamente gli occhi del pistolero di turno.
E pensare che tra Clint e Sergio non ci fu mai vero amore: il regista romano disse di Eastwood (attore) che esistono due versioni, ovvero quella con il cappello e quella senza. La risposta non si fece attendere molti anni dopo: Clint disse che Leone lo aveva scritturato per la parte perchè costava poco. Chissà cosa avrebbe pensato oggi il buon Sergio del "collega".
Ma veniamo a "Per un pugno di dollari".
Girato in Andalusia con 120 milioni, trasformati in 20 miliardi di incassi in tutto il mondo, il film portò nel vecchio west "La sfida del samurai" di Akira Kurosawa. Leone fu citato in giudizio e fu costretto a pagare il 15% degli incassi al maestro giapponese. Grazie all'inserimento di freschi capitali tedeschi e spagnoli, anche il cast fu internazionalizzato: Sergio Leone diventò Bob Robertson, il maestro Ennio Morricone Don Savio, Massimo Dallamano Jack Dalmas, Gian Maria Volonté John Welles. Solo Clint compare con il suo nome in quanto unico americano.
Ma veniamo alla storia.
Siamo nel Nuovo Messico nel 1872. A San Miguel il pistolero solitario Joe (Clint Eastwood) assiste alla lotta fra due famiglie che vogliono controllare il paese: da una parte i Baxter dall'altra i Rojo. I primi vendono armi e sono aiutati dal fatto che il capofamiglia John è lo sceriffo, i secondi invece sono commercianti di alcool e il loro capo carismatico è Ramon (Gian Maria Volontè). Ma "quando i padroni sono due, vuol dire che ce n'è uno di troppo". "I Baxter da una parte, i Rojo dall'altra ... e io nel mezzo": questo è il motto di Joe che attua il doppio gioco con lo scopo di mettere gli uni contro gli altri e trarre profitto dalla reciproca eliminazione delle forze antagoniste. E quindi,pur constatando che deve "ancora trovare un posto dove non ci sia un padrone", accetta di fare lavori sia per i Baxter sia per i Rojo "per un pugno di dollari". Ramon però non si fida dell'astuzia di Joe e scopre l'inganno: "se uno che ha quella faccia fa quel mestiere vuol dire due cose: che è veloce ma che è anche intelligente". L'americano viene preso e torturato ma riesce con grande abilità a fuggire seppur ferito.
E poi c'è il gran finale con il duello echeggiato dalle magistrali musiche di Ennio Morricone: "quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, quello con la pistola è un uomo morto ... hai detto così, vediamo se è vero".
Se non ve lo ricordate, fate una scappatella al cinema. Possibilmente dall'alto perché "le cose fanno sempre meno impressione..."
Alla fine sapete dove rimarrete colpiti? "Al cuore,Ramon! " - direbbe Clint.
Altrimenti per i deboli esiste un'altra soluzione. Andate a dormire, ma se dovete sparare la sera prima, andate a letto presto. Questo ve lo consiglierebbe Ramon.