Martedì, 11 Marzo 2014 00:00

La sindrome da Oscar

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Domenica 2 marzo 2014 si è verificato l’ennesima ingiustizia perpetrata nei confronti di Leonardo Di Caprio, gigantesco protagonista dell’ultimo film di Martin Scorsese ”The Wolf of Wall Street”. Sono stati proprio quest’ultimo, “American Hustle” e l’affascinante “Nebraska” di Alexander Payne i grandi sconfitti della notte degli Oscar. Anche se David O.Russell aveva già vinto premi importanti con “The fighter” e “Il lato positivo” nelle precedenti edizioni.

La maledizione del Titanic per Leonardo continua. E pensare che la sua carriera è costellata di grandi film e collaborazioni con grandi registi: Tarantino, Nolan, Scorsese (ben 5 volte), Mendes, Zwick, Cameron, Eastwood, Spielberg. Eppure di interpretazioni ne ha fatte di notevoli,ma evidentemente all’Academy non sta simpatico.

Ma è in buona compagnia.

I registi, gli attori e i film esclusi da queste premiazioni sono davvero innumerevoli come dimostrano altre clamorose defaillance: “Gran Torino” del grande Clint Eastwood completamente ignorato, “Pulp fiction” e “Bastardi senza gloria” di Tarantino hanno ricevuto solo premi “secondari”, Tim Burton ha vinto solo premi tecnici, attori decisamente competenti come Edward Norton, Gary Oldman e Johnny Depp non hanno mai portato a casa la statuetta. Così James Dean, Steve McQueen (l’attore bianco) e miti del cinema come Paul Newman o Cary Grant. Ancora più cocente, poi, sarà stata la delusione dell’immenso Marcello Mastroianni che al teatro Kodak ci è andato solo per premiare alla carriera l’immenso talento di Federico Fellini.

L’elenco è lunghissimo e sterminato: partiamo dal tedesco Wim Wenders (“Il cielo sopra Berlino”) proseguendo per il francese Jean Luc Godard (“L’uomo senza passato”), l’americano Robert Altman (“Nashville”), il russo Andreij Tarkovskij (“Lo specchio”) e per concludere il mito italiano Sergio Leone (“C’era una volta in America”).

Tra gli eccellenti esclusi poi ci sono i grandi, i veri colossi: Stanley Kubrick, David Lynch, Alfred Hitchcock (premiato solo con “Rebecca”), Fritz Lang, Charlie Chaplin (premiato nel 1929 e ignorato fino al 1971), Orson Welles (“Quarto Potere” fu premiata solo la sceneggiatura).
Tutti questi maestri sono stati ignorati o premiati con premi secondari. Una vera indecenza.

Ma non è finita qui.

Come si fa a non premiare “The tree of life” e un autore sopraffino come Terrence Malick? Come si fa a non premiare il talento straordinario di Terry Gilliam di “Brazil”? Troppo corrosivo, avranno pensato visto che ha revocato la cittadinanza del suo Paese natale (gli Stati Uniti).

E poi ci sono David Cronenberg (“La promessa dell’assassino”, ”A history of violence”), Brian De Palma (“Gli intoccabili”, ”Scarface”) ma anche il talento di Christopher Nolan (“Memento”,”Inception”).

Concludiamo con Martin Scorsese che ha ricevuto il premio da miglior regista solo nel 2006 per il memorabile “The Departed” dopo aver firmato alcuni dei capolavori del cinema americano come Taxi Driver, Toro Scatenato, Quei bravi ragazzi.

Ma si sa, il suo attore feticcio, dopo “Bob” De Niro, è Leonardo Di Caprio. Toh che caso.

Le celebri sparate del “gladiatore” Russell Crowe (per la mancata premiazione di Ryan Gosling per “Drive”) e di Joacquin “Commodo” Phoenix (che definì gli Oscar “idiozia assoluta”) contro l’Academy confermano che tutti questi memorabili personaggi non avranno vinto le statuette dorate ma meritano rispetto culturalmente parlando.

A Di Caprio consigliamo solo di perdere peso o di imbruttirsi, chissà che non arrivi l’Oscar…

Immagine tratta da: www.hollywoodreporter.com

Ultima modifica il Lunedì, 10 Marzo 2014 22:39
Tommaso Alvisi

Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant'altro.

Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.

Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.

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