Questa era un'occasione non solo per conoscere alcune nuove realtà del settore cinematografico (rigorosamente e orgogliosamente) indipendente,ma anche perché era la prima dell'atteso corto di Mehdi Ben Temime di cui Vi parlerò nel corso di questo pezzo.
Ma andiamo per ordine di scaletta.
Il primo cortometraggio presentato è stato quello quello di Simone Cantini. Intitolato L,è arrivato secondo al Firenze Short Festival 2014.
È una storia in parte autobiografica ispirata da un sogno e da un incidente reale.
Sì perchè un giorno mentre Simone andava in moto,il destino gli giocò un terribile scherzo. Risultato una lunga e dolorosa riabilitazione che però ha fatto scattare in lui qualcosa. Invece di piangersi addosso, Simone si è appassionato al cinema e da allora la telecamera non l'ha più mollata. Si parla della vita delle persone e dell'importanza di essa,ispirandosi ad alcuni elementi del cinema di Malick (in particolar modo The Tree of Life) e Lynch. La storia, scritta dal fido sceneggiatore Mehdi Ben Temime, è ricca di destini che si incrociano. È il classico caso dove ci si pone un quesito: “cosa sarebbe successo senza quell'incidente?”
Subito dopo Simone, tocca a Claudio Corvari presentare Kin del collega e collaboratore Alessio Bellini (che non era presente in sala). Questa volta siamo di fronte a un dramma domestico, in salsa thriller. Non a caso il titolo significa “familiari,consanguinei”. Parenti serpenti, verrebbe da dire. Perchè è la storia di un rapporto a dir poco tormentato tra un padre e un figlio (interpretati da Antonio Papadia e Raphael De Faveri). Caratteri non proprio idilliaci. Questo sfocerà in un epilogo amaro. In pratica una sorta di scontro generazionale portato all'estremo.
A ruota,questa volta Claudio Corvari presenta il suo corto Resta con me. Matteo e Tommaso (rispettivamente David Barbieri e lo stesso regista) sono amici e si ritrovano a conversare in un parco. Parlano di donne,della scuola,di presunti segreti,di scelte fatte e … di freesby. Il corto si interroga sulla durata e sulla qualità dell'amicizia. Quante volte Vi sarà capitato nella vita di voler rimanere dell'altro tempo a ragionare con un amico di lunga data? E poi c'è un'azzeccata frase di Oscar Wilde che risuona: “l'amicizia è più tragica dell'amore. Dura più tempo”. Come dargli torto...
Dopo Claudio, ecco l'unica donna regista della serata (Elena Arisi) che presentava il suo Turn in Grey. Opera datata 2012. Si narra la storia d'amore fra Delia (interpretata da Emanuela Masia) e Gabriele (Fabio Morelli). Ma nel passato della ragazza si nasconde un vecchio trauma riguardante un treno e un passaggio a livello. Un giorno va a trovare i genitori (interpretati da Pietro Trisciuoglio e Marina Trova, presente anche in L di Simone Cantini) con il fidanzato. Apparentemente tutto normale,ma il rumore di una pentola a pressione risveglia il panico. Il ricordo di quel passaggio a livello risveglia antichi fantasmi.
Ed eccoci al gran finale con la prima del corto di Mehdi Ben Temime: l'atteso Elle et Raphaelle. Reduce da un'esperienza al Festival di Cannes,il giovane regista è rimasto folgorato dal film vincitore della Palma D'Oro: sto parlando del sorprendente La Vita di Adele di Abdellatif Kechiche. Un film coraggioso che parla di un amore atipico tra due ragazze che danno inizio a una relazione che sfocia in una vera e propria convivenza.
Nel corto di Mehdi, le protagoniste sono Elle e Raphaelle, interpretate da Lavinia Pini e Raffaella Afeltra in una forte prova attoriale dove la prima lavora per sottrazione e la seconda, invece,è decisamente sopra le righe. La storia riguarda Elle che ha una relazione segreta con un collega di lavoro (Fortunato Valente). Scoperto il tradimento, Raphaelle si arrabbia pesantemente provocando forti conseguenze nel prosieguo del loro rapporto. Per rendere verosimile l'omaggio, il corto è stato girato interamente in lingua francese (con sottotitoli in italiano). Una sfida non da poco per dei giovani emergenti, in particolar modo per le attrici. Il tutto è stato girato nel Chianti, nel comune di San Casciano Val di Pesa anche grazie alla collaborazione, alla direzione della fotografia, di Brando Visibelli (già collaboratore e coautore del cineforum locale assieme a chi Vi scrive).
Il resoconto della serata finisce qui con piogge di applausi dei presenti.
Il cinema è vita e collettività, amicizia e spirito di appartenenza ad un gruppo.
A vedere questi corti si avverte un clima positivo tra persone che, alla ricerca di nuove sfide, lavorano per il bene della collettività.
Tutti questi lavori senza questi presupposti probabilmente non sarebbero potuti esistere.
Questo festival ci lascia con messaggi importanti, utili anche per comprendere alcuni problemi riguardanti i giovani e l'Italia.
In tempi di crisi, non è poco.