Il poster di questa edizione raffigura l'attrice svedese, e star hollywoodiana, Ingrid Bergman. Il poster è stato scelto per omaggiare l'attrice per il suo contributo all'industria cinematografica e per esser stata Presidente di Giuria del Festival di Cannes del 1973.
Il primo film proiettato sarà La tête haute di Emmanuelle Bercot. La chiusura sarà invece affidata a Ice and the sky di Luc Jacquet.
Prima tutto diciamo che sul red carpet saranno presentati (fuori concorso) il nuovo film di Woody Allen, "Irrational man" (con Emma Stone e Joacquin Phoenix), e il reboot "Mad Max - Fury Road" di George Miller con Charlize Theron e Tom Hardy.
Tanto per farvi andare in brodo di giuggiole (cinefile). Secondo i rumours, i papabili che si contenderanno la Palma D'Oro saranno The lobster, Sicario, The sea of trees, La giovinezza e Umimachi Diary. Staremo a vedere il prossimo 24 maggio. Ma veniamo a parlare dei film in concorso, in rigoroso ordine alfabetico.
Carol (regia: Todd Haynes)
Basato sul romanzo omonimo di Patricia Highsmith (autrice di "Mr Ripley") è la storia di Carol, donna intrappolata in un matrimonio (etero) senza amore, che si innamora segretamente di una giovane donna, Theresa (Rooney Mara). Ambientato negli anni '50, è salito alla ribalta grazie alle recenti dichiarazioni di bisessualità nel passato della Blanchett. Si sa anche al cinema tira più un pelo di fica di un carro di buoi. Miglior trovata pubblicitaria non c'era. Attesissimo.
Chronic (regia: Michel Franco)
Primo film in lingua inglese del regista messicano Michel Franco. Si narra la storia di un infermiere, interpretato da Tim Roth ("La leggenda del pianista sull'oceano"), incaricato di assistere alla morte dei malati terminali. Film tosto su un tema altrettanto forte. Il regista e il protagonista si sono conosciuti all'edizione di Cannes 2012 (sezione Certain Regard) dove Roth era presidente.
Dheepan (regia: Jacques Audiard)
Parzialmente ispirato a "Lettere persiane" di Montesquieu, torna al cinema il grande Jacques Audiard dopo averci incantato con storie difficili come "Un sapore di ruggine e ossa" e "Il profeta". La storia prevede qualche stoccatina alla Francia contemporanea. Un rifugiato politico cingalese combatte per la sua vita nelle calde periferie parigine, già ampiamente descritte da "L'odio" di M. Kassovitz. Il titolo di punta del cinema francese a Cannes. Attesissimo.
Il racconto dei racconti (regia:Matteo Garrone)
Il primo film italiano in Concorso è un fantasy atipico firmato dal regista di Reality e Gomorra. Tre episodi, tre regni, tre sovrani diversi. Orchi, regine, draghi, fate, saltimbanchi, cortigiani sono gli ingredienti di alcune fiabe seicentesche tratte da Giambattista Basile. Grande cast internazionale (Cassel, Hayek, Reilly), fotografia maestosa, location italiane al massimo livello di bellezza,tanta influenza dalla pittura. Sfida ardua per Garrone.
La loi du marche - A simple man (regia: Stéphane Brizé)
Thierry (il Vincent Lindon del bellissimo "Welcome") da un anno e mezzo è disoccupato e ha superato la mezza età. Quando finalmente trova un lavoro, entra immediatamente in crisi. Il suo nuovo lavoro come guardia giurata in un supermercato, lo costringe infatti a spiare i movimenti dei suoi colleghi. Un film che promette molto bene,su temi di strettissima attualità (privacy,lavoro,vita pubblica e privata). Altro film francese d'autore che promette bene. Vincent Lindon è l'arma in più.
Louder than bombs (regia: Joachim Trier)
Un padre (Gabriel Byrne) e due figli (uno è Jesse Eisenberg di "The Social Network") ricordano rispettivamente la carriera della propria moglie e madre (Isabelle Huppert), una famosa fotografa di guerra morta tre anni prima. L'opera prima (in lingua inglese) del regista norvegese J.Trier promette bene anche grazie a un cast artistico notevole. Il titolo prende spunto da un disco degli Smiths.
Macbeth (regia: Justin Kurzel)
Ennesima trasposizione del classico di Shakespeare. Gli ingrediente più importante sembra essere l'amalgama tra Fassbender e la Cotillard che, con il regista Kurzel, faranno anche il prossimo "Assassin Creed". Una profezia di alcune streghe scatena in Macbeth,generale dell'esercito scozzese, un’insaziabile fame di potere e lo incatena ad una logica perversa che lo porteranno a diventare un tiranno. Due attori icona del nostro tempo scatenano l'inevitabile attesa generale.
Marguerite et Julien (regia: Valerie Donzelli)
Julien e Marguerite, figlio e figlia di Lord di Tourlaville, si amano fin dall'infanzia. La loro forte passione scandalizza la società. Incapaci di sopportare queste pressioni, decidono di fuggire. Rischiando molto. La regista ha già diretto l'ottimo "La guerra è dichiarata" del 2011. Insieme a "Carol" ha destato un po' di "scandalo" per via del tema trattato. La Francia ci punta molto. Da tenere in considerazione.
Mia madre (regia: Nanni Moretti)
L'ultima fatica di Nanni Moretti è già arrivata ad aprile in Italia. La storia parla di una regista (M.Buy) tormentata sia da problemi di vita privata (un matrimonio fallito, la madre in fin di vita) sia dai problemi sul set del suo nuovo film con una stravagante star americana (Turturro). Moretti ci racconta l'inadeguatezza ai tempi della crisi e del Jobs Act ma anche i rapporti familiari, il dolore per una madre malata. Un film che ti fa compagnia nei momenti belli e in quelli brutti. Un gioiello.
Mon roi (regia: Maïwenn Le Besco)
Di questo film si sa poco. La trama verte delle difficoltà di un amore, nel corso di molti anni, di una coppia con un bambino. Nel cast c'è anche Vincent Cassel.
Nie Yinniang - The assassin (regia: Hou Hsiao-Hsien)
Unico film di Taiwan in Concorso. Una leggenda del VIII secolo narra che nella Cina del IX secolo la figlia del generale Nie Yinniang venne rapita a 10 anni da una monaca per essere iniziata alle arti marziali e trasformata in una spietata assassina di governatori locali crudeli e corrotti. Se vi intriga il cinema orientale d'azione, questo film sembra aver da giocare delle ottime carte.
Son of Saul (regia: Laszlo Nemes)
Ottobre 1944. Saul Ausländer è un ebreo ungherese deportato ad Auschwitz-Birkenau. Un giorno Saul riconosce nel cadavere di un ragazzino,suo figlio. La sua missione diventa quella di dare una degna sepoltura al suo ragazzo. Ennesimo film sull'Olocausto che fa da controaltare alla "Vita è bella" di Benigni. Per non dimenticare la lezione, una rinfrescata non fa mai male. Specie alla razza umana.
Shan He Gu Ren - Mountains may depart (regia: Jia Zhang-Ke )
Due amici di infanzia (di classi sociali diverse) amano la stessa donna, la bella Tao. Lei sposa il più ricco dei due. Da lui avrà un figlio. Dopo quindici anni, Tao è una donna divorziata,il figlio è andato dal padre in Australia. Molti anni dopo, il padre va in bancarotta. Della madre si ricorda solo il nome. Film cinese drammatico che ci accompagna nelle situazioni della vita.
Sicario (regia: Dennis Villeneuve)
Torna il regista di "Prisoners", prossimo a dirigere il sequel di "Blade Runner" (uscirà nel 2017). Stavolta sarà Emily Blunt a interpretare una poliziotta che si dirige in Messico con due mercenari per catturare un boss della droga. La missione sarà, come nel film precedente, un'occasione per riflettere sul ruolo della violenza. Lo spunto di partenza è "Non è un paese per vecchi" dei Coen,che guarda caso sono presidenti di giuria. Lecito aspettarsi qualcosa da un film di questo livello.
The lobster (regia:Yorgos Lanthimos )
In un futuro distopico, i single devono trovare un/a compagno/a in 45 giorni. Se falliscono, vengono trasformati in un animale a loro scelta e abbandonate nel bosco. Un uomo (Farrel) disperato sfugge da questo destino e diventa un fuorilegge. Ci attende un film curioso, sarcastico in un momento dove il genere distopico sta prendendo il sopravvento. Molto atteso.
The sea of trees (regia: Gus Van Sant)
C'è una foresta di 35 chilometri quadrati sotto il Monte Fuji in Giappone, conosciuta come la foresta dei suicidi. Qui si incontrano due persone deluse dalla vita (Ken Watanabe e Matthew McCounaghey) che parlano dei loro segreti e dell'insopportabile fardello delle loro esistenze.
Il grande ritorno del premio Oscar Gus Van Sant merita rispetto e attenzione. In più con un cast di questo livello (oltre ai due già citati,c'è anche Naomi Watts). Attesa alle stelle.
Umimachi Diary - Our little sister (regia: Hirokazu Kore-Eda)
A Kamakura (Giappone) vivono tre sorelle il cui padre le ha lasciate da 15 anni per iniziare una nuova convivenza. Quando muore prendono l'occasione di conoscere la sorellastra adolescente per conoscersi e confrontarsi. Sembra un po' "La cena per farsi conoscere" di Pupi Avati in salsa nipponica detta così. In realtà è un film diverso,sull'universo femminile in varie età della vita,nel contesto (molto moderno) delle famiglie allargate.
Valley of love (regia: Guillaume Nicloux)
Tornano insieme Gerard Depardieu e Isabelle Huppert dopo oltre 30 anni da "Loulou". Qui vestono i panni di due genitori che, dopo aver assistito alla morte del figlio, trovano una lettera in cui il ragazzo li invita a raggiungerli nella Valle della Morte, negli Stati Uniti. Decidono di partire e di affrontare l'ignoto. Si dice molto bene di questa operazione amarcord del cinema francese. Depardieu e Huppert sono,spesso, delle garanzie.
Youth - La giovinezza (regia: Paolo Sorrentino)
Dopo l'Oscar de "La grande bellezza",torna il nostro Paolo Sorrentino con il suo secondo film internazionale (dopo "This must be the place") con un cast da urlo (Michael Caine,Harvey Keytel,Paul Dano,Willem Dafoe). Questa volta si parla di due pensionati,ex artisti,che si ritrovano in un albergo sulle Alpi Svizzere a discutere di presente,futuro e degli antichi fasti del tempo che fu.
Il film italiano in Concorso,probabilmente più atteso. Sorrentino è sempre una garanzia.
Sulla carta punto su cinque titoli: Mia madre,La Giovinezza,The sea of trees, Deephan e Sicario.
Tre outsider: Macbeth, Carol e A simple man.