Il racconto delle ricerche della Condorelli si fonde con quello della ricostruzione del contesto socio-culturale della Sicilia del 1893, fatta da Adolfo Rossi, un giornalista veneto.
Per comprendere al meglio questa ''vicenda di ordine pubblico'', Rossi comincia un viaggio lungo l'isola raccogliendo i suoi 11 articoli in un'Inchiesta. Sceglie il mulo, come mezzo di trasporto, per andare ad incontrare i Fasci Siciliani, gruppi di lavoratori, contadini, zolfatari che si erano uniti per combattere, con la forza delle loro idee e delle loro gambe, i proprietari terrieri.
I Fasci rivendicavano il loro diritto alla dignità e ad una migliore vivibilità organizzando riunioni e marce pacifiche in cui partecipavano anche moltissime donne e bambini.
La narrazione dà spazio ad un pluralismo femminile degno di nota, la sezione femminile più determinata e numerosa del movimento si trovava a Piana degli Albanesi, dove su 3500 soci si contavano più di mille donne.
“Libere di uscire di casa, sole, anche di sera, parlano in pubblico come vere oratrici”, chiedono terra, pane e lavoro per sé e per i figli. Non immaginavo di trovare rozze contadine esprimersi con tale proprietà”, sottolinea sbalordito il giornalista.
Il docu-film è stato girato interamente in Sicilia in posti in cui traspare il volto duro della sicilia e dei siciliani: la montagna rocciosa che crea sentieri scoscesi ed aspri, simbolo della precarietà della vita ma anche della voglia di riscatto e lotta che caratterizza da sempre lo spirito siciliano.
Guardando il docu-film mi sono venute in mente le lotte dell'attivista ragusana Maria Occhipinti del '43 a capo del movimento dei Non si parte che radunava giovani pacifisti che rifiutarono la chiamata alle armi, ma anche le mamme niscemesi No Muos, donne che hanno lasciato le loro sicurezze domestiche per riprendersi il diritto di avere un futuro sereno per sé e i loro figli, possibile soltanto se lontano da guerre e antenne.
"Riconoscere nel presente i segni, rovesciare il silenzio. Il luogo comune che vuole la gente di Sicilia sempre a testa china. Le due inchieste si fondono in una sola testimonianza che percorre il Novecento e il tempo odierno. La parola del passato rivive con il cinema del reale che la consegna ad una nuova universalità, trascinando nel presente riconoscibile l'azione delle migliaia di siciliani e siciliane - contadini e contadine affamati tenuti come schiavi nei latifondi, zolfatari schiavi nelle miniere, miseri proletari urbani schiavi dei partiti municipali - che tra il 1891 ed il 1894, nonostante le baionette regie, i campieri mafiosi e la morte, fecero proprie le nascenti idee di riscatto sociale, dando vita nella regione più arretrata del Paese al primo movimento italiano organizzato contro lo sfruttamento del lavoro, ed alla prima ribellione popolare antimafiosa dell'Italia moderna e contemporanea."
Il film sarà nuovamente proiettato a Pavia in occasione del Convegno Fildis 2015 che si terrà a Pavia dal 23 al 25 ottobre. Nella Condorelli ha scelto la diffusione dal basso senza il pagamento del biglietto, se vi interessa organizzare una proiezione nella vostra città è possibile contattarla tramite l'apposita pagina Facebook 1893 L'Inchiesta.