Lunedì, 25 Giugno 2018 00:00

Un miracolo per rimanere in Europa: tra Sky e Ammaniti

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Un miracolo per rimanere in Europa: tra Sky e Ammaniti

Il miracolo, serie TV, Italia, 2018

Una statua in plastica di Maria, madre di Gesù, lacrima sangue umano.

Rinvenuta nel covo di un capo della criminalità organizzata finisce nelle mani di un generale dei servizi segreti, che decide di tenerla nascosta informandone il Presidente del Consiglio.

Quest'ultimo è alle prese con un referendum sfuggitogli dalle mani, sulla permanenza o meno del Paese all'interno dell'Unione Europea.

Il fumettista Leo Ortolani, di cui facilmente troverete le recensioni disegnate online, ha efficacemente rappresentato la pratica dell'ammiccamento, riferita a J.J. Abrams nella regia di Star Trek e Guerre Stellari. Il Miracolo non manca di immediati suggestioni, richiamandosi esplicitamente alla contemporaneità. 

Il produttore creativo ha garantito l'attenzione del grande pubblico: Niccolò Ammaniti, i cui libri spesso si sono offerti alle trasposizioni cinematografiche. L'autore co-firma anche alla regia, al fianco di Francesco Munzi (Figli delle stelle) e Lucio Pellegrini (Anime Nere).
 
Inventatevi qualcosa di impossibile da spiegare con la ragione umana e immaginatevi come potrebbero reagire le persone di fronte a essa. Allargate l'esperimento su diverse dimensioni, aggiungendo un prete, un militare, una scienziata, una massima autorità istituzionale e qualche trama secondaria.
 
L'idea è valida, sufficiente a garantire il successo di un'operazione narrativa.

La fotografia di Daria D'Antonia è quasi didascalica, con la luce del meridione, il patinato della politica, il risalto dei costumi. 

La scelta degli attori non presenta elementi di critiche e grande rilevanza è data alla musica, non solo con la sigla.
 
Sarebbe sbagliato parlare di un serie sulla fede o sul rapporto tra il paese e il sentimento religioso diffuso.

L'ambizione è quella di concentrarsi sulle relazioni umane, anche se in fondo tutte paiono assomigliarsi nel loro superare le righe, per sacrificarsi all'evoluzione della sceneggiatura. 

Chi è abituato a consumare prodotti simili si sentirà a casa, si ammicca tanto al contesto italiano quanto agli standard del mondo anglofono.
 
Manca profondità, ma questo aiuta il coinvolgimento di chi guarda, lasciando spazio per il divertimento interpretativo. Trovate buttata lì anche una misteriosa setta, assieme a un paio di scene surreali di dubbio gusto (la dimensione onirica male si concilia nel panorama generale).
 
Vivendo in un'Italia dove Ammaniti può arrivare a essere querelato per l'idea alla base di una Madonna che lacrima sangue (si veda qui) diventa difficile non dedicare qualche ora alle otto puntate attualmente distribuite su Sky.

In attesa di capire se arriverà una seconda stagione.


 Immagine di copertina liberamente tratta da www.ilfattoquotidiano.it 

Ultima modifica il Domenica, 24 Giugno 2018 23:19
Dmitrij Palagi

Nato nel 1988 in Unione Sovietica, subito prima della caduta del Muro. Iscritto a Rifondazione dal 2006, subito prima della sconfitta de "la Sinistra l'Arcobaleno". Laureato in filosofia, un dottorato in corso di Studi Storici, una collaborazione attiva con la storica rivista dei macchinisti "ancora IN MARCIA".

«Vivere in un mondo senza evasione possibile dove non restava che battersi per una evasione impossibile» (Victor Serge)

 

www.orsopalagi.it
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