Sicuramente comunque il progetto è più interessante del Ragazzo Invisibile di Salvatores, forse per il maggiore coinvolgimento di soggetti e linguaggi.
Immagine di copertina liberamente ripresa da www.mymovies.it
Il linguaggio del cinema è universale ma Monolith si propone come film di genere, rivolgendosi sia al grande pubblico che ad alcuni settori specifici. Da un'idea di Roberto Recchioni (attualmente amato ed odiato curatore di Dylan Dog, autore di numerosi successi inchiostrati), prodotto da Sky e Sergio Bonelli Editore (tra gli altri), prima opera distribuita dall'appena nata Vision Distribution (ambizioso progetto italiano), l'opera italiana si rivolge al pubblico internazionale attraverso la semplicità della trama, ma pare comunque rivolto più che altro a delle nicchie (sempre più vaste, come attesta il successo crescente del Lucca Comics & Games).
Sicuramente comunque il progetto è più interessante del Ragazzo Invisibile di Salvatores, forse per il maggiore coinvolgimento di soggetti e linguaggi.
Immagine di copertina liberamente ripresa da www.mymovies.it
Nato nel 1988 in Unione Sovietica, subito prima della caduta del Muro. Iscritto a Rifondazione dal 2006, subito prima della sconfitta de "la Sinistra l'Arcobaleno". Laureato in filosofia, un dottorato in corso di Studi Storici, una collaborazione attiva con la storica rivista dei macchinisti "ancora IN MARCIA".
«Vivere in un mondo senza evasione possibile dove non restava che battersi per una evasione impossibile» (Victor Serge)
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