«Ogni Stato è una dittatura, e ogni dittatura presuppone non solo il potere di una classe, ma un sistema di alleanze e di mediazioni, attraverso le quali si giunge al dominio di tutto il corpo sociale e del mondo stesso della cultura, così come ogni Stato è anche un organismo educativo della società, negli obiettivi delle classi che dominano»
Palmiro Togliatti, Il leninismo nel pensiero e nell’azione di A. Gramsci, Convegno di studi gramsciani a Roma, 11-13 gennaio 1958
Il Partito Democratico e la sinistra italiana: una lettura di fase
Corbyn: la rivoluzione dei privilegiati
Dopo l’inattesa sconfitta elettorale laburista del 2015 Pat McFadden, allora responsabile degli affari europei nel governo ombra di Ed Miliband, disse: «Saremo sempre il popolo dei meno abbienti, ma dobbiamo essere più di questo ed essere il partito della famiglia che aspira al benessere [the aspirational family that wants to do well]. Dobbiamo parlare di creazione di ricchezza e non solo di distribuzione della ricchezza».[1]
Questa ricetta sembrerebbe essere stata contraddetta dal recupero del partito di Corbyn, passato dal 30% della precedente tornata al 40% del 2017, con un programma decisamente schierato per la distribuzione.
Il "manifesto Calenda": la proposta che non salverà il Paese
Dopo il voto del 4 marzo 2018, le forze politiche sconfitte presenti in Parlamento hanno provato a fare opposizione; essa si è tradotta, sostanzialmente, da un lato nella denuncia dei provvedimenti e delle dichiarazioni di Salvini e dall’altro nell’apprezzamento dell’osservazione dell’inconcludenza del Movimento 5 stelle.
Dalla speranza nel centrosinistra al rancore diffuso? Un tentativo di storia politico-passionale
Aprile, di Nanni Moretti, costruisce un finale purtroppo debole – in quella che rimane una pellicola godibile – ma evidentemente molto sentito dal regista/attore attorno alla vittoria del centrosinistra capitanato da Romano Prodi alle elezioni politiche del 1996, la cui onda lunga emozionale sblocca la vita altrimenti insoddisfacente del protagonista del film. Su una t-shirt propagandistica prodotta da Rifondazione Comunista dieci anni dopo (2006) campeggia a caratteri cubitali uno slogan motivante ed ottimista: “vuoi vedere che l'Italia cambia davvero”. Ora faccio fatica anche solo ad immaginare chi possa avere il coraggio di indossarla, e infatti la conservo come un reperto archeologico.
Immigrazione, integrazione e accoglienza: una cultura ostaggio della Lega
C'è stato un tempo lontano in cui questo paese nella sua storia è stato il più grande crocevia di civiltà del Mediterraneo. Dall'antichità, le sue coste e i suoi vasti e multiformi territori sono stati toccati da navi e popolazioni provenienti da ogni angolo del Mediterraneo.
Europa tradita: il controverso rapporto con l'europeismo della sinistra in Italia
C’è grande confusione sotto il cielo. Nonostante per il grande Mao ciò coincise con una grande opportunità politica per la sua rivoluzione, la grande confusione di questi giorni e queste ultime settimane non fa che acutizzare la crisi di una sinistra italiana sempre più sbandata. Senza parlare del Partito Democratico, che l’autore di questo articolo si ostina a collocare nell’orbita (sinceramente più lontana) della sinistra.
Torrenti, fiumi di parole stanno scorrendo a proposito di quella che da molti è considerata la peggiore crisi istituzionale di questo paese degli ultimi decenni. Il Presidente della Repubblica Mattarella si è rifiutato di nominare un governo Conte che, sostenuto da Movimento Cinque Stelle e Lega Nord, vedesse al Ministero dell’Economia Paolo Savona. Ed io invece mi trovo in seria difficoltà a commentare. Difficoltà perché se penso al baratro che ci si è aperto davanti, sinceramente non vedo un via d’uscita che ci evita il passaggio per la catastrofe.
Da un grande Partito derivano grandi responsabilità. Renzi e la dirigenza del PD le hanno tradite tutte.
C’era una volta un amichevole PD di quartiere. Presente nei circoli, attento ai problemi principali degli abitanti e in buoni rapporti con i suoi vicini, che su molte cose la pensavano diversamente ma dialogavano sui temi e proposte in comune. La situazione di oggi nei quartieri è completamente diversa: oggi abbiamo, come a Firenze nel Quartiere 1, alcuni servili eletti che parlano come i cattivi che il PD, una volta, combatteva.
Sull'attuale travaglio del Partito Democratico
L’attuale travaglio del Partito Democratico riguardo alla formazione del prossimo esecutivo coinvolge in realtà la questione del governo solo come epifenomeno. Alle diverse prospettive politiche, infatti, sono evidentemente sottese divergenze più generali di lettura politica. Ad esempio, a Fassino che ha proposto un polo di centrosinistra M5S-PD da contrapporre a quello di centrodestra, Renzi ha risposto etichettando il M5S come azienda-partito e Forza Italia come partito-azienda (la prima sarebbe quindi degenerazione del secondo).
Questa incertezza è frutto di alcuni nodi irrisolti ereditati dalla sconfitta elettorale, e in parte concause della stessa, che tuttavia soltanto il supremo organo sovrano – il Congresso – potrà tentare di sciogliere.
Alcuni spunti per una discussione a sinistra
Dopo tante analisi, dopo tante discussioni, dopo tante accuse alla ricerca di colpevoli senza alcuna autocritica, ci ritroviamo di nuovo a commentare una sconfitta elettorale che sconvolge l'assetto del paese: la sinistra in Italia non esiste nelle testa e nel cuore degli italiani. Se anni fa il problema riguardava la cosiddetta sinistra radicale, oggi coinvolge anche il Partito Democratico.
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