Pillole dal Giappone #256 – Abe rimane alla guida dei liberal-democratici
Questione palestinese all'ombra di Argentina-Israele
Ha suscitato un certo clamore la decisione della nazionale di calcio argentina di non disputare un match amichevole con Israele che si sarebbe dovuto tenere lo scorso nove giugno, decisione giunta dopo che la ministra della cultura israeliana aveva suggerito lo spostamento della partita dalla città di Haifa a Gerusalemme.
La Terra promessa mancata׃ settant’anni dalla fondazione di Israele
Il raduno degli esiliati e la pace del popolo ebreo. Era questa nella tradizione ebraica messianica la principale speranza per gli ebrei di tutto il mondo. Un ideale fisso sempre rimasto al centro dell’immaginario collettivo di questo popolo, nonostante le esperienze di vita ebraica differente.
Verrebbe quasi da sorridere, se la situazione non fosse così drammatica, a ripensare a quanti, in occasione dell’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca, prevedevano un mandato in netta discontinuità con quello di Obama, all’insegna di una politica estera meno invasiva e di un totale interesse per le questioni interne agli Stati Uniti.
Non soltanto Corea del Nord nella politica estera del Sol Levante: la settimana appena trascorsa ha infatti visto un lungo tour di Abe nel Medio Oriente. Prima tappa, il 30 aprile, gli Emirati Arabi Uniti dove Abe ha avuto colloqui con l'omologo Mohamed bin Zayed. Lo stesso giorno l'ADNOC, la compagnia statale che gestisce le concessioni dei pozzi petroliferi ha sottoscritto con JODCO, società creata dalla nipponica INPEX, l'accordo per lo sfruttamento del giacimento di Lower Zakum. La società nipponica, rappresentata dal presidente Toshiaki Kitamura, in febbraio aveva ottenuto l'estensione per altri 25 anni delle concessioni di Satah e Umm Al Dalkh. In quest'ultimo giacimento la sua quota di partecipazione è passata dal 12 al 40%.
Di sionismo, ortodossia e terra: la trasformazione di Israele in uno stato confessionale
L’approccio alla storica questione israeliana e palestinese si è oramai arenato nella partigianeria politica. L’emotività suscitata dalle immagini di Gaza sotto il pesante attacco di queste ultime settimane da parte delle forze israeliane impedisce una analisi lucida sul percorso che ha portato a questo feroce scontro, oramai secolare. Il calderone in ebollizione della politica ha mescolato e ridefinito impropriamente termini storici come sionismo, panarabismo, ebraismo ecc.
Gerusalemme capitale israeliana e la politica poco isolazionista di Trump
La decisione di Donald Trump di trasferire l'ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme, applaudita dal governo israeliano e subito echeggiata (almeno a parole) dai leader populisti di Filippine e Repubblica Ceca, ha causato una serie di reazioni in tutto il Medio Oriente, che rischiano di destabilizzare ulteriormente una regione già duramente messa alla prova dallo scontro tra Iran e Arabia Saudita.
Sciopero della fame nelle carceri israeliane ed opinione pubblica occidentale
"Marwan Barghouti mangia di nascosto durante lo sciopero della fame". Questa sembrerebbe la notizia tesa a spezzare l'immagine del leader palestinese che pare godere del maggior consenso fuori e dentro i territori occupati da Israele.
I governi di Tel Aviv, specialmente negli ultimi anni, conducono una politica molto attenta al consenso e alla stampa internazionale, non tanto per capacità quanto per offensiva verso chiunque si mostri anche solo attento agli argomenti della "parte avversa".
Pop Palestine: la resistenza di un popolo attraverso la sua cucina
Una serata all’insegna della Palestina, ieri 15 aprile al Circolo Arci di Brusciana. Una Palestina come non l’abbiamo mai conosciuta, per una volta rappresentata non solo nelle sue ombre e nei suoi drammi ma anche nei suoi colori, nei suoi sapori e nelle sue tradizioni. L’occasione per parlarne un bellissimo libro, “Pop Pelstine” , scritto da Silvia Chiarantini con le meravigliose fotografie di Alessandra Cinquemani, che grazie alla loro straordinaria potenza visiva e comunicativa e al loro stile unico nel loro genere basterebbero da sole a rendere questo libro un oggetto prezioso e di grande impatto, tanto da spopolare anche nel web. Le immagini sono infatti un tripudio, un trionfo di colori, talmente forti che sembra di poter odorare i profumi dei piatti e assaggiarne i sapori. Il libro e le sue bellissime foto sono un atto d’amore a questa terra violata e trafitta da tanta violenza e sofferenza, un invito ad andare in Palestina per coglierne anche le meraviglie, come hanno fatto mole food bogger che si sono innamorate di queste ricette.
Abolizione del Trattato di Schengen, Guerra all’Isis, fine delle sanzioni nei confronti dell’Iran: sono solo alcune delle tematiche internazionali affrontabili solo a livello europeo che oramai ricorrono quasi quotidianamente sui giornali. La stessa “fortuna” non tocca purtroppo alla causa palestinese: nonostante le prese di posizione sempre più nette, non solo degli stati europei ma anche della stessa Commissione, ciò che avviene in quella striscia di terra conquista la cronaca solo se c’è la possibilità di puntare il dito contro la disperazione dei ragazzi dell’Intifada dei coltelli.
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