Pillole dal Giappone #268 – Procede tra le proteste la costruzione della base di Henoko
La metà del personale delle università nipponiche è costituito da lavoratori a tempo parziale e precari. Il dato emerge da una ricerca realizzata dal quotidiano Asahi Shimbun su 751 atenei nel 2017 (659 le università che hanno risposto al questionario). Stando ai numeri i lavoratori a tempo pieno ammontano a 169.458 mentre i part time sono 169.164 (cioè quasi lo stesso numero). Anche tra quanti lavorano a tempo pieno appena il 26,2% (44.401 lavoratori) hanno un contratto a tempo indeterminato.
Giornalismo di analisi, ergo terrorismo neoliberista
Davvero impressionante l’articolo di prima pagina “L’analisi – Il confine dello 0,9%” su la Repubblica di pochi giorni fa a firma di Claudio Tito. Riassumo: il fatto che Lega e Movimento 5 Stelle si rifacciano pubblicamente alla possibilità di portare il deficit italiano al 3% (la Lega a ciò aggiunge che, se ritenuto necessario, si potrebbe anche andare oltre), allo scopo di realizzare determinati obiettivi di tipo economico e sociale automaticamente renderebbe queste forze politiche “irresponsabili”.
Reddito di Cittadinanza: Emancipazione dal lavoro o lavoro coatto?
In tempi di crisi sociale e stentata fuoriuscita dalla recessione il dibattito sul reddito di cittadinanza diventa un nodo centrale da affrontare. Soprattutto se non si dimenticano i dati che fotografano una realtà sociale mai veramente uscita dalla crisi, nonostante si sia tornati a parlare di crescita del PIL e della produzione industriale. I dati sulla povertà lo dimostrano e la diffusione di mini-jobs che seguono alla stucchevole vicenda dei voucher prima aboliti e poi reintrodotti e delle varie forme di lavoro precario, ci ricordano come la crisi economica non abbia fatto altro che scaricarsi sulla società in forme sempre più violente.
Di voucher e mercato del lavoro (a dieci mani)
I dati dell'INPS relativi ai primi dieci mesi del 2016 evidenziano delle tendenze del mercato del lavoro tutt'altro che rassicuranti. Se da una parte si assiste a una diminuzione dei contratti a tempo indeterminato (-32,0% rispetto al periodo gennaio - ottobre del 2015) e a un incremento dei licenziamenti, sopratutto per motivi disciplinari (+27,4%), dall'altra si registra il consolidarsi di un trend di crescita dell'utilizzo dei voucher piuttosto sostanzioso (+32,3%). I buoni del lavoro accessorio, dal valore nominale di 10 euro, sono al centro di numerose polemiche dato che vengono utilizzati sistematicamente anche al di fuori del contesto della prestazione occasionale, aggravando così il fenomeno del precariato e dando una spallata micidiale ai diritti dei lavoratori, tanto che in molti parlano di un processo di "voucherizzazione del lavoro". Questa situazione ha anche delle ricadute politiche immediate che si traducono in un braccio di ferro fra la CGIL, che ha proposto un referendum sul lavoro in cui uno dei quesiti riguarda proprio la loro abolizione, e il Ministro Poletti che vorrebbe mantenerli riducendone però la portata e limitandone l'utilizzo.
Michael Moore dopo sei anni lontano dal grande schermo torna al cinema solo per tre giorni in Italia con Where to invade next?. Il nuovo documentario lanciato al Toronto Film Festival, è stato candidato all’Oscar per il miglior documentario senza però ricevere l’ambito premio. A differenza dei precedenti film è, sì anche questo una forte critica agli Stati Uniti, ma si nota un maggiore amore verso la sua terra.
“Finanziato attraverso un crowdfunding” è una formula che sta diventando ricorrente per progetti di carattere sociale, culturale, talvolta anche più squisitamente imprenditoriale: letteralmente vuol dire finanziato tramite una sottoscrizione collettiva, che - è qui la novità che lo rende un fenomeno di rilievo - avviene grazie a piattaforme web strutturate in modo da presentare i diversi progetti e raccogliere le donazioni.
Il premier Abe progetta una nuova dichiarazione ufficiale in tema di guerre coloniali per quest'anno (settantesimo anniversario dalla fine della Seconda Guerra Mondiale).
A confermalo lo stesso premier, sollecitato dai giornalisti, durante la conferenza stampa inaugurale del 5 gennaio.
La nuova dichiarazione dovrebbe sostituire quella di Murayama del 1995, comunicato sul quale Abe ha più volte manifestato il proprio disappunto.
Per la prima volta dal suo ritorno alla guida del governo giapponese il Premier Abe ha tenuto un colloquio con il Presidente cinese Xi. L'incontro è avvenuto lo scorso 10 novembre in occasione dell'annuale summit APEC (Asia-Pacific Economic Cooperation) ospitato quest'anno dalla Repubblica Popolare.
Entrambi i leader hanno convenuto sulla necessità di abbassare il livello di tensione (in particolare marittima) tra le due nazioni generato prevalentemente dalla contesa per le isole Senkaku. “È il primo passo per migliorare le relazioni bilaterali rimettendo al centro una mutua positiva relazione basata su interessi strategici comuni” ha dichiarato il premier nipponico al termine dell'incontro.
Soddisfazione è stata espressa anche dal Capo della Segreteria del PCG Yamashita.
Come è ormai tradizione tre membri del governo Abe (il ministro agli Affari Interni Shindo, il Presidente della Commissione di Pubblica Sicurezza Furuya e la ministra per le Riforme Amministrative Inada) e parlamentari della maggioranza hanno visitato lo scorso 15 agosto il santuario Yasukuni, tempio scintoista che celebra i caduti nelle guerre coloniali intraprese dal Giappone.
Proteste sono state espresse dai ministeri degli Esteri di Cina e Corea del Sud: “soltanto quando il Giappone, onestamente, affronterà e rifletterà a fondo sulle proprie passate guerre di aggressione, compiendo un taglio netto con il militarismo, le relazioni sino-giapponesi avranno possibilità di svilupparsi in maniera sana e stabile” ha dichiarato in un comunicato la portavoce del ministero degli Affari Esteri di Pechino Hua Chunying.
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