Nato a Bozen/Bolzano, vivo fuori Provincia Autonoma da un decennio, ultimamente a Torino. Laureato in Storia all'Università di Pisa, attualmente studio Antropologia Culturale ed Etnologia all'Università degli Studi di Torino. Mi interesso di filosofia delle scienze sociali, antropologia culturale, diritti delle minoranze e studi sull'educazione. Intellettualmente sono particolarmente influenzato dai lavori di Polanyi, Geertz, Wittgenstein e Feyerabend, su cui mi sono formato, oltre che dal postoperaismo e dal radicalismo statunitense. Nel tempo libero coltivo la mia passione per l'animazione, i fumetti ed il vino.
“Manu” Larcenet è un nome già noto al di fuori della cerchia degli appassionati di fumetti, grazie ad opere in cui una seria ricerca estetica nel disegno si coniuga ad una autentica comicità e a trame dal significato profondo.
Il 2018 è stato un anno ricco di anniversari storici in Europa, spaziando da Marx alle tristi memorie della Prima guerra mondiale. Alcuni di questi anniversari, inoltre, per una singolare congiuntura della Storia con la s maiuscola, risultano collegati gli uni con gli altri; e danno l'opportunità a noi che viviamo in questa strana epoca di volgere uno sguardo al passato.
Quello di Phil Elverum è un nome noto agli amanti della bella musica, così come quello del suo progetto più recente, Mount Eerie. Delle sonorità lo-fi tra il sognante e l'evocativo che lo avevano reso un nome imprescindibile, però, ultimamente resta poco. In mezzo la tragedia di Geneviève Castrée, fumettista canadese francofona, musicista ed eccezionale esempio di artista a tutto tondo, moglie, collaboratrice e madre della figlia di Elverum, uccisa da un cancro a 35 anni. A lei, ed alla sua scomparsa, sono dedicati gli ultimi tre album di Mount Eerie: A Crow Looked At Me, Now Only ed il live album (after).
È impossibile sottovalutare la portata, nell'immaginario occidentale, dell'universo supereroistico rivoluzionato da Stanley M. Lieber, più noto come Stan Lee (1922-2018).
Tra le ultime battute della Seconda guerra mondiale e l'immediato dopoguerra i “fumetti americani” avevano già avuto un qualche successo con i Detective comics (alla base di quella che sarebbe poi diventata la DC), gli MLJ/Archie comics e i primi fumetti della Timely/Atlas/Marvel, tra cui il patriottico Capitan America uscito dal genio artistico del “King” Jack Kirby, il nome che più spesso si sente associato a quello di Lee; e già, in un dopoguerra che sembrava non sapere più che farsene delle pagine disegnate, i comics supereroistici sembravano in declino, nonostante i tentativi di fine anni '50 della DC di reinventare il medium con i nuovi Justice League e Flash.
Anche quest'anno ritorna il consueto appuntamento con Lucca Comics, e, parallelamente, con il festival autogestito delle produzioni indipendenti e “sotterranee” BORDA! Fest (dal 31 ottobre al 4 novembre), arrivato alla quinta edizione, su cui vale la pena spendere due parole.
Nella prima parte di questa “miniserie” si era parlato nello specifico della situazione in Repubblica Ceca, e proprio da Praga – e dal tema dei rapporti con i suoi difficili vicini – conviene ripartire.
Missiva da Centro Europa e dintorni
Repubblica Ceca: un patto del Nazareno populista?
Al Becco abbiamo sempre cercato di offrire ai lettori uno sguardo ampio, cercando di offrire un'immagine certamente schierata ma quanto più possibile informata dei processi politici che attraversano il Vecchio Continente, anche quelli che si sviluppano in punti poco frequentati dalle grandi testate italiane, magari perché oscurati da casi mediatici che nascono più a ovest o più a sud, o semplicemente perché ritenuti – a torto – meno importanti. Fedeli a questo spirito ci
Dalla speranza nel centrosinistra al rancore diffuso? Un tentativo di storia politico-passionale
Aprile, di Nanni Moretti, costruisce un finale purtroppo debole – in quella che rimane una pellicola godibile – ma evidentemente molto sentito dal regista/attore attorno alla vittoria del centrosinistra capitanato da Romano Prodi alle elezioni politiche del 1996, la cui onda lunga emozionale sblocca la vita altrimenti insoddisfacente del protagonista del film. Su una t-shirt propagandistica prodotta da Rifondazione Comunista dieci anni dopo (2006) campeggia a caratteri cubitali uno slogan motivante ed ottimista: “vuoi vedere che l'Italia cambia davvero”. Ora faccio fatica anche solo ad immaginare chi possa avere il coraggio di indossarla, e infatti la conservo come un reperto archeologico.
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