La protesta contro il Decreto Sicurezza approvato ormai da un mese assume toni sempre più elevati. Diversi sindaci italiani hanno annunciato la propria disobbedienza alle norme emanate. Ai sindaci di Palermo, Napoli, Firenze, Reggio Calabria e Parma che si sono opposti all’applicazione del “decreto sicurezza” se ne sono poi aggiunti altri, rendendo la protesta sempre più radicata tra i rappresentanti delle comunità cittadine.
Nuove strategie di social-politica in questo 2018 che se ne va: il vice-premier Matteo Salvini ha preso l'abitudine di informare gli italiani di quello che mangia di giorno in giorno. Dai piatti di pasta al pane e Nutella, tutti veniamo rassicurati che il politico non soffra la fame. Ma, chiediamoci, qual è la strategia dietro questa comunicazione compulsiva? Ma, ancor prima di ciò, c'è una strategia?
Mercoledì 28 Novembre è stato approvato in via definitiva dalla Camera il “decreto sicurezza”. Fortemente voluto da Salvini, il provvedimento introduce alcune nuove norme in materia di immigrazione e di ordine pubblico che riflettono l’impostazione securitaria della Lega. L’abolizione della protezione umanitaria, il depotenziamento dello Sprar, l’estensione della sperimentazione del taser, la stretta sull’abusivismo abitativo e l’aumento dei fondi destinati ai rimpatri sono solo alcune delle misure di un decreto fortemente criticato dalle opposizioni ma diventato legge nonostante le polemiche anche all’interno della maggioranza. Sul “decreto Salvini” il Dieci mani della settimana.
In un libro di venti anni fa, intitolato L’injustifiable (“L’ingiustificabile”), l’autrice Monique Chemillier-Gendreau1 notava un paradosso in seno alle politiche europee: l’estendersi dei diritti dei cittadini europei andava di pari passo a un restringimento dei diritti e delle possibilità offerte ai non europei, al punto che si può parlare di “un declino dei diritti fondamentali degli stranieri in Europa”2.
«E poi ascoltatevi un po’, mentre vi servite di questa parola, integrazione. Questa parola debole. Come si fa ad essere così maldestri? Guardate com’è rivelatrice di tutta la malafede che c’è in voi. Chiederci di integrarci dopo che siamo qui da due o addirittura da quattro generazioni è una vera presa per il culo. Voi credete che integrandoci riuscirete a domare le periferie, a ridurre la criminalità? Detto fra noi, i francesi amano questa parola, integrazione, perché fa’ credere loro di essere in grado di addomesticarci. Ma noi non siamo animali selvaggi. Lo sapete?… voi avete invertito i ruoli. Non sta a noi fare lo sforzo. È troppo tempo che ci facciamo il culo a spaccare le vostre vecchie strade con il martello pneumatico, ad assemblare i binari dei vostri treni con la fiamma ossidrica o a posare sul cemento le nuove piastrelle del vostro bagno. Non ci integreremo, perché questa parola è ripugnante. Sa di campo di correzione. […] Noi non aspettiamo con finta trepidazione che voi ci accettiate. La vostra integrazione ci fa ridere. È una parola tremenda. Non ci interessa. Noi non ci dobbiamo integrare. Non ci integreremo. Aspetteremo che voi reagiate, che ci vediate come chiunque altro, come uno straniero qualunque, come un francese qualunque.»
(Ahmed Djouder, Disintegrati. Storia corale di una generazione di immigrati, il Saggiatore, Milano.)
Il Decreto Salvini sull’immigrazione ha destato parecchio scalpore nella sinistra antagonista, portando diverse piazze nell’ultimo weekend a mobilitarsi per il suo ritiro. Il decreto approvato lo scorso 24 settembre contenente norme riguardanti l’immigrazione e la sicurezza ha come principale obiettivo la restrizione del diritto di asilo.
Il Tribunale del Riesame di Genova ha accolto la richiesta della procura di poter procedere al sequestro dei 49 milioni di euro di rimborsi elettorali che la Lega Nord ha incassato indebitamente fra il 2008 e il 2010. La sentenza di condanna definitiva (truffa ai danni dello Stato) mette la Lega in una situazione complicata, dato che il partito ha ora solo 5 milioni in cassa.
Nella prima parte di questa “miniserie” si era parlato nello specifico della situazione in Repubblica Ceca, e proprio da Praga – e dal tema dei rapporti con i suoi difficili vicini – conviene ripartire.
La confusione è tanta e non è detto che sia un bene – sul rossobrunismo (I)
Questo che leggerete non è un vero e proprio articolo. La massa enorme di informazioni, impressioni, tesi e parole sull’argomento che vorrei trattare (il rossobrunismo) è tale da meritare un approfondimento diviso in diversi interventi. Al massimo potrei far chiarezza su quali siano i temi per me fondamentali da essere conosciuti, discussi, condivisi, in questo momento: il lavoro, il ruolo della sinistra in una società che non offre più agganci con i vecchi rituali, o li ha stravolti ed ha dato alla piccola borghesia e al proletariato risposte diverse, la struttura sociale all’interno della nostra nazione.
Magistratura e politica: (continua) un rapporto complicato
La richiesta dei pm di Genova è stata accolta sei giorni fa dalla Cassazione che ha disposto il sequestro di "qualsiasi somma di denaro ovunque venga rinvenuta" riferibile alla Lega Nord, fino a raggiungere 49 milioni di euro, ricorrendo “anche alle somme affluite in un momento successivo alla data di esecuzione del decreto di sequestro del 4 settembre 2017 sui conti e depositi riferibili alla Lega Nord”.
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