Domenica, 09 Febbraio 2014 00:00

Neofascismo e neonazismo (Ferrari e Mantegazza)

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«Neofascismo e neonazismo. Un problema politico, culturale e educativo» è il titolo di un appuntamento organizzato a Firenze l'8 febbraio 2014 da Anpi, Flc Cgil e Filo Rosso.

Dopo una breve introduzione da parte di Gigi Remaschi, vicepresidente provinciale dell'associazione dei partigiani, si entra nel merito dell'argomento senza necessità di eccessive spiegazioni, nella città in cui sono stati uccisi Samb Modou e Diop Mor

Saverio Ferrari è giornalista e redattore dell’Osservatorio Democratico sulle nuove destre. Sceglie di partire dall'individuazione del 1995 come un punto di svolta nella storia del fascismo della nostra penisola. Con lo scioglimento del Movimento Sociale Italiano e la nascita di Alleanza Nazionale è venuto meno un "freno inibitore" che a partire dal secondo dopoguerra si era affermato come realtà non marginale nella vita politica, diventando "il quarto partito in Italia già nel 1972, e giocando un ruolo decisivo nella nascita di 4 governi, oltre che nell'elezione di due presidenti della Repubblica". Gli eredi di Salò sono stati per decenni inquadrati nel sistema istituzionale. Nel corso di quel periodo la destra ha tentato di riscrivere il passato prendendo le distanze dal nazismo, come ha provato a fare Giorgio Pisanò nel negare responsabilità dirette dei fascisti rispetto all'olocausto.

A partire dal 1995 il neofascismo si radicalizza anche se si restringe elettoralmente (arrivando a pesare oggi tra l'1,5 e il 2%). Vengono recuperati miti che stanno fuori dalle vicende del Duce, andando a recuperare i simboli del Terzo Reich.

"L'estrema destra di oggi ha in sé un'area molto composita e frammentata" che richiede di essere fotografata costantemente per cogliere i continui mutamenti, non sempre legati a motivazioni politiche, su cui talvolta prevalgono questioni personali tra i vari leader.

Ferrari individua al momento due principali aree: quella istituzionale e quella che si autodefinisce rivoluzionaria e antisistema.

Alla prima appartengono Fratelli d'Italia e la Destra, con un pulviscolo di alleati. L'ipotesi di una costituente che riunisca questa piccola galassia in una nuova Alleanza Nazionale circola ormai da qualche mese, ma non è detto che venga meno il costante conflitto fra le due principali organizzazioni citate. Non è solo una divergenza ideologica, anche se Giorgia Meloni aderisce al Partito Popolare Europeo (di Casini e Alfano), mentre Storace soffia sull'euroscettiscimo. Il partito fondato da Fini ha conservato un immenso patrimonio, senza farlo confluire nel Popolo delle Libertà, quindi ci sono in palio conti correnti milionari e numerosi immobili di valore (anche frutto di lasciti testamentari da parte di alcuni "nobili neri").

All'area che ama presentarsi come antagonista e non conservatrice si possono ascrivere Forza Nuova e CasaPound. Entrambe le formazioni si richiamano alle fasi iniziali del fascismo, quello del 1919-1920, e tentano di far fronte ad un complesso di inferiorità che accompagna il neofascismo italiano da ormai decenni, ossia la mancanza di un movimento giovanile. Tentano di  penetrare tra le nuove generazioni, attraverso una rete eterogenea di associazioni di varia natura (dai centri sociali di destra ai pub, dal volontariato alle attività sportive). Quest'area fascista non è mai riuscita a ottenere dimensioni di massa, anche se ha tentato di entrare all'interno del movimento per l'acqua pubblica e in quello No Tav (sempre respinta). Diverso esito è stato con il movimento dei Forconi (sia in quello siciliano del 2012 che in quello nazionale del 2013) A questo tentativo di cavalcare il malcontento sociale, riuscito in alcune città, non sono corrisposti i risultati elettorali attesi e auspicati. In particolare CasaPound ha ottenuto uno 0,14% nazionale alle ultime politiche e uno 0,8% alle comunali di Roma, città in cui i "fascisti del terzo millennio" contano una presenza significativa all'interno dell'area studentesca. La conseguenza è stata una rivalutazione di Alba Dorata, movimento nazista greco, cresciuto sullo squadrismo anti-immigrati, che in Italia era stato considerato marginalmente fino a poco tempo fa. 

Tutte le destre (comprese alcune pagine de Il Giornale e di Libero) sono però accomunate da più elementi: la lettura storica della Resistenza come tradimento del paese, un'analisi complottista della geopolitica e dell'economia, la continua denuncia di presunte cospirazioni (che spesso sarebbero guidate da sionisti e massoni).

Raffaele Mantegazza, docente di Pedagogia Interculturale, concorda nel dare una lettura comune alle matrici che portano al neofascismo e al neonazismo. La pedagogia nazista risponde ad un bisogno di socialità comune tra i giovani con le dinamiche dei gruppi, che più elasticamente della propaganda si adattano alle varie esigenze dei singoli soggetti, presentandosi come luoghi di attività sportiva o culturale prima di mostrare il proprio profilo ideologico. Al tempo stesso si bilancia questa dimensione collettiva con spazi di protagonismo, come avviene di recente nel Ku Klux Klan che invita i suoi membri alla "resistenza senza leader" (vedi Wikipedia qui).

Le nuove formazioni della destra italiana giocano sullo spaesamento causato dalla modernità. "Partono con lo spiegare che la colpa del senso di inadeguatezza è negli altri, ti spiegano che sei una vittima e ti insegnano anche a sentirti tale". Un esempio di qualche anno fa è uno dei primi manifesti della Lega Nord, che recitava Lumbard tas! ("lombardo taci, o ti danno di razzista"). In questo c'è una differenza molto forte con i nazisti di Hitler, che mai si sarebbero presentati come vittime.

Mantegazza insiste sull'importanza dei simboli, che sono "più violenti di qualsiasi ragionamento, perché scavalcano la coscienza". I nazisti producevano simboli più facili da leggere, più forti e con meno storia alle spalle, per questo sono stati recuperati dalle nuove formazioni della destra italiana, in rottura con la tradizione del Movimento Sociale Italiano.

La tradizionale difficoltà dei fascisti a produrre simboli si è risolta nell'ultimo periodo nel tentativo di appropriarsi dei miti del campo avversario (basti citare come esempio il convegno di fine febbraio su Marx, organizzato da CasaPound), sviluppando in parallelo nuove soluzioni e pratiche. Tre sono i principali campi in cui operano queste aree politiche:

- il calcio, con 140 curve (o settori di curva) esplicitamente neofasciste o neonaziste (la Liguria è l'unica regione che non ne ha)
- la musica, sia attraverso numerosi gruppi musicali che con le pratiche di ballo
- il web, con 40mila siti individuati che si richiamano esplicitamente al fascismo o al nazismo.

Su internet e i social network, così come sulla musica, Mantegazza argomenta analisi che meritano di essere affrontate specificatamente, forse limitate da una distanza anagrafica con le nuove generazioni. 

Al vuoto politico attorno alla difesa della Costituzione, denunciato anche dagli interventi del pubblico, oltre che dalle organizzazioni promotrici dell'appuntamento, si propone di rispondere con la rilevanza sociale, che non corrisponde a quella politica (come si è visto anche per i fascisti) ma su cui occorre investire nella quotidianità. Per il ritorno a un nuovo maggio di lotte, dice Mantegazza, occorre smettere di evitare i luoghi del conflitto e organizzare risposte adeguate alle nuove esigenze della società.

Immagine tratta da www.fanpage.it

Ultima modifica il Domenica, 09 Febbraio 2014 00:58
Beccai

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