Mercoledì, 29 Ottobre 2014 00:00

Articolo 18: fiat voluntas dei

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Fiato voluntas dei (trad. La volontà della Fiat è la volontà di Dio).

“La storia è la memoria di un popolo, e senza una memoria, l'uomo è ridotto al rango di animale inferiore.” (Malcom X) 

Cominciamo come nella maniera più classica, come nel più classico dei racconti per ragazzi . 

C’era una volta un’organizzazione che aveva schedato migliaia di persone…, la Stasi della DDR diranno subito i giovani e fanatizzati reperti archeologici della Leopolda, no, no, no, c’era una volta una grande azienda automobilistica: la Fiat.

Procediamo con ordine. 

Torino, 5 agosto 1971, Raffaele Guariniello si presentò inatteso, accompagnato da alcuni collaboratori, al palazzo Fiat di via Giacosa e procedette senza indugio al sequestro di una notevole massa di fascicoli.

Questi fascicoli consistevano in una raccolta sistematica di informative dettagliate su dipendenti dell’azienda, ma anche su attivisti e dirigenti sindacali e politici del tutto esterne alla Fiat.

La perquisizione si era messa in moto a seguito di una vicenda piuttosto paradossale: una spia agli ordini di sua maestà la Fiat aveva fatto causa al suo datore di lavoro!

Nel fare opposizione la Fiat qualificava il ricorrente come “semplice fattorino, ma costui ribatteva che in realtà, per ben diciassette anni aveva svolto la mansione di informatore per conto della direzione aziendale.

Si venne così a scoprire che nell’azienda era (?) attivo un vero e proprio servizio di spionaggio, che sotto l’etichetta anonima di Servizi Generali, gestiva (?) una vasta rete di informatori interni ed esterni all’azienda, fra i quali anche carabinieri e poliziotti in servizio, per cui si aggiungeva al tutto il reato di corruzione, nonché diversi parroci, per i quali le informative erano uno strumento funzionale a raccomandare loro protetti.

Questo servizio attivo fin dal 1949, attingeva informazioni, non solo su dipendenti Fiat o aspiranti tali, ma anche sui loro familiari e come si è detto su sindacalisti, politici e giornalisti che in qualche maniera avessero a che fare con gli interessi della Fiat.

Alla fine saranno 354.077 i fascicoli personali raccolti, riflettete su questo numero 354.077, poco meno degli abitanti di Firenze, più di quelli del Molise, un’enorme raccolta di dati personali, che fece pensare che la Fiat raccogliesse questi dati anche per conto di altri (i servizi segreti) o che altri (i servizi segreti) gli raccogliessero per conto della Fiat, il che è più probabile.

Si badi bene che le informazioni raccolte non si limitavano a quelle che potrebbero essere raccolte con un semplice questionario direttamente dagli interessati allo scopo di accertarne l’idoneità allo svolgimento del lavoro assegnato, le schedature entravano, non solo nel merito delle appartenenze politiche o sindacali, ma si estendevano a delicate questioni personali e familiari, ad esempio essersi sposati con il rito civile pesava negativamente sulla persona illecitamente e illegalmente indagata. 

Il processo relativo (77 imputati, fra cui ufficiali e funzionari) fu spostato da Torino a Napoli per “motivi di ordine pubblico”, e andò avanti fino al 1979, nel silenzio e nell’indifferenza dei grandi organi di stampa, con l’esclusione de l’Unità, di Lotta Continua, de il Manifesto e de l’Avanti.

Il 20 febbraio 1978 il tribunale di Napoli condannò la gran parte degli imputati la corte d’appello di Napoli nel 1979 confermò le sentenza, … ma i reati furono estinti per prescrizione e senza che alcun ufficiale o funzionario coinvolto fosse sanzionato sul piano disciplinare e amministrativo.

A questo punto qualche giovane già vecchio dentro, estimatore sfegatato del Califfo di Rignano, dirà che sono cose del passato, di un’altra era. 

Al contrario sono cose attualissime, lo Statuto dei diritti dei lavoratori nacque per mettere fine a questi arbitrii padronali, ed è tuttora un forte deterrente contro questo genere di comportamenti, la manomissione dello Statuto, in particolare dell’articolo 18, ma non solo (demansionamento, sorveglianza), potrebbe dare la stura ad un nuovo dispotismo aziendale, come ha dimostrato non essere restio a praticarlo lo svizzero Fiat.

Per chi vuole saperne di più consiglio infine tre libri, che se non ancora in commercio, sono tuttavia reperibili presso le biblioteche più importanti:

  1. GLI ANNI DURI ALLA FIAT, Emilio Pugno e Sergio Garavini, Einaudi;
  2. SPIONAGGIO FIAT, Diego Novelli, Editori Riuniti;
  3. Le schedature Fiat - Cronache di un processo e altre cronache, Bianca Guidetti Serra, Rosenberg & Sellier.

Immagine tratta liberamente da immagini.alvolante.it

Ultima modifica il Martedì, 28 Ottobre 2014 00:01
Francesco Draghi

Francesco Draghi, nel Partito Comunista Italiano prima e dalla sua fondazione nel PRC, ha ricoperto in entrambi incarichi di direzione politica, è stato amministratore pubblico.

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