Sono passate da poco le dodici e sotto il cielo cupo di una Milano che almeno per oggi non parla - o non parla soltanto - di Expo, puoi già incontrare chi armato di aste, bandiere e volantini sfida con indifferenza il rischio della pioggia. Passano i minuti e alle spalle del Giardino Pubblico intitolato ad Indro Montanelli lentamente, ma inesorabilmente, si moltiplicano le facce di donne e uomini, giovani e meno giovani, provenienti da tutta Italia. Tra bandiere, striscioni, cori e spezzoni la manifestazione è pronta per partire. Istituzioni, partiti, sindacati, movimenti, associazioni, cittadini: un applauso segna la partenza del corteo mentre i visi si fanno più seri e - a tratti - pieni di orgoglio. Si parte intonando rime di rivolta: una mattina mi sono svegliato, o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao.
L’emozione è tanta ed è impossibile non riflettere sul fatto che siano passati più di settant’anni da quella mattina e che, nonostante ciò, ancora oggi quell’inno alla libertà appare senza tempo, più che mai attuale, più che mai necessario. Al contrario, però, i visi di chi non ha mai smesso di cantarla appaiono stanchi, logorati dal tempo, invecchiati come le bandiere sbiadite o come i sogni traditi. “E’ questo ciò per cui abbiamo lottato?” si chiederà poco più tardi dal palco il Presidente dell’ANPI Carlo Smuraglia.
Ma Piazza del Duomo è ancora lontana e i 50mila partecipanti al corteo si apprestano a raggiungerla sfilando al suon di “ora e sempre Resistenza” tra le strade della città in cui il 25 Aprile di settant’anni fa il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia proclamava l’insurrezione in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti. Dopo circa due ore la testa del corteo arriva in Piazza Duomo.
Ad aprire il comizio i saluti del Sindaco di Milano Giuliano Pisapia: "Milano medaglia d’oro della Resistenza continuerà a essere esempio di solidarietà, tolleranza e libertà". Contro l’idea di frammentazione, invece, l’intervento del Segretario della CGIL Susanna Camusso: “La Resistenza è stata un’attività corale, non un’idea di tanti singoli”. A parlare di istruzione e cultura la giovane insegnante Irene Barichello: “La sfida per insegnati - ma in verità per tutti noi - è far comprendere quali siano i valori fondamentali senza che l’uomo si accorga solo quando viene privato di essi”.
Accolto dagli applausi della piazza l’intervento del Presidente nazionale dell’ANPI Carlo Smuraglia “Il nostro è un paese smemorato che scorda le cose più importanti, non siamo ancora un paese completamente antifascista e democratico”. Dure le sue accuse in riferimento al commento di Fabio Tortosa sui fatti della Diaz: “C’è una parte dello Stato non democratica che va rimossa” e ancora “dobbiamo vivificare la solidarietà che è l’anima della Costituzione affinché non ci siano più drammi come quello del Canale di Sicilia”. Democrazia, immigrazione ma anche lavoro e uguaglianza dell’intervento del Presidente dell’ANPI: “E’ vera libertà quella in cui non sono tutti uguali?”. In conclusione Smuraglia ha ricordato come la Resistenza sia stata un atto di coraggio e volontà “senza calcoli di nessun genere: chi avrebbe mai pensato di farcela?”.
Durante l’intervento del Presidente dell’ANPI alcuni appartenenti ai centri sociali dopo essersi arrampicati su un’impalcatura hanno esposto uno striscione provocatorio contro la Lega Nord e il Partito Democratico. Proprio il Partito Democratico è stato tra i protagonisti di un altro momento di tensione in cui alcuni manifestanti hanno contestato la Brigata Ebraica prontamente "difesa" dallo stesso Partito Democratico.
Affidati a Lella Costa i saluti conclusivi. Dopo aver letto un brano tratto da Notti di pace occidentale di Antonella Anedda, l'attrice milanese ha salutato la piazza con sarcasmo: “Trovo inelegante che si cambi la costituzione se non si riesce ad applicarla”.
Una celebrazione dunque non retorica, quella di questi settanta anni di libertà, che, con grande partecipazione popolare ripropone il tema della vivificazione dei valori della Resistenza, costantemente messi a rischio da vecchie e nuove tendenze, spesso tra loro contrapposte, ma con l'obiettivo sostanziale di desertificare lo spirito democratico del Paese.
Foto liberamente tratta dal profilo Facebook dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia