Venerdì, 12 Maggio 2017 00:00

Benvenuti a Legalopoli

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Legalità, una parola che "tutti" apprezziamo ma che può significare tutto o niente.

Se parliamo di legalità in maniera ortodossa,allora anche il regime fascista era rispettoso della legge poiché rispettava le leggi che esso stesso aveva creato.

 

Oppure, era anche legale l'apartheid in Sudafrica, anzi colui che violava la legge era un difensore dei diritti umani come Nelson Mandela.

Perciò credo che dovremmo essere tutti d'accordo che la legalità dovrebbe essere accompagnata da un principio fondamentale di giustizia sociale.

Ad esempio, c'è una città, la città di Legalopoli, una cittadina di 38000 abitanti che sta vivendo una situazione socio-economica tragica.

Una città che è stata violentata ripetutamente da una classe politica arrivista, dai palazzinari, da alcuni dirigenti che hanno fatto i loro interessi, da una miniera di cui Dio non voglia si sappia qualcosa, et cetera.

Questo triste elenco finisce con un et cetera, poiché l'elenco sarebbe troppo lungo e non basterebbe un articolo per elencare gli esempi di speculazione che Legalopoli ha subito e sta subendo.

Uno degli esempi più palesi di questa speculazione, è il porto turistico.

Un porto turistico privato sorto cementificando una spiaggia e con delle "villette" che pare sorgano a meno di 150 metri dal mare.

Oppure sarebbe interessante parlare di quel conflitto di interesse scovato da quei "pazzi" del comitato NoTriv che coinvolge Eni e un Dirigente di spicco del Dipartimento Urbanistica. Leggendo quest'articolo penserete che Legalopoli sia la terra di nessuno dove non si muove foglia che il mafioso di turno non voglia... e invece vi sbagliate, voi gente malfidata.

Perché a Legalopoli, le istituzioni stanno combattendo il fenomeno dell'abusivismo. L'abusivismo edilizio ha la sua esplosione a Legalopoli tra gli anni '70 e '80: ognuno fa ciò che vuole, c'è chi costruisce in riva al mare e magari chi si è fatto un palazzone di quattro piani. La domanda che verrebbe spontaneo porsi è: dove erano le istituzioni competenti mentre le persone costruivano abusivamente?

Una domanda più che legittima, a cui ahimè non si riesce a dar risposta.

La cosa che si può affermare con certezza, però, è che lo Stato fu complice in queste circostanze.

Ma ora a Legalopoli sta ritornando la legalità perché si stanno incominciando a demolire queste abitazioni, però il modus operandi di queste demolizioni è molto particolare, poiché la lista degli immobili in demolizione (un documento pubblico) non viene consegnata neanche su richiesta.

Oppure perché non si capisce in che maniera viene smaltito e dove viene trasferito il materiale di risulta delle case abbattute?

Queste demolizioni non stanno combattendo l'abusivismo edilizio, anzi stanno dando un messaggio sbagliato. Gli unici che stanno pagando sono i proprietari degli immobili, mentre invece i veri colpevoli, coloro che non hanno vigilato e coloro che si sono arricchiti con la speculazione edilizia, non pagheranno nulla, anzi continueranno ad occupare i loro posti di potere.

Tralasciando delle piccolezze come le demolizioni, i tumori, i 5 milioni di euro di oneri di urbanizzazione del porto turistico, che sono stati “dimenticati”, e tralasciando un bel po' di mafia, a Legalopoli tutto va bene. 

Immagine liberamente tratta da www.ilcambiamento.it.

Dario Tardino

Nato a Licata (AG), ho 15 anni e sono uno studente del Liceo delle Scienze Umane.
Svolgo attività a Licata dove ho fondato insieme ad altri ragazzi un collettivo politico e a Varese dove collaboro con il giornale di UDS “Idee Fuoriclasse”.

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