Nei precedenti articoli abbiamo fatto il punto sulle lotte e la vita degli afroamericani nella letteratura e nel cinema. L’arte che diventa militanza e osservatorio privilegiato di una situazione umana e politica sempre sul punto di esplodere. Ma la storia degli afroamericani è anche quella dei tanti che si sono ribellati alla violenza e repressione razzista dei bianchi.
Ogni volta che da bambino guardavo Mary Poppins (1964) la battuta che più mi rimaneva in mente era sempre quella dello spazzacamino Bert, che dice ai bambini (i quali hanno appena provocato un panico finanziario): «Voi avete la mamma che si occupa di voi, e Mary Poppins, e l’agente Jones, e me. Chi si occupa di vostro padre, ditemelo un po’. Quando gli accade qualcosa di brutto che cosa fa? Deve sbrigarsela da solo. A chi può raccontarlo? A nessuno. E a casa non parla dei suoi guai. Lui continua a fare il suo lavoro, senza lamentarsi, solo e silenzioso». Forse era perché mio padre lavorava in banca come George Banks, e gli assomigliava perfino fisicamente, e in effetti non gli avevo mai sentito proferire uno sfogo per motivi di lavoro.
Detta anche Rivoluzione di Novembre, nonostante fosse iniziata ad ottobre e il suo culmine sia giunto nei mesi di dicembre del 1918 e gennaio 1919, è altresì conosciuta come la "rivoluzione tradita”. Si tratta della Rivoluzione tedesca. L'Impero tedesco era retto da una monarchia costituzionale. Nel Reichstag l'unico partito politico nell'Impero a sostenere apertamente una forma di stato repubblicana fu quello socialdemocratico.
Negli scorsi articoli ho tentato di dar corpo a un’analisi sul razzismo nascosto dietro gli slogan marxisti leninisti dei rossobruni e di collegare questa deriva dell’essere umano ai nefasti danni del colonialismo. Questo perché sono convinto che il problema dell’odio razziale non sia solo frutto di ignoranza o un problema di educazione ma che abbia a che fare con la natura socio-economica del mondo occidentale.
Sul rossobrunismo (II)
[La prima parte qui]
Mentre mi accingo a scrivere questa seconda parte di una riflessione dedicata al rossobrunismo, mi viene spontanea una domanda: “Ma è davvero così importante scrivere su/di esso?” Mi faccio questa domanda perché risulta evidente che i problemi comuni a noi italiani sono altri: il lavoro, il razzismo, l’incapacità delle opposizioni di saper contrastare le derive xenofobe e populiste delle destre. Nondimeno credo che spingere i compagni a riflettere sul pericolo di sottostare alla confusione ideologica non possa esser sottovalutato.
L'attentato al presidente Maduro e la situazione in Sud America
Il 4 agosto una serie di esplosivi trasportati da droni ha preso di mira il Presidente venezuelano Maduro, che presenziava ad una parata militare a Caracas. L’attentato ha ferito sette persone ma lasciato illeso l’inquilino di Miraflores, che lo ha subito attribuito a una connessione tra l’estrema destra interna e una cospirazione basata a Miami e a Bogotá, dove riceverebbe l’appoggio del Presidente colombiano (uscente) Juan Manuel Santos. Una rivendicazione è giunta successivamente dai “Soldados de franelas”, i cui toni e argomenti richiamano quelli delle mobilitazioni di piazza della destra venezuelana.
Lo stesso giorno, il Partito dei Lavoratori brasiliano ha ufficialmente nominato Lula, in carcere dal 7 aprile, come candidato alla Presidenza per le elezioni di ottobre.
Sankara le peuple africain te réclame: omaggio di un fiero burkinabé
«Non è possibile effettuare un cambiamento fondamentale senza una certa dose di follia. In questo caso si tratta di non conformità: il coraggio di voltare le spalle alle vecchie formule, il coraggio di inventare il futuro. Ci sono voluti i pazzi di ieri per permetterci di agire con estrema chiarezza oggi. Voglio essere uno di quei pazzi. Dobbiamo avere il coraggio di inventare il futuro.»
L’Africa, con la complicità dell’Occidente, ha rigettato il suo figlio più combattivo. Un infanticidio che ha rubato il futuro e le speranze del suo popolo.
Di cambiamenti climatici, conflitti e generalizzazioni
Numerose ricerche correlano cambiamento climatico e conflitti, ma la prima review mette in discussione la generalizzazione dei loro risultati, sollecitando alcune riflessioni anche sul nostro modo di leggere i fenomeni geograficamente e culturalmente “lontani da noi”.
“Orientalismo”, 40 anni dopo
Nel 1978 usciva il celebre saggio di Edward Said, un ripensamento critico del rapporto fra oriente e occidente
L’Oriente misterioso, l’Oriente minaccioso, l’Oriente sensuale, l’Oriente dispotico, l’Oriente immutabile.
Una lunga tradizione di pensiero ci ha portato a plasmare una solida immagine di tutto ciò che abbiamo voluto identificare come altro.
Sul dibattito riguardo le ONG
La questione migratoria in Italia continua a essere al centro di vivaci dibattiti politici. In particolare, negli ultimi mesi si è accesa una vigorosa polemica sul ruolo delle organizzazioni non governative che partecipano alle operazioni di salvataggio in mare dei migranti. L'apertura di un'inchiesta da parte della Procura di Trapani sull'operato di alcune persone fisiche appartenenti a queste organizzazioni e di cui si ipotizza il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ha sollevato un polverone, peraltro ben presto alimentato dalle dichiarazioni di alcuni esponenti di M5S e Lega che denunciano presunti accordi fra volontari e operatori umanitari con scafisti e trafficanti di uomini.
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