Sabato, 12 Ottobre 2013 00:00

Perché ancora sì ai partiti

Se la nostra fosse una società di uguali, nella quale le differenze di condizioni economiche e livelli culturali fossero annullate o anche tollerabili; nella quale a coloro che alla nascita, per un qualsiasi accidente della vita o per invecchiamento avessero perduto alcune capacità naturali (vista, udito, parola, mobilità, …) fosse provveduto ad una forte riduzione delle condizioni di svantaggio nei confronti degli altri; nella quale non vi fosse alcuna discriminazione di classe, colore della pelle, religione, orientamento sessuale, … . Allora sì che potremmo fare a meno dei partiti politici!

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La domanda con la quale Mercedes Frias ha aperto l'incontro con Bill Fletcher organizzato dall'associazione Prendiamo la parola lo scorso 21 settembre al Circolo Le Torri a Firenze non poteva fornire un migliore spunto: è possibile pensare, nell'Italia di oggi, ad un'alleanza a sinistra che riesca a costituire il filo conduttore per la creazione di un fronte trasversale in difesa (ed organizzazione, aggiungo) tra gli esclusi?

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Il Frentani pieno come non mai, questa la primissima immagine che giunge dall'iniziativa per la difesa e l'applicazione della Costituzione lanciata dal segretario FIOM Maurizio Landini e dal giurista Stefano Rodotà. I lavori sono stati aperti proprio da una relazione di quest'ultimo che ha espresso con forza la propria contrarietà all'idea – diffusa non tra pochi – che la Carta sia un “ferro vecchio”, ma che invece rappresenta un'idea avanzata di Paese, già dal suo primo articolo “fondamento della tenuta democratica del Paese”, e dal terzo che, a fronte di un'Italia che ha visto sempre più crescere le diseguaglianze, afferma che è compito della Repubblica ridurle. La difesa della Costituzione dunque come fondamentale passo per la “promozione di una diversa idea di società rispetto a chi vuole svuotarla”.

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Dall'alleanza con il PdL alle vicende interne al PD passando per la costruzione di un campo largo del centro-sinistra, temi oggetto di un ampio dibattito tra le varie aree di quella che una volta (sembra passato un secolo) era l'Unione: di seguito le opinioni dell'ex Segretario generale della CGIL ed oggi europarlamentare Sergio Cofferati.

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Mercoledì, 29 Maggio 2013 23:38

Gli eterni giovani della politica italiana

Che la politica italiana sia in gran parte composta da inossidabili culi di piombo è fatto ormai evidente a tutti. Sono veramente troppi coloro che detengono il medesimo ruolo da anni.

Quello che meno appare è che l’occupazione di ogni spazio di potere non è limitato alla sola politica e non è prerogativa esclusiva delle vecchie generazioni. Basta guardarsi intorno per scoprire che sono centinaia i personaggi che occupano la stessa posizione di potere da anni. Ciò accade nel giornalismo come nell’università, nell’economia come nello sport.

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Quando nel luglio del 2010 feci la mia prima tessera al Partito della Rifondazione Comunista, entrando a far parte della Federazione fiorentina, una delle prime cose che mi furono raccontate fu l'esperienza di alcuni compagni toscani che avevano messo in piedi il progetto de L'Aurora. Ricordo ancora un viaggio in treno verso Empoli, per andare a fare servizio alla festa provinciale dell'A.N.P.I., in cui mi venne descritto il clima di brio intellettuale, di confronto e le punte di avanguardie raggiunte da questo progetto editoriale, nato nel 2005 e rimasto vivo fino alla metà del 2007. I compagni che decisero di prendere parte a quell'avventura sentivano la necessità di provare ad aprire un confronto franco ed approfondito, che avesse la capacità di andare aldilà delle separazioni organizzative e dei paletti che queste impongono. Aveva la genuina presunzione di costruire anche in Italia una sinistra unita, non subalterna e veramente rappresentativa delle istanze delle classi che ancora oggi, anche se con modalità diverse, sentono attorno al proprio collo il giogo del capitalismo.

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Martedì, 07 Maggio 2013 00:00

Barca di speranze - Un ex ministro a Firenze

Il Puccini è pieno, più della chiusura della campagna elettorale della Sinistra Arcobaleno (Bertinotti-Ginsborg), più dell’assemblea nazionale di Alba, più di tanti altri appuntamenti e passaggi che si sono consumati nel teatro fiorentino.

Si inizia in orario, con le domande di Sergio Staino che rompono ogni tanto il clima ovattato che circonda l’evento. 

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Giovedì, 02 Maggio 2013 21:53

Senza lavoro l'Italia muore?

La ricorrenza del 1° maggio imporrebbe a tutti, prima di invischiarsi nella battaglia politica, una seria e profonda riflessione sul lavoro e sul senso del lavoro nella nostra società e nel mondo globalizzato.

Purtroppo, e qui faccio anche autocritica, spesso si parla sull'onda dell'emotività e non si riesce ad avere un punto di vista quanto meno rispettoso. L'esempio negativo in questo senso arriva ancora una volta da Grillo che, non so quanto intenzionalmente, si fa prendere dalla verve polemica e confonde la storia gloriosa del 1°maggio con la polemica politica e sindacale.

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Nel Salone del Podestà non si entra già dopo mezz’ora dall’apertura dei cancelli. Chi resta fuori si raduna davanti agli schermi che sono stati posti in altri punti del Palazzo di Piazza Maggiore. Non è un seminario, come qualcuno aveva descritto l’evento. Si tratta di una partecipazione inattesa, soprattutto per gli organizzatori.

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Mercoledì, 24 Aprile 2013 23:41

Antifascismo spiegato ai ragazzi

Personalmente, ogni anno che passa, all'avvicinarsi del 25 aprile, una riflessione sulla Festa della Liberazione mi resta sempre più difficile. L'inizio della mia attività politica, quella “seria”, è avvenuto all'interno dell'ANPI e sono anni che faccio tutto il possibile per mantenere un impegno costante all'interno dell'associazione. Ma più che il tempo passa e più che una contraddizione emerge, acquista sempre più visibilità: i numeri degli “antifascisti” crescono a dismisura ma le piazze si svuotano e il 25 diventa sempre più la festa delle celebrazioni di convenienza. La commemorazione antifascista, soprattutto nella nostra rossa Toscana, è praticamente di dovere ma il punto sul quale ci stiamo scervellando da anni è come fare per far capire alle persone che se l'antifascismo resta solo un mucchio di parole è inutile, rimane un residuo storico. Importante, ci mancherebbe, ma una semplice medaglietta che ci ricorda, una volta all'anno, come è che siamo arrivati al momento che viviamo.

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