Nata a Firenze il 17 novembre 1983 ha quasi sempre vissuto a Lastra a Signa (dopo una breve parentesi sandonninese). Ha studiato Lingue e Letterature Straniere presso l'Università di Firenze. Attualmente, da circa 5 anni, lavora presso il comitato regionale dell'Arci.
Genesi dell'anti-scienza
Negli ultimi tempi ha preso piede una nuova modalità di approcciarsi ai temi che riguardano la propria salute: sempre più persone mettono in dubbio le diagnosi dei medici e pretendono di trovare strade alternative per interpretare il malessere che li affligge, e spesso anche per porvi rimedio. Da questo atteggiamento nasce un clima di sempre maggiore sfiducia fra pazienti e medici. Per questo, se da una parte i primi sono sempre sul chi vive, pronti a sottolineare e sanzionare qualsiasi errore dei camici bianchi, i secondi sempre più spesso adottano la cosiddetta "medicina difensiva", tesa non a fare il bene del paziente, ma a cautelarsi il più possibile da eventuali errori. Quindi aumentano le richieste di esami diagnostici, talvolta non necessari, e di conseguenza le spese per il SSN.
Lavoro, AAA supereroe cercasi!
Valerio Catoia, il ragazzo con sindrome di Down saltato questa estate agli onori della cronaca per aver salvato una bambina che stava annegando, avrà presto un lavoro come bagnino.
Lieto fine, meritata ricompensa per una buona azione. Ma siamo davvero sicuri che sia così? Siamo convinti che sia necessario ed indispensabile essere supereroi per ottenere una cosa che dovrebbe essere un diritto di ognuno? Davvero riteniamo giusto che una persona normale non possa trovare un lavoro?
Essere di sinistra in sicurezza
Ogni volta la stessa storia: appena nell'aria inizia a sentirsi odore di elezioni, i partiti di destra fanno a gara a chi la spara più grossa per garantire, almeno a parole, la sicurezza del cittadino. Sui giornali si susseguono fatti di cronaca che raccontano nefandezze di ogni tipo, spesso perpetrate dallo straniero ai danni del povero indifeso cittadino. La ricetta di salvezza? Presto detto: votare a destra!
La bambina down rifiutata e la patente di bontà
Sta facendo scalpore il caso della bambina down rifiutata da ben 7 genitori adottivi, prima di riuscire a trovare un nido che la accolga. Giustamente dispiace leggere che proprio chi avrebbe più bisogno di amore e protezione si trovi davanti una corsa ad ostacoli per raggiungere un diritto imprescindibile, secondo i più.
D'altronde però se andiamo oltre, e credo sia indispensabile farlo, la prima impressione di pancia, ci rendiamo conto che crescere un bambino con una qualsiasi problematica richiede maggiori qualità da parte dei genitori, quindi è perfettamente normale che qualcuno non se la senta. Infatti accogliere un bambino nella propria famiglia non è una cosa momentanea, ma qualcosa che ti cambia la vita, tua e degli altri. È necessario, indispensabile, fare una seria riflessione sul perché e percome ci accingiamo a un tale passo, per capire se una cosa che fa per noi o che, al contrario, potrà avere delle conseguenze negative sul mondo che ci circonda.
Tempi di lavoro e tempi di vita
Come si deve comportare il mondo del lavoro di fronte a l'annosa questione degli edifici che, per la loro stessa funzione, devono restare aperti anche nei giorni in cui l'uomo comune è libero di starsene a casa con la famiglia? Va da sé che nessuno penserebbe mai di chiudere un Pronto Soccorso perché è sabato oppure Natale. Ma, che fare in quei casi che non rientrano nella definizione di servizio essenziale?
Il diritto di pregare
Tutti gli esseri umani hanno pari doveri e pari diritti. Questo è un assunto fondamentale per il buon funzionamento della nostra società, un assunto imprescindibile perché nessuno si senta un cittadino di 'serie B' davanti alla legge.
Perché tutti parlano del terrorismo?
Perché tutti parlano del terrorismo? (Spesso a sproposito).
Ci risiamo: anche a Barcellona è arrivato il terrorismo, un attentato 'firmato' Isis (e pare altri due nelle ultime ore, uno in Germania ed un altro addirittura in Finlandia). Oltre al naturale sgomento per quanto accaduto e al cordoglio per le vittime (e un po' di umana paura) c'è un'altra piaga che ossessiona il 'day after': i discorsi della gente che, da una parte e dall'altra, si susseguono sempre uguali ad ogni occasione.
La Rete di Protezione: ancora Camilleri, ancora Montalbano
"C'era una volta a Vigata": così potrebbe iniziare l'ultimo romanzo di Andrea Camilleri, "La Rete di Protezione", dedicato alle avventure del Commissario Montalbano. Infatti la location delle vicende narrate sembra provenire dal passato, dalla Vigata di cinquant'anni fa, quella ricostruita per far da sfondo a una fiction televisiva.
Montalbano, pur non convinto di tutto questo "teatro", si trova a dover fare buon viso a cattivo gioco: approfittando del fatto che che Vigata vive un'insolita calma e assenza di "ammazzatine" decide di andare a trovare Livia, la storica fidanzata di Boccadasse. Ma non si deve credere che tutto il libro ci parli di Montalbano in panciolle, anzi il nostro commissario si trova a fare i conti con ben due indagini: la prima viene dal passato e riguarda... Un muro!
Da tempo ormai tiene banco la storia di Charlie Gard, bambino inglese con una grave patologia a cui i medici vogliono staccare la spina, nonostante l'opposizione dei genitori.
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