Nato a Chieti il 26 maggio del 1990, ho studiato presso l’Università di Pisa conseguendo la laurea magistrale in Filosofia e forme del Sapere, con una tesi in ermeneutica, filosofia morale e politica (problematizzando il pensiero di Eric Weil). Da sempre impegnato nell’associazionismo, ho fatto parte, nel corso degli anni, di movimenti e sindacati studenteschi, come di gruppi di ricerca dell’università pisana. Mi occupo principalmente di politica nazionale ed internazionale, cultura, scuola e università.
“Dovrei chiedere scusa a me stessa, per aver creduto di non essere mai abbastanza”. Così diceva Alda Merini, così noi oggi lo ricordiamo. Non a caso, certo. Proprio lo scorso 4, 5 e 6 aprile, infatti, alla stazione Leopolda, a Pisa, si fa notare un bel numero di persone che con cartelli, volantini e striscioni contesta l’iniziativa commerciale “Quello che le donne vogliono”, iniziativa patrocinata dal Comune di Pisa e dalla Provincia. L’evento aveva per scopo quello di mostrare quali sarebbero gli interessi e le passioni delle donne, quello che le donne, appunto, desiderano per la loro vita. E quali sarebbero queste passioni che gli organizzatori dell’evento avevano in mente? Che cosa desidera per la sua vita una donna del nostro tempo? A detta dell’iniziativa, “tre giorni dedicati alla Donna ed alle sue passioni”, una donna, penserebbe esclusivamente a abbronzature, acconciature, trucchi, massaggi, danza, shopping, cucito… Queste, infatti, sono le attività che si sono svolte all’interno della stazione Leopolda.
Sosteniamo Pereira presenta Scritti di Calcio: una serata all’insegna di un calcio diverso
Locale “Quintal”, che in portoghese sta a significare una tipologia di casa di campagna. Musica, risate e storie di calcio, ma non solo. E lì, a Lisbona, che qualche settimana fa il blog “Sosteniamo Pereira” presenta il blog “Scritti di Calcio”. Un blog che parla della cultura, della storia e della realtà portoghese che presenta, nella capitale, una realtà on-line che pian piano si inizia ad affermare e che nasce come… soluzione alla non pubblicazione di tante storie sul calcio, su un calcio differente.
Alla fine del mese di ottobre e nei primi giorni di novembre, a Lisbona si sono concentrate le manifestazioni di “Que se lixe a Troika!” e del principale sindacato del paese, la CGTP. È facile immaginare le motivazioni: con la nuova riforma finanziaria, che è stata approvata a maggioranza nello scorso primo di novembre mentre i lavoratori manifestavano di fronte al parlamento, si vanno a tagliare 700 milioni di euro alla spesa pubblica. Come? Naturalmente facendo ricadere il peso dell’austerità e delle misure imposte dalla Troika sui lavoratori, sui precari, sui pensionati e sui dipendenti pubblici.
Dopo gli esiti delle elezioni comunali di Lisbona dello scorso 30 settembre, inizia l’autunno caldo portoghese: durante il mese di ottobre, girando per le strade della capitale, già si vedono presidi, manifestazioni, cortei. Azioni che possono essere solo la logica prosecuzione del messaggio che è stato lanciato dai cittadini lisbonesi andati alle urne: le politiche di austerity imposte dalla Troika stanno mettendo a dura prova la capacità dei partiti di centro destra di raccogliere consenso e credibilità.
Era il capodanno del 1969. Davanti al locale “La Bussola” a Le Focette, in Versilia, si consumava una delle tante tragedie che hanno avvolto e continuano ad avvolgere il nostro Paese. E’ noto come quella notte i giovani esponenti di Potere Operaio pisano, assieme ad Adriano Sofri, si recarono di fronte al locale per contestare, con lanci di uova, i “padroni” delle aziende locali, i quali andavano a festeggiare proprio alla Bussola l’inizio del nuovo anno, “a brindare dopo un anno di sfruttamento” come ricordano le parole del cantautore Pino Masi, mentre ci racconta, nella sua famosa canzone, l’immagine di quella serata.
Una delle ultime mosse del Ministro Profumo è stata quella di permettere l’emanazione del decreto 47, decreto che va a legiferare su Autovalutazione, Valutazione, Accreditamento dei corsi di laurea dei diversi Atenei italiani. Se si va ad analizzare tali misure legislative, si capisce come si continuino a proseguire politiche finalizzate a destrutturare il sistema universitario pubblico: cerchiamo di capire il perché.
In questi ultimi giorni non si può negare che la politica del paese stia danzando in modo piuttosto goffo e spaventato. Ma in realtà stiamo danzando tutti ormai, da diversi anni. Danzano, cercando di non cadere a terra, molti personaggi dell’ultima ora che si improvvisano ballerini di prima classe, ma anche e soprattutto tutte quelle parti della società che cercano di non continuare a farsi pestare troppo i piedi. Dopo la destrutturazione del sistema di welfare, dell’università pubblica e del diritto allo studio, dopo la perdita dei diritti sul lavoro abbiamo assistito a un vero e proprio tsunami, ovviamente quello del Movimento 5 stelle.
È in Via Battichiodi, presso i locali dell’ex Caracol, che mercoledì 30 gennaio si è svolta l’iniziativa dei giovani comunisti pisani su precarietà e reddito, su tematiche che sempre più, soprattutto in questo periodo di campagna elettorale, diventano cruciali e determinanti per le così definite agende politiche dei partiti e delle coalizioni in campo. Precarietà e diminuzione dell’efficacia dello stato sociale diventano, oggi, non solo temi di propaganda politica, ma anche problemi reali che prendono vita in modo sempre più violento nella realtà di tutti i giorni. Ed ecco perché l’iniziativa è stata rivolta, in particolare, a coloro che hanno riempito i locali dell’ex Caracol: i giovani, nuovi funamboli della società contemporanea, coloro che rimangono in bilico tra la necessità e la speranza di poter accedere al mondo del lavoro. Al tavolo dei relatori sedevano esponenti sia del mondo giovanile, della rappresentanza universitaria e dei movimenti come Guido Cioni di “Sinistra per…” e Maria Scermino di “Io voglio restare” sia un esponente di rilievo del partito di Rifondazione Comunista, Roberta Fantozzi, capolista al Senato per la lista Rivoluzione Civile; a moderare è Stefano Carlesi, responsabile regionale lavoro dei GC.
Pochi giorni fa, ci sono stati importanti appuntamenti all’interno delle mura del Polo Carmignani dell’Università di Pisa. Il 17 dicembre ADI, ANDU, Conpass, Flc Cgil, Filcams Cgil, e l’organizzazione studentesca “Sinistra per…” convocano un’assemblea per confrontarsi sulle scelte e sulle linee politiche che, anche quest’anno, l’Ateneo pisano ha dovuto intraprendere per l’approvazione del bilancio dell’Università.
Il giorno successivo, non a caso, si sarebbe riunita la comunità accademica tutta per condividere e partecipare alle scelte finanziarie ed economiche formalizzate nel bilancio, attraverso l’esposizione dei dati. Certo, tutte le strutture sottolineano che questi sono stati gli unici due incontri che sono stati svolti, a livello più o meno pubblico, per portare avanti un confronto democratico sul tema, prima della sua approvazione definitiva. Che cosa si è visto la mattina del 18 dicembre? Numeri, certo. Ma soprattutto scelte di natura politica. Quello che si scopre è sicuramente, una conservazione dei fondi destinati ai servizi degli studenti, tentativi di riqualificazione del patrimonio immobiliare dell’Ateneo, razionalizzazione delle risorse per tentare di fronteggiare gli ulteriori tagli che, sistematicamente, si abbattono sull’università pubblica.
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