Giovedì, 14 Aprile 2016 00:00

Valle dei Templi o valle degli scempi?

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Valle dei Templi o valle degli scempi?

"La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
‪Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione."

Un dogma, non solo per chi lavora nel settore dei beni culturali, ma anche e soprattutto per i cittadini e le cittadine dello stivale stabilito dall'articolo 9 della nostra Costituzione. Non è un caso che termini come tutela paesaggio e patrimonio siano interconnessi assieme all'interno di una legge fondamentale dello Stato, del resto tutelare il territorio significa difendere le collettività che per secoli hanno caratterizzato lo stesso.

Col passare degli anni politiche sempre più discutibili e poco trasparenti hanno portato a catalogare il paesaggio come mero elemento di contorno, peggio ancora la più classica delle “bad company” (definizione usata da Settis in un articolo apparso su Repubblica lo scorso 4 Febbraio, leggi qui). Lo scandalo pendente sui terreni attigui alla bellissima Valle dei Templi, sito di indefinibile valore, testimonianza viva dell'antica colonia greca di Akragas/Agrigento trascina con se i dubbi più cupi rispetto alla volontà di amministratori ed enti di occuparsi del bene collettivo.

La vicenda è nota: numerosi risultano infatti i terreni venduti dalla Regione a privati senza alcuna procedura a evidenza pubblica con l'aggravante di acquisizioni a prezzi minimi. Gli appezzamenti della discordia al momento sono circa 40 e tra questi anche una porzione di Villa Genuardi, sede della Soprintendenza di Agrigento, ceduto ormai tre anni fa alla società Tas, ente privato gestore di un albergo sito nei pressi delle grandi evidenze archeologiche. Gli intrecci non finiscono poiché la suddetta società, fa riferimento allo studio legale Sinatra, suocero del deputato Riccardo Gallo Afflitto (Forza Italia). L'areale sottoposto a stretto vincolo paesaggistico e archeologico, e quindi, di fatto, assolutamente inedificabile. Un'inchiesta che vedrà sviluppi già in questi giorni e che coinvolge, come ente garante dell'iter giuridico, il dipartimento Finanze della Regione Sicilia. L'ente valuterà la congruità delle vendite e la stessa procedura che ad oggi risulta essere poco chiara. Il dirigente del dipartimento, Guiovanni Bologna, in questione ha avviato al procedura di revoca dell'acquisizione della porzione riguardante Villa Genuardi, spiegando che la società acquirente (Tas ndr) ha tempo fino a 30 giorni pre presentare la documentazione sulla compravendita, altrimenti l'acquisizione sarà dichiarata nulla.

La vicenda agrigentina riaccende i riflettori sulla salvaguardia del territorio, soprattutto alla luce dei dati che riguardano il consumo di suolo in Italia (rapporto ISPRA ndr) che sono e restano allarmanti. Il tutto poi si unisce alla lotta all’abusivismo che da anni prova a risanare scempi; ecco perché il quadro scaturito da quest’inchiesta stona col trionfalismo mediatico delle demolizione degli abusivi effettuate lo scorso Autunno all’interno dell’area vincolata. La collaborazioni di enti a presidio della difesa dell'identità storica del territorio e delle sue collettività in questa fase è necessaria, e risulta quasi assurdo pensare che sia stato dato il placet ad una acquisizione di terreni appartenenti alla Soprintendenza. È evidente, d'altra parte, che va rafforzato il legame tra cittadini e territorio; una mission necessaria se l'idea della tutela e della salvaguardia risulta preponderante rispetto a privatizzazioni insensate e dannose.

Ultima modifica il Mercoledì, 13 Aprile 2016 12:58
Andrea Incorvaia

Nato a Locri (RC), il 28 Febbraio 1988, attualmente vivo per studio a Pisa. Sono un allievo specializzando presso la scuola di specializzazione in beni archeologici dell’Università di Pisa, dopo essermi laureato in Archeologia nel 2012. I miei interessi spaziano dall’ambito culturale (beni storico-archeologici soprattutto), alla tutela e alla salvaguardia del paesaggio. Svolgo attività politica nella città che mi ospita e faccio parte di un sindacato studentesco universitario.

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