Marco Saccardi

Marco Saccardi

Nato a Bagno a Ripoli (FI) il 13 settembre 1990, sono uno studente laureato alla triennale di Storia Contemporanea presso l’Università di Firenze, adesso laureando alla magistrale di Scienze Storiche. Appassionato di Politica, amante della Storia, sono “fuggito” dal PD dopo anni di militanza e sono alla ricerca di una collocazione politica, nel vuoto della sinistra italiana. Malato di Fiorentina e di calcio, quando gioca la viola non sono reperibile. Inoltre mi ritengo particolarmente nerd, divoratore di libri, film e serie tv.

L’aquila e la croce: il Sacro Romano Impero e i suoi limiti

L’Europa medievale è un affresco meraviglioso ricco di personaggi fondamentali per la storia europea e mondiale. Un periodo segnato dalla costruzione: si gettano le basi del pensiero politico europeo, delle strutture sociali, delle strutture politiche per i secoli successivi. Per troppo tempo additato come un periodo buio dalla tradizione storiografica illuminista e soprattutto ottocentesca, abbagliati dai miti della modernità e del progresso. Secoli di miti e di orizzonti immaginari che sono giunti sino a noi, grazie ai grandi uomini di cultura di quel tempo che si sono lasciati sedurre da quest’ultimi.

Rex Pater Europae: Carlo Magno e l’Impero carolingio

L’Europa fino all’VIII secolo d.C. visse un periodo di profonda e travagliata trasformazione, identificato nella storiografia come un periodo di crisi. La caduta dell’Impero romano d’Occidente e le massicce migrazioni di popolazioni nel continente segnarono profondamente questo passaggio dall’antichità all’Alto Medioevo. La sconfitta nel 534 dei Vandali e la decadenza del ruolo di Roma come città imperiale, consacrarono Costantinopoli e l’Impero romano d’Oriente come riconosciuti successori e detentori del titolo imperiale. Alla città eterna, al tramonto dell’Impero romano, non rimase che il titolo contestato da Costantinopoli del primato petrino del vescovo di Roma nelle gerarchie ecclesiastiche cristiane, riconosciuto al Concilio di Nicea del 325 d.C.

Teutoburgo: la tomba del sogno di un Impero romano germanico

Un impero bruno e biondo, questo era il sogno di Ottaviano, dopo aver ricevuto dal Senato romano il titolo di Augusto (“degno di venerazione e di onore”) e successivamente la carica di Princeps (“primo cittadino”) nel 19 a.C. Dopo le guerre e conquiste repubblicane precedenti culminate nella grande conquista della Gallia con Giulio Cesare, si era diffuso nella Repubblica l’idea di un imperium senza fine, uno stato romano civilizzato in continua espansione, quello che Cicerone definiva “l’unico luogo degno al mondo in cui vivere”.

La chiusura di questa campagna referendaria e i recentissimi fatti legati alla crisi di governo nel nostro paese con la nomina di Gentiloni come nuovo Presidente del Consiglio hanno accelerato la chiusura di una mia personale riflessione sul Movimento 5 Stelle.

Un cammino silenzioso, così potremmo definire lo spostamento via terra a piedi dei rifugiati da Siria, Afghanistan e dalle aree coinvolte dai combattimenti in Medio Oriente di questi ultimi anni. Contemporaneamente alle immagini drammatiche che ci giungono ogni giorno dai nostri telegiornali sui naufragi e disperati recuperi dei migranti nel Mediterraneo, un altro dramma si consuma dal Bosforo sino ai Monti Dinarici e oltre.

Animali Fantastici e dove trovarli: il magico universo espanso di J.K. Rowling

La pellicola che riporta sul grande schermo il mondo magico creato dal genio della scrittrice britannica più ricca di sempre è approdata nelle sale, senza grandi aspettative. Questo film sembrava un ennesimo prodotto di marketing finalizzato solamente ad accrescere il già cospicuo conto in banca della Rowling, chiedendosi come da un libriccino per bambini si potesse costruire una trama sensata.

Il grande dilemma a stelle e strisce: la paura di uno stato federale forte e ricerca del welfare

La vittoria di Donald Trump alle ultime presidenziali ha scatenato il panico. Si sono spese in questi ultimi giorni analisi dense di emozioni, enfatizzando una situazione che a uno storico statunitense può forse apparire meno fosca.

Leggi qui la prima parte...

La colonizzazione della Siberia venne utilizzata come “contenitore etnico” per molti dei gruppi nazionali deportati, un’operazione che ufficialmente era un proseguimento dell’opera di industrializzazione del paese ma nei fatti si trattò di una condanna all’isolamento e una lotta durissima contro gli stenti e la fame. L’utilizzo delle deportazioni organizzate dallo stato centrale seguendo le direttive di Stalin fu uno strumento per rimediare al caso generato dal repentino cambio della politica nei confronti delle nazionalità e delle esigenze economiche legate alla realizzazione dei piani quinquennali. Stalin vedeva nell’affermarsi in Europa del regime nazista in Germania, dello stato fascista in Italia e nella vittoria di Franco nella guerra civile spagnola i segnali di un imminente conflitto e cambiò radicalmente la politica interna, inasprendo la repressione del dissenso interno al partito e nella popolazione. Era necessario accelerare l’industrializzazione attraverso le requisizioni e combattere con ogni mezzo l’arretratezza delle regioni orientali dello stato sovietico. Inoltre, con il riaffermarsi del carattere nazionale russo, pose le basi per il sentimento patriottico russo sovietico che avrebbe accompagnato l’Unione Sovietica nel conflitto mondiale, alimentando così il fattore decisivo della Guerra Patriottica estremamente fondamentale per la vittoria sovietica.

Di ucraini, tatari e russi: l’Ucraina e le politiche nazionali sovietiche di Stalin

In questo nostro continente europeo, da troppi mesi mancano notizie sulla situazione in Ucraina e nelle repubbliche autonome della regione del Donbass. O perlomeno nei canali tradizionali di informazione nazionale e internazionale abilmente oscurati, per celare una situazione che non si è affatto conclusa con gli accordi di Minsk. Si continua a sparare, a morire, tra accuse reciproche e rapporti incompleti degli osservatori dell’OCSE. L’esercito ucraino sarebbe avanzato all’interno della fascia demilitarizzata e starebbe cercando di prendere il controllo di un tratto dell’autostrada Donetsk-Luhansk, per tagliare i collegamenti tra le due “capitali” ribelli. Mentre vi è la situazione degli sfollati, soprattutto nella regione intorno a Donetsk, sempre più critica e aggravata.

Per il Bene ariano superiore: Aktion T4 e purificazione del popolo tedesco

La memoria ormai è diventata sempre più una grande mensola, piena di soprammobili, nel quale le persone si sbracciano e litigano per spolverare e lucidare quello che più gli è caro. Agitandoseli contro, per utilizzarli come armi e feticci nei vivaci confronti politici contemporanei. Ma la memoria è più simile a una lunga fila di scaffali nascosti, pieni di libri polverosi che racchiudono storie dimenticate; perché certi soprammobili sono più grandi e più costosi, quindi più importanti ed è giusto metterli nelle mensole dei nostri salotti di discussione, sempre pronti all’uso.

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