Sabato, 30 Gennaio 2016 00:00

Per il Bene ariano superiore: Aktion T4 e purificazione del popolo tedesco

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Per il Bene ariano superiore: Aktion T4 e purificazione del popolo tedesco

La memoria ormai è diventata sempre più una grande mensola, piena di soprammobili, nel quale le persone si sbracciano e litigano per spolverare e lucidare quello che più gli è caro. Agitandoseli contro, per utilizzarli come armi e feticci nei vivaci confronti politici contemporanei. Ma la memoria è più simile a una lunga fila di scaffali nascosti, pieni di libri polverosi che racchiudono storie dimenticate; perché certi soprammobili sono più grandi e più costosi, quindi più importanti ed è giusto metterli nelle mensole dei nostri salotti di discussione, sempre pronti all’uso.

La storia, spesso dimenticata, presuntuosamente e forse banalmente narrata in questo breve scritto è ambientata in quella stessa Germania che decretò lo sterminio del popolo ebreo e di tante altre categorie di persone ritenute ostili e dannose al Terzo Reich. Ma inizia prima, non solo della scoperta nel maggio del 1945 che una struttura ospedaliera vicina alla sede logistica degli Alleati a Berlino continuava impunemente a uccidere; comincia prima anche dell’ordine approvato da Adolf Hitler nel 1939 che decretava l’eliminazione fisica di quelle persone che pesavano o rallentavano lo sforzo bellico tedesco. L’operazione T4 è l'abbreviazione di "Tiergartenstrasse 4", l'indirizzo del quartiere Tiergarten di Berlino dove era situato il quartier generale dalla Gemeinnützige Stiftung für Heil- und Anstaltspflege, l'ente pubblico per la salute e l'assistenza sociale (a due passi dal famoso zoo berlinese tanto caro alla mia generazione). L’Aktion T4 non era la sigla utilizzata dai tedeschi: questo programma speciale è denominato nei documenti del Reich come EU-AKtion o E-Aktion. La sigla EU e la lettera E abbreviavano il termine “Euthanasie”, ovvero eutanasia.

Ma le radici di questa operazione speciale vengono da lontano. Si ritrovano nell’Europa della Belle Époque, in quel periodo illuminato dal progresso scientifico e dalle scoperte tecnologiche che avrebbero definitivamente cambiato il nostro continente e l’intero pianeta, segnando un definitivo solco nella storia del genere umano. In quegli anni nacquero i primi manicomi, che inizialmente potevano assomigliare a delle strutture isolate abbellite e curate nel quale internare i malati di mente e i disabili. Il progresso scientifico e le ricerche darwiniane sull’evoluzione del genere umano (insieme alle scoperte di Mendel sulla genetica) degenerarono in dottrine puramente razziali, nella quale scienza e pregiudizi di ogni sorta si mescolavano in una disciplina che a noi contemporanei, grazie alle scoperte acquisite negli ultimi decenni, di scientifico hanno ben poco. Si svilupparono gli studi sull’eugenetica e si iniziò a praticare l’eutanasia, ricercando le origini di determinate patologie ereditarie e addirittura di collegamenti con i modelli comportamentali. Da qui si generano le scoperte del criminologo italiano Cesare Lombroso, padre dell’antropologia criminale. Lombroso arrivò ad affermare che alcuni criminali erano “nati per il male” e non potevano cambiare. Arrivando, quindi, a concludere che, poiché “l’atavismo ci rivela l’inefficacia della punizione per i criminali nati, si era di conseguenza costretti a eliminarli completamente, addirittura con la morte”. Per il medico italiano non solo gli appartenenti alle classi inferiori erano atavisticamente portati al crimine, ma anche interi gruppi. Gli epilettici, ad esempio. Uno di questi gruppi era anche quello dei disabili. Germania 1933: con l’avvento del regime nazionalsocialista di Hitler, si mise in moto l’enorme macchina di indottrinamento sotto l’egida del ministro per la Propaganda del Reich Joseph Goebbels. Tra i tanti obiettivi, quello di diffondere uno dei dogmi del Fuhrer, direttamente dalla sua autobiografia “Mein Kampf” : “Chi non è sano e degno di corpo e di spirito, non ha diritto di perpetuare le sue sofferenze nel corpo del suo bambino. Qui, lo Stato nazionale deve fornire un enorme lavoro educativo, che un giorno apparirà quale un'opera grandiosa, più grandiosa delle più vittoriose guerre della nostra epoca borghese”.

Il 14 luglio 1933 venne discussa dal parlamento tedesco la “Gesetz zur Verhütung erbkranken Nachwuchses” (Legge sulla prevenzione della nascita di persone affette da malattie ereditarie). Questa legge stabiliva la sterilizzazione forzata di persone affette da una serie di “malattie ereditarie” tra le quali schizofrenia, epilessia, cecità, sordità, corea di Huntington e ritardo mentale. Inoltre la legge prevedeva la sterilizzazione degli alcoolisti cronici. Pratiche già esistenti negli Stati Uniti, in Svezia, Danimarca, Norvegia e Gran Bretagna per molte delle presunte patologie ereditarie prima elencate. Ma non poteva bastare per l’igiene razziale del popolo tedesco e la sua applicazione portata avanti da Hitler e dal governo nazista. Rivendicando il diritto dell’uso alla eutanasia da parte dello Stato su cittadini disabili, malati ritenuti da medici tedeschi incurabili e individui socialmente inutili, il governo nazista progettò l’operazione comunemente nota come Aktion T4 per eliminare gli “ausmerzen”, “individui non in grandi di affrontare la marcia”, come racconta Marco Paolini nel suo spettacolo teatrale del 2011 sul programma speciale nazista. Il ministero dell'Interno attraverso speciali Erbgesundheitsgerichten («Tribunali per la sanità ereditaria») formati da tre membri: due medici ed un giudice distrettuale, incominciò il setaccio di ospedali psichiatrici e strutture ospedaliere alla ricerca degli individui da inserire nel programma speciale. Come anticipato precedentemente, Goebbels produsse due lungometraggi per giustificare e preparare la popolazione tedesca a questa epurazione: Das Erbe (tradotto “L'eredità”, film didattico e dichiaratamente scientifico che rappresentava le implicazioni mediche e sociali delle malattie ereditarie e che rappresentava l'idea nazista di darwinismo) e Opfer der Vergangenheit (tradotto Vittima del passato del 1937 con scene tratte dalle corsie degli istituti psichiatrici popolate di esseri deformi e “degenerati” , arrivando a concludere che tutto ciò era dovuto ad una violazione delle regole della selezione naturale alle quali si sarebbe dovuto porre rimedio ripristinandole con “metodi umani”). Si iniziò un lavoro di indottrinamento nelle scuole, dove ai bambini e ai ragazzi si facevano risolvere problemi matematici attraverso il calcolo del peso economico sul prodotto tedesco derivato dal mantenimento di un numero di indigenti e spiegazioni genetiche rispetto al collegamento tra comportamenti immorali e malattie ereditarie. L’inizio dell’operazione EU-Aktion è datato 1 settembre 1939, data dell’invio di una circolare firmata direttamente da Adolf Hitler spedita in tutti gli ospedali psichiatrici e strutture sanitarie tedesche con l’ordine di segnalare tutti i bambini di età inferiore ai tre anni nei quali fosse sospetta una grave malattia ereditaria e stilare rapporti completi (l’ordine venne spedito un mese dopo, ma volutamente fu messa la data dell’invasione della Polonia per giustificare l’operazione). L’ordine fu questo:

"Il Reichsleiter Bouhler e il dottor Brandt sono incaricati, sotto la propria responsabilità, di estendere le competenze di alcuni medici da loro nominati, autorizzandoli a concedere la morte per grazia ai malati considerati incurabili secondo l’umano giudizio, previa valutazione critica del loro stato di malattia".

Perché la Germania entrava in guerra, un conflitto che avrebbe nell’ideale nazionalsocialista innalzato il popolo tedesco a unico dominatore del continente europeo, perciò qualsiasi elemento di rallentamento di questa divina missione doveva essere eliminato. L’aspirazione era quella di creare scientificamente e migliorare la razzia ariana, custodita e tramandata nel sano sangue germanico. Si cominciò con i bambini afflitti da malattie quali sindrome di Down, cecità, sordità, epilessia ecc e altre ritenute genetiche, richiedendo ai genitori l’autorizzazione per inviare i figli in strutture statali in cui era in corso un pericoloso programma di cure sperimentali come ultima speranza per salvare l’esistenza dei bambini. Una menzogna per alimentare una futile speranza di madri e padri disperati per la condizione dei figli, in modo da essere inseriti nel programma di epurazione e pulizia della razza ariana. Questi bambini venivano portati in strutture gestite da personale medico selezionati dal Ministero degli Interni, responsabile dell’Igiene della razza tedesca, non gestito da militari. Non vi erano SS con i mitra, fili spinati o una qualsiasi altra caratteristica comune dei campi di sterminio. Vi erano giovani infermiere e infermieri, medici specializzati, psichiatri, poco personale di sicurezza, segretarie. Pur di sfuggire al fronte, pronti a lavorare in questo speciale programma del governo nazista. A questi bambini, a quelli selezionati come incurabili, veniva somministrata una iniezione letale. Ai bambini nel 1940 iniziarono ad aggiungersi adulti, persone malate da una vita, a carico delle famiglie e dello stato tedesco, che adesso non voleva più mantenere per il bene del suo popolo. Hartheim, Sonnestein, Bernburg, Brandeburg, Hadaram: castelli, ospedali, caserme abbandonate divenuti luoghi di reclusione e di eutanasia per quei portatori di tare che avrebbero compromesso la perfezione del sangue tedesco e che avrebbero rallentato l’ascesa della Germania. Nomi che a malapena conosciamo, non paragonabili alla fama delle fabbriche della morte come Mauthausen o Auschwitz Birkenau. Semplicemente perché per anni non se ne è mai parlato. Dopo l’uccisione del figlio o familiare, ai parenti veniva inviata una lettera nella quale si informava dell’improvviso decesso del paziente, causato altrimenti dalle enormi difficoltà fisiche fittizie riscontrate nell’applicazione delle cure del programma speciale. In realtà in queste strutture vennero sperimentate le camere a gas e i crematori, venne testato il programma industriale di sterminio dei campi di concentramento nazisti.

Un’altra prova di come l’operazione di sterminio del governo nazionalsocialista coinvolgesse più categorie, di quanto sia immensamente e spaventosamente più qualificata nel nostro immaginario rispetto a altri episodi di sterminio nella storia. Uffici ministeriali, strutture e infrastrutture statali, impiegati statali e militari, collaboravano a questo sterminio progettato con una precisione e una organizzazione micidiale. Anche la medicina tedesca nel 1933, dopo il licenziamento degli scienziati che si erano opposti al regime, si allineò definitivamente con l’ideologia nazista e reciprocamente si integrarono, lottando con decisione contro la “degenerazione della razza ariana”. I medici di famiglia infatti divennero i primi ingranaggi del meccanismo dell’EU-Aktion, consigliando alle famiglie l’invio dei malati in queste strutture. Si calcola approssimativamente, a causa della distruzione di molti registri, che morirono tra le 200.000 e le 300.000 persone tra adulti e bambini, vittime di questo programma speciale. In realtà il programma Aktion T4 venne ufficialmente chiuso nel 1941, a causa dell’arrivo dei primi soldati mutilati negli ospedali e nel fatto che l’opinione pubblica tedesca iniziò a sospettare le pratiche di sterminio dei malati, guardando banalmente i necrologi numerosissimi di malati deceduti in strutture sanitarie. Al 1941 le vittime certificate erano quasi 80.000. Ma le vittime non diminuirono ne terminarono, in quanto continuavano a morire di eutanasia tramite un programma di alimentazione “speciale”, ovvero l’inedia, oppure la continuazione di pratiche di iniezioni letali, spesso a fine di esperimenti medico-scientifici, sempre in queste strutture psichiatriche e ospedaliere che non chiusero. L’ultima struttura, proprio il quartier generale Tiergartenstrasse 4, terminò il suo lavoro proprio un mese dopo l’arrivo dei russi e degli americani a Berlino, indignati per la scoperta.

Forse perché le cifre e gli orrori non erano paragonabili alla scoperta dei campi di sterminio da noi comunemente conosciuti, ma questa vicenda per molti anni è stata ai margini dei libri di scuola. Forse perché bisognava puntare l’attenzione e lo sdegno sulla tragedia del popolo ebreo, ancora una volta vittima della Storia. Realisticamente perché, anche dopo il 1945 e la caduta della Germania nazista, certe pratiche non terminarono e non potevano scoperchiare il contenitore di un mondo, quello degli ospedali psichiatrici e di certe pratiche non propriamente scientifiche, che doveva rimanere nascosto ancora a lungo. Per non abbattere l’approccio scientifico a una certa branca della medicina e della psichiatria che sopravvivrà ancora molti anni, sino alle scoperte mediche degli ultimi decenni e che, in certi pregiudizi e sistemi culturali, continua a sopravvivere. Una storia tenuta nascosta per molto tempo per continuare ad accarezzare l’idea di quell’eugenetica che ancora oggi è materia di discussione e di confronto in molti convegni medici e scientifici. Anche questa storia è una utile memoria per una riflessione sul futuro e sul ruolo dello Stato nel mantenimento di indigenti, dei malati, dell’assistenza medica. Perché certi calcoli del peso economico degli indigenti e bisognosi si affacciano pericolosamente in molti discorsi di propaganda politica attuale, come uno di quelli proposti nelle scuole del Reich:
"Una singola alcolista nata nel 1810 aveva 860 discendenti nel 1929: la metà era mentalmente ritardata, 181 puttante, 182 mendicanti, 76 criminali, 7 assassini, 40 dormono all'albergo dei poveri. Questa donna in un secolo è costata allo stato 5.000.000. di marchi pagati da gente sana e di valore"
Manca solo un “Condividete e fate girare”.

Ultima modifica il Venerdì, 29 Gennaio 2016 12:11
Marco Saccardi

Nato a Bagno a Ripoli (FI) il 13 settembre 1990, sono uno studente laureato alla triennale di Storia Contemporanea presso l’Università di Firenze, adesso laureando alla magistrale di Scienze Storiche. Appassionato di Politica, amante della Storia, sono “fuggito” dal PD dopo anni di militanza e sono alla ricerca di una collocazione politica, nel vuoto della sinistra italiana. Malato di Fiorentina e di calcio, quando gioca la viola non sono reperibile. Inoltre mi ritengo particolarmente nerd, divoratore di libri, film e serie tv.

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